Santuario della

  Madonna della Corona

  Spiazzi - Verona

Italia


1432



Vicolo Santuario, 1, 37020 Spiazzi - VR

Telefono: 045 722 0014


Spiazzi è una frazione del comune di Caprino Veronese, in provincia di Verona, distante 15 km. dal Lago di Garda.




Panoramica di Caprino Veronese



Il Santuario della Madonna della Corona è situato nel comune di Ferrara di Monte Baldo, vicino alla frazione Spiazzi di Caprino Veronese, in provincia di Verona.
Il Santuario è incastonato nella roccia a ridosso di uno strapiombo a quota 775 metri s.l.m. che si affaccia sulla Val d’Adige.

Il titolo “della Corona” proviene dal nome che era dato anticamente all’insieme dei monti che circondano Caprino Veronese, considerati come disposti a corona.




Panoramica del Santuaio


Nel XV secolo, sul luogo dove adesso è posto il Santuario esisteva un romitorio dedicato alla Madonna, Santa Maria di Montebaldo, la cui cura era affidata all’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, detti Cavalieri Gerosolimitani e anche Cavalieri di Rodi.

Secondo la leggenda, le origini del Santuario risalgono al ritrovamento sulla parete rocciosa di una statua raffigurante la Pietà.
Un gruppo di abitanti della frazione di Spiazzi vide una luce e sentì come un coro angelico provenire dalla parete rocciosa. Accorsi sul posto si avvidero che sulla roccia vi era una statua, che riuscirono a distinguere dopo essersi calati con delle corde fino all’anfratto roccioso.

Le circostanze del ritrovamento indussero a pensare che si trattasse di un evento miracoloso: degli Angeli avevano portato sulla roccia la statua trasferendola da un altro posto in cui correva il rischio di essere distrutta. Per il fatto che il luogo fosse curato dai Cavalieri di Rodi, si pensò che gli Angeli avessero trasferito la statua dall’isola di Rodi, più volte occupata dai musulmani.



Sentiero che conduce al Santuario





Gli abitanti di Spiazzi decisero di costruire una cappella sul luogo del ritrovamento; e per favorire l’arrivo dei pellegrini che accorrevano dopo aver saputo dell’evento, costruirono un sentiero che dal paese di Brentino Belluno sale immerso nel bosco e con 1500 gradini scavati nella roccia supera un dislivello di circa 600 metri.


Al di là della leggenda, si sa che tra il 1434 ed il 1437 l’eremo di Santa Maria di Montebaldo era curato dai Cavalieri Gerosolimitani o Cavalieri di Rodi, e così si mantenne fino al 1806, quando con l’arrivo delle truppe napoleoniche l’Ordine venne sciolto.
La statua della Madonna della Corona sembra risalire al 1432, quando un certo Lodovico Castelbarco, un nobile di Rovereto, donò la statua all’eremo.




La statua della Madonna col piedistallo


La statua è alta 70 centimetri, larga 56 e profonda 25, ed è confezionata in pietra locale dipinta; poggia su un piedistallo recante la scritta: “Hoc opus fecit fieri Lodovicus d Castrobarco d 1432”.





Nei quattro secoli nei quali i Cavalieri Gerosolimitani gestirono la cappella apportarono importanti modifiche atte a renderla un vero e proprio Santuario: sistemarono il ponte di legno che permette l’accesso a valle (1458); costruirono sopra la cappella una nuova chiesa di circa 18 metri per 7 (1490 – 1521); realizzarono due scale di accesso tuttora visibili: una più ampia, di 556 gradini, che dalla fonte di Spiazzi scendeva al ponte del tiglio, e una più stretta, di 234 gradini, ricavata nella roccia lungo l’originario strettissimo percorso che conduceva dal ponte alla chiesa.




Esterno del Santuario

Nel 1625, iniziò la costruzione di una nuova e più ampia chiesa, 4 metri sopra la precedente che rimase inglobata sotto il nuovo presbiterio. I lavori si protrassero per alcuni decenni e furono completati nel 1685.



Accesso al Santuario

Nel frattempo vennero risistemate le vie d’accesso; grazie al contributo del commendatore Tancredi venne costruito in una cavità del monte un ospizio per le necessità di alloggio dei pellegrini sempre più numerosi.
L’assetto complessivo dell’intera area del Santuario è documentato in due preziosi inventari, del 1724 e del 1744, ed è perfettamente visibile in una bellissima incisione eseguita nel 1750 da Giovanni Antonio Urbani su incarico del Rettore don Giancarlo Balbi.

Sul finire del secolo XIX, su progetti dell’arch. Giuseppe Magagnotti di Verona e dell’ing. Emilio Paor di Trento, la chiesa fu ampliata e dotata di una nuova facciata in stile gotico, ornata di marmi; la conclusione dei lavori fu solennizzata il 17 settembre 1899 con la cerimonia d’incoronazione della statua della Madonna.





Negli anni successivi facciata e chiesa furono impreziosite da statue dello scultore Ugo Zannoni; nel 1921-1922 fu rifatto il campanile con guglia svettante e nel 1922, in occasione del quarto centenario della comparsa della statua della Madonna, venne migliorata la strada e aperta la galleria d’accesso al Santuario, agevolando così il percorso ai pellegrini.
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, dal 1946 al 1949, il Rettore don Sandrini fece eseguire, su progetto dell’arch. Banterle, un ampliamento della chiesa nella parte del presbiterio.

Nel 1974 venne affidato all’architetto Guido Tisato l’incarico di redigere un progetto di un intervento globale che prevedesse l’abbattimento della Chiesa esistente, la conservazione delle parti più valide e significative e la costruzione di una struttura più ampia. Demolizione e ricostruzione del Santuario vennero effettuati dal 1975 al 1978 ed il 4 giugno 1978 il Vescovo Mons. Giuseppe Carraro procedette alla dedicazione del nuovo Santuario e del nuovo Altare.

Il Santuario è lungo 30 mt., largo 20 mt. e la sua cupola è alta 18 mt. La facciata è in stile neo-gotico, decorata con marmi di Sant’Ambrogio ed è affiancata da un campanile alto 33 metri. La facciata presenta un portone centrale, affiancato, all’altezza del timpano, da due figure in marmo di Carrara di Ugo Zannoni, raffiguranti San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena.




Interno del Santuario

Il Santuario è a tre navate, la cui centrale misura 16 m in altezza. La parete della navata sinistra e l’abside sono interamente scavate nella roccia.



L'Altare

In alto dietro l’Altare è collocata la statua della Madonna.

Nel 1982 al Santuario venne attribuito il titolo di “Basilica minore”.




Stazione della Via Crucis

Lungo il sentiero che da Brentino Belluno conduce al Santuario si trovano le stazioni della Via Crucis.




Stazione della Via Crucis all'inizio della scalinata di accesso al Santuario


Festa della Madonna della Corona si svolge dal 14 al 15 agosto, in concomitanza con la festa dell’Assunzione in Cielo della Santissima Vergine Maria



Processione con la statua della Madonna




La sera del 14 agosto si svolge la processione dell’Assunta con la statua della Madonna della Corona, a partire dalle ore 20,30. I fedeli si radunano a Spiazzi e con le candele accese si recano al Santuario. Apre la processione il baldacchino con la statua della Madonna della Corona, e i fedeli eseguono canti e invocazioni a Maria mentre percorrono il sentiero con le stazioni della Via Crucis.
All’arrivo al Santuario, il vescovo celebra la Santa Messa solenne.







PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA CORONA





O Vergine Addolorata della Corona,
noi Tuoi figli devoti, pellegrini al Tuo Santuario
Ti ringraziamo di accoglierci
nel tenero abbraccio del Tuo cuore di Madre.
Tu sei la Madre del Figlio di Dio,
fatto Uomo nel Tuo grembo verginale:
siamo certi della Tua efficace intercessione di Madre della Chiesa:
esaudisci le nostre invocazioni di figli
che a Te ricorrono con fiducia confidente.
Noi mettiamo sotto il Tuo manto materno
di protezione e di difesa
le nostre famiglie e i nostri giovani,
gli ammalati, gli infermi e gli anziani,
i poveri e i sofferenti,
i disoccupati, i disperati e gli angosciati.
Ai Tuoi piedi di Madre deponiamo
la richiesta di una grazia che tanto ci sta a cuore...
Ti chiediamo una speciale benedizione
per il Santo Padre e per il nostro Vescovo,
per la Diocesi con i suoi laici e i suoi consacrati
e per il nostro Seminario.
Impetraci il dono di santi preti
che testimonino un amore appassionato
alla Parola di Dio, all’Eucaristia,
al Sacramento della Confessione,
al Magistero della Chiesa,
alla nostra gente,
a Te, o Madre nostra e di ogni sacerdote,
e alla comunione fraterna presbiteriale.
Veglia maternamente su tutti noi
dall’alto di questa rupe
e come rugiada celeste
manda su noi tutti la Tua materna benedizione di Madre.

Amen.