Santuario
di
Santa Maria Regina di Anglona
Tursi - Italia
XI secolo
Strada Provinciale Tursi - Policoro, 75028 Tursi (MT)
Telefono: 351.020.8646
Tursi è un comune di cinquemila abitanti posto nel Sud della
Basilicata, in provincia di Matera, a circa 27 km. da Policoro, che si
affaccia sul Mare Ionio.
Panoramica di Tursi
Si narra che un giovane pastorello, mentre pascolava il
suo gregge sulla sommità della collina “Variante”, a metà
strada tra Tursi ed Anglona, a circa 10 km. da Tursi, vide avvicinarsi
una “bellissima Signora”, che gli chiese di recarsi in paese, per
invitare gli abitanti del luogo ad andarLa a prendere.
La gente prima incredula, poi sempre più curiosa, si recò
sulla sommità della collina dove trovò la statua della
Madonna e la portò nel suo Santuario. Nel luogo del ritrovamento
fu costruito un capitello votivo in mattoni e a ricordo
dell’avvenimento fu posta una croce in legno.
Da allora tutti gli anni, nell’ultima Domenica di aprile, la statua
della Madonna viene portata a spalle per un percorso di oltre 10 km,
dal Santuario alla Cattedrale di Tursi.
La statua della Madonna di Anglona
La statua che oggi si venera è stata realizzata alla fine del
Settecento su incarico del vescovo Mons. Salvatore Vecchioni e
raffigura la Madonna in posizione frontale, seduta sul trono, che tiene
sul braccio sinistro il Bambino Gesù. La mano destra della
Vergine è protesa in avanti e stringe uno scettro d’argento. La
Madonna veste una tunica rosa e un manto celeste ed è ricoperta
da un velo celeste decorato con stelle e bordi dorati. Gesù
Bambino è vestito di bianco e benedice con la mano destra,
mentre con la mano sinistra regge un globo terrestre d’oro sormontato
da una croce.
Nel 1369, sotto il regno della Regina Giovanna I di Napoli, la
città di Anglona venne incendiata da una centuria di soldati,
che risparmiarono solo la Cattedrale dedicata alla
Natività di Maria. Della città rimase un piccolo
agglomerato in cui si trova il Santuario della Madonna: Santa Maria
Regina di Anglona.
A metà percorso della strada provinciale che va da Tursi a
Policoro, il Santuario è situato su un colle, a 263 mt. s.l.m.,
e domina la vallata sottostante tra i fiumi Agri e Sinni.
Panoramica del Santuario
Dal 1931 il Santuario è monumento nazionale. Il 17 maggio 1999
il Santuario è stato elevato alla dignità di Pontificia
Basilica Minore da Papa Giovanni Paolo II, a ricordo del sinodo dei
vescovi.
Fino agli anni cinquanta il colle era frequentato da contadini, pastori
e gente del luogo che utilizzavano i locali esterni al Santuario come
alloggio, rifugio, deposito e persino come stalle. Il luogo era gremito
di gente soltanto nei giorni di festa.
Successivamente, dopo gli scavi archeologici nella zona, le attenzioni
della Soprintendenza dei Beni Culturali aumentarono e con esso il
flusso di pellegrini, studiosi e visitatori.
Esterno del Santuario
La struttura attuale del Santuario, datata tra l’XI e il XII secolo,
è l’ampliamento di una prima chiesetta, del VII-VIII secolo. La
costruzione, in tufo e travertino, presenta elementi architettonici di
notevole importanza quali, l’abside, il campanile e il portale in stile
romanico.
Esterno dell'abside
L’esterno absidale è sicuramente la parte più cromatica e
più raffinata dell’intero edificio, vi si trovano ornamenti ad
intagli, archetti pensili, lesene e un finestrone centrale adornato.
Sulle pareti esterne numerose formelle con figure di animali a rilievo,
di provenienza ignota, creano un effetto suggestivo. Il tetto a
più falde e l’armonia dei volumi conferiscono al Santuario un
aspetto imponente.
Il portale del Santuario
Il portale in stile romanico è formato da un’arcata a tutto
sesto arricchita da intagli e rilievi. Anche sul fronte del portale si
trovano formelle di tufo calcareo con bassorilievi che raffigurano i
simboli dei quattro Evangelisti: il leone per Marco, il bue per Luca,
l’aquila per Giovanni, l’angelo per Matteo.
Esterno del campanile
A sinistra della facciata spicca il campanile anch’esso in stile
romanico, di forma quadrangolare, poco slanciato e adornato in cima da
quattro bifore.
Interno del Santuario
L’interno è a croce latina, con tre navate: la centrale larga e
molto alta, le altre due strette e basse. In origine il Santuario era
ricco di pregevoli affreschi che raffiguravano episodi del vecchio e
del nuovo Testamento; sulle colonne sono tuttora presenti figure di
Santi.
Gli affreschi dell'interno
I recenti restauri stanno riportando alla luce affreschi
ormai quasi perduti. Sulla parete destra della navata centrale sono ben
visibili scene del vecchio Testamento. Oggi sulle pareti si possono
ammirare il martirio di San Simone, la Torre di Babele, la creazione
dell’Eden con Adamo ed Eva, l’uccisione di Abele e molte altre scene
bibliche.
Sui pilastri sono dipinte le figure di Santa Lucia, San Leonardo, San
Vito Martire, San Rocco e San Giovanni Battista.
Il presbiterio
In fondo alla navata centrale si trova il presbiterio con l’Altare
maggiore, la statua della Madonna è posta a destra prima
dell’Altare
Santa Maria di Anglona è la Patrona della diocesi di
Tursi-Lagonegro; viene festeggiata due volte all’anno: l’8 settembre,
Natività di Maria, e la prima Domenica dopo Pasqua.
Fedeli alla festa della Madonna
Quindici giorni prima della festa della Natività di Maria, i
fedeli da tutti i paesi vicini partono in pellegrinaggio per il
Santuario. Da Tursi, Policoro, Valsinni, Nova Siri si mettono in marcia
percorrendo gli oltre dieci chilometri che li separano da Anglona.
I fedeli camminano di notte, per arrivare al santuario e assistere l’8
settembre, alle 5.30 del mattino, con il sorgere del sole, alla prima
Messa.
La processione con la statua della Madonna
Dopo la Messa, la statua della Madonna viene portata in processione sul
colle più alto. Lì, il vescovo, dopo la celebrazione
delle 11,00, affida la diocesi alla sua Protettrice.
La statua della Madonna viene portata in processione
Secondo un’antica tradizione lo sventolio del manto della Vergine
indicherà l’esito del raccolto: degli agrumeti, del grano e
degli ulivi secolari.
I fedeli portano in processione la statua della Madonna
Canto popolare in dialetto ripetuto nel
corso della processione
Vinése
fidéeVinése fidée ‘e po’puo d’Iddìe,
Accumpagnére a Marie ch’é la madre di Gésù;
Ch’ncée e ch’ntérre si nùmmìnéte
TùMadonna méie d’Agnone si chìine di virtù;
Appéde éni vinùte pulline e vacantìe,
Da tutte sti paise ch’igghie a truvére a Marie;
E’quanne an’arrivete ù chiànte lé scappete,
Cà n’chépe a lù cuzzée a Madonne
an’affruntéte;
Nà còse ammìriéte n’à còse
prilìbéte
Dìe ch’é tante granne sta còse s’é
mannéte;
Madonna méìe d’Agnone di divine maìstéte,
A’gràzie c’à ti cérche fammìlle
ch’caritéte;
Fammille Tù Marie c’à si fonte di piétete,
Madonna méìe bella Tù si mamme di buntéde,
Pùtisse ìésse sempe stà chiésie
allùminete
Dà chill’à ùce àntiche c’à
Dìie ha distinéte;
Ricché, nobbùe e puùrelle sù tutte
qué vìnùte
A ringràziére a Màrie chi gràzié
ricivùte;
E’ veraménte vére c’à stà nutìzie
è grànne,
Currése a là cappélle mille vòte
l’ànne.
[versione in italiano del canto, ricavata da noi]
Venite fedeli, venite fedeli, come vuole Iddio,
ad accompagnare Maria che è la Madre di Gesù;
che in Cielo e in terra è così nominata.
Tu, Madonna mia di Agnone sei piena di virtù;
A piedi sono venuti giovani e anziani,
da tutti questi paesi a trovare Maria;
e quando sono arrivati si sono messi a piangere,
ché in cima al colle hanno trovato la Madonna;
Una cosa ammirerete, una cosa prelibata,
Dio che è tanto grande questa cosa ci ha mandato;
Madonna mia di Agnone di divina maestà,
la grazia che Ti chiedo fammela per carità;
fammela Tu, o Maria, che sei fonte di pietà,
Madonna mia bella, Tu sei Madre di bontà,
Che questa chiesa possa essere sempre illuminata
da quella luce antica che Dio ha destinato;
Ricchi, nobili e poverelli sono tutti venuti qui
a ringraziare Maria per le grazie ricevute;
E’ veramente vero che questa notizia è grande.
Correte alla cappella mille volte l’anno.
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