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Beata Vergine delle Grazie Boccadirio (BO) Italia XVI secolo Indirizzo: Via Boccadirio 22 ‒ Baragazza ‒ 40035 Castiglione Dei Pepoli (BO) Telefono: +39 0534 97618 Posta elettronica: boccadirio@dehoniani.it Panoramica di Castiglione dei Pepoli Panoramica del Santuario Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio è situato nella frazione Baragazza nel comune di Castiglione dei Pepoli. Secondo la tradizione popolare, il 16 luglio 1480, giorno della festa della Madonna del Carmine, due pastorelli della contea appartenente ai Signori Pepoli di Bologna - Donato Nutini e Cornelia Vangelisti, di dieci anni e nativi del luogo - ebbero una visione della Madonna, apparsa in corrispondenza del rio Davena - punto di confluenza dei due torrenti Tanone e Butrione -, da cui il nome della località Boccadirio. La Madonna predisse ai due pastorelli una vita consacrata nella religiosità. La storia dell’apparizione è contenuta in una lettera, detta dell’Anonima, conservata nell’Archivio di Stato di Bologna. La lettera risale al 1580 ed è attribuita ad una suora del monastero di Santa Caterina, a Prato, dove era vissuta anni prima Cornelia Vangelisti come suor Brigida e dove ella morì nel 1543. Da parte sua, Don Lorenzo Amorotti, parroco di Castiglione dei Pepoli dal 1609 al 1621, anno della morte, scrisse il libro Origine e ritratto della miracolosa Madonna di Boccadirio, partendo dalla “Lettera dell’Anonima” e raccogliendo diverse informazioni tra i fedeli del posto. Nel libro riporta quanto accaduto e vi sta scritto: “L’anno del Signore 1480,
Donato Nutini putto di tenera età e Cornelia figlia di Matteo
Vangelisti, d’anni dieci, ambedue del comune di Baragazza, contea dei
Signori Pepoli di Bologna, pascolavano armenti, conforme l’uso del
paese, in un luogo chiamato Boccadirio…
Questo luogo è posto in un sito lontano dalle case un miglio circa sulla cima dell’Appennino, nella parte che guarda a settentrione, in una bocca di due rivi i quali, congiungendosi quivi insieme danno il suddetto nome al sito di Boccadirio. Questo luogo medesimo sta tutto circondato da rupi scoscese e da balze precipitose, le quali per la maggior parte vestite di faggi. I due putti, allevati nel santo timor di Dio e nella devozione della beatissima Vergine dai loro genitori, e guidati pur anche da un santo spirito, un giorno, che pascolavano pur gli armenti, si posero in detto luogo a fare orazione e quivi con grandissimo fervore di spirito unitamente invocavano la Beatissima Vergine Madre di Dio, perché si degnasse di prestar loro aiuto, accioché potessero servire al Signore e conservare se stessi in santa pudicizia. In quell’istante la Madre di misericordia che sempre sta pronta per consolar quelli che sinceramente ricorrono agli aiuti di Lei apparve loro tutta vestita di vesti bianche, dall’altra parte del Rio, in una balza verso ponente, nel qual luogo al presente sta eretto l’altare dove si celebrano i sacrifici ad onore di Lei, onorandovisi particolarmente una sua devotissima immagine. Da questa balza partendosi, la SS. Vergine s’accostò ai due putti dalla parte del Rio, verso levante, dov’essi l’invocavano, e disse loro, e primieramente a Donato che dovesse farsi sacerdote, come felicemente successe; alla Cornelia, poi, che si facesse monaca, aggiungendole, che ciò seguirebbe nella Toscana e additandole e mostrandole quel monastero col suo sito e forma, dov’ella si sarebbe monacata. Comandò finalmente ad ambedue che facessero intendere al popolo di Baragazza che in quel luogo fabbricasse un tempio ad onor suo, promettendo che tutti quelli che fossero poi divoti e frequenti in detto luogo, otterrebbero tutto ciò che sotto la protezione ed invocazione di Lei domandassero al sommo Iddio”. I fedeli di Baragazza, per ubbidire a quanto chiesto dalla Madonna, costruirono una piccola chiesa sulla destra del rio Davena, intitolata alla Madonna delle Grazie. Intanto, Cornelia Vangelisti era entrata nel monastero di Santa Caterina, a Prato, come le aveva indicato la Madonna, e aveva preso il nome religioso di Brigida. Alcuni anni dopo, perché restasse una perpetua memoria dell’apparizione, suor Brigida commissionò una immagine in bassorilievo della Madonna col Bambino Gesù in braccio, vestita di bianco, conforme all’apparizione, e la inviò a Boccadirio. L’immagine della Madonna è un bassorilievo di ceramica maiolicata bianca su fondo azzurro, opera di Andrea della Robbia, che raffigura la Madonna che tiene in grembo il Bambino in piedi. Ogni anno, nel tempo delle Rogazioni di maggio, l’icona viene portata nella chiesa di San Michele di Baragazza fino all’Ascensione. I fedeli collocarono l’immagine della Madonna nella chiesetta che avevano costruito. Ma il mattino seguente non trovarono più l’immagine nella chiesetta e la ritrovarono sulla riva opposta del rio Davena. Capirono quindi che il posto dell’apparizione era quello e incominciarono la nuova costruzione dandogli il nome di “Maestà di suor Brigida”. Solo nella seconda metà del ‘600 verrà costruita una nuova chiesa con la cura che l’Altare Maggiore, su cui venne collocata l’immagine miracolosa, restasse esattamente al posto precedente. Nel ‘600 la nuova chiesa venne ampliata ed arricchita con un portico che circonda il chiostro. Quando, nel 1692, il Cardinale Giacomo Buoncompagni fece la sua visita pastorale, ebbe parole di ammirazione per il magnifico e splendido loggiato della facciata e del chiostro, il quale ultimo, però nelle sue due porte monumentali di Nord e di Sud, verrà completato solo nel 1720, come ricordano alcune date incise su pietra. Nel contempo, nelle immediate vicinanze del Santuario, insieme con il loggiato fu costruito un grande edificio “l’Osteria Grande” dove i devoti potevano trovare vitto e alloggio. Col 1796 la Rivoluzione Francese arrivò anche su queste montagne. Nel 1798 il Direttorio esecutivo decretò la soppressione di tutte le confraternite laicali e quindi anche di quella della Beata Vergine di Boccadirio. Si salvò la chiesa perché fu dichiarata sussidiaria della parrocchiale di Baragazza. Dopo la restaurazione e varie vicende, il 7 gennaio 1925 la direzione e l’amministrazione del Santuario di Boccadirio, vennero assunte dalla Curia Arcivescovile di Bologna, la quale nominò un suo amministratore e un sacerdote custode del santuario. Nel IV centenario dell’apparizione, nel 1880, la miracolosa immagine venne solennemente incoronata dal Cardinale Parrocchi, alla presenza di numerosi vescovi e preti e da una enorme folla osannante. A ricordo di questo avvenimento, vennero iniziati i lavori di restauro della facciata. Nel 1890 venne rifatto il prospetto principale su progetto di Aristotele Puccetti. L'ingresso del Santuario L'esterno del Santuario Il cortile del Santuario In questi ultimi tempi, l’edificio è stato ampliato e ordinato; oggi comprende un ristorante e un bar per pellegrini e visitatori del Santuario. D’estate vengono messe a disposizione numerose camere, per coloro che desiderano godere un po’ di quiete tra questi monti. L’interno del Santuario è a tre navate, in fondo alla navata centrale si trova il presbiterio con l’Altare Maggiore, sopra il quale è collocata l’immagine della Madonna. Interno del Santuario L'Altare del Santuario Il 7 gennaio 1925 la direzione e l’amministrazione del Santuario di Boccadirio, venne assunta dalla Curia Arcivescovile di Bologna, la quale nominò un suo amministratore e un sacerdote custode del santuario. La Seconda Guerra Mondiale lasciò la sua triste impronta anche tra queste montagne, sia negli edifici, chiesa compresa, sia nei limitrofi boschi dilaniati o dilapidati. Grazie alla protezione della Madonna non ci furono vittime umane. Nell’immediato dopo-guerra, l’Arcivescovo di Bologna, il Card. Giovanni Battista Nasalli Rocca, realizzò un suo sogno: affidare il santuario ad un Istituto religioso; e nel 1947 la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, i padri Dehoniani, accogliendo i ripetuti inviti del venerato Pastore, assunse la gestione del Santuario. I nuovi custodi, sull’esempio dei loro predecessori, con sacrifici non indifferenti, hanno provveduto a diversi restauri: hanno riparato pian piano i danni causati dall’incuria degli uomini e dalla guerra, restaurando il chiostro e dando una decorosa abitazione ai sacerdoti custodi; hanno immesso nuove piantagioni nei boschi e hanno individuato e canalizzato nuove sorgenti. Con la collaborazione delle autorità civili hanno provveduto a riadattare la viabilità che porta al Santuario e con tenacia e l’aiuto della Madonna, sono riusciti a fare collegare la rete viaria locale all’Autostrada del Sole, ottenendo l’apertura del casello di Roncobilaccio. I padri Dehoniani hanno tenuto a ravvivare il messaggio di fede e di vita cristiana trasmesso dalla Madonna: oltre al ministero quotidiano, hanno provveduto ad effettuare varie peregrinazioni della venerata immagine, hanno dato vita ad una rivista: La Madonna di Boccadirio, rispondendo al desiderio dei pellegrini e tenendo desta e operante la devozione alla Madre del Cielo. Hanno operato per aumentare l’afflusso di pellegrini al Santuario: nonostante cambino le forme di pellegrinaggio, molti pellegrini si recano ancora al Santuario a piedi, impiegando giornate di cammino. Significativa la particolare devozione degli abitanti di Prato che, forti per aver ospitato per 40 anni suor Brigida, non mancano di andare a trovare la Madonna a Boccadirio, pregando la Santa Vergine per i loro bisogni materiali e spirituali e per l’incremento della vocazioni. Preghiera alla Vergine delle Grazie di Boccadirio O Maria, Madre di grazia e di misericordia, Salute degli infermi, rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Tu che conosci le nostre necessità, le nostre sofferenze, dégnati di volgere su di noi il Tuo sguardo pietoso. Con la Tua apparizione a Boccadirio manifestasti la Tua bontà e ne facesti un luogo privilegiato per la diffusione delle Tue grazie. Quanti Tuoi figli hanno trovato in Te la salute del corpo e la pace dello spirito! Anche noi, con ánimo fiducioso Imploriamo la Tua materna protezione. Esaudisci le nostre preghiere e fa che col Tuo esempio progrediamo nell’impegno di vita cristiana per divenire più simili a Gesù e ottenere la Sua misericordia. Amen.
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