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Si celebra oggi nella santa cristianità una triplice nascita,
in cui ogni cristiano dovrebbe trovare cosí grande gaudio e diletto
da andare fuori di sé dalla gioia, in giubilo e amore, in gratitudine
e allegrezza interiore; e un uomo che non sperimentasse in sé nulla
di ciò, dovrebbe spaventarsene.
Queste tre nascite si celebrano oggi nelle tre Messe.
Per giungere al punto che questa nobile nascita avvenga in noi nobilmente
e fruttuosamente, dobbiamo apprendere la proprietà della prima nascita
paterna, quando il Padre genera il suo Figlio nell'eternità. … Il
Padre nel suo modo di essere si rivolge in sé stesso con la sua
divina intelligenza: penetra in sé stesso, in chiara comprensione,
il fondo essenziale del suo essere eterno e per la nuda comprensione di
sé stesso si esprime totalmente; e questa parola è il Figlio
suo, e la conoscenza di sé stesso è la generazione del suo
Figlio nell'eternità. Egli resta in sé stesso in unità
essenziale e si effonde in distinzione personale. Cosí egli entra
in sé stesso e si conosce, esce poi da sé stesso nella generazione
della sua immagine che in sé ha riconosciuto e compreso, e rientra
infine in sé in una perfetta compiacenza di sé stesso. Questa
compiacenza si effonde in un amore ineffabile che è lo Spirito Santo:
cosí Dio resta in sé stesso, esce da sé e vi rientra.
Se dev'esserci allora un'uscita, un'elevazione al di fuori e al di sopra di sé stessi, noi dobbiamo rinunciare ad ogni nostro volere, desiderio ed agire, non deve restarci che una nuda e pura intenzione di Dio e assolutamente nulla del nostro essere, divenire, desiderare, ma solamente un appartenergli, un fargli posto nella parte piú elevata e piú intima, affinché egli possa realizzare la sua opera e la sua nascita e non venga ostacolato. … Sant'Agostino in proposito diceva: … «O tu, nobile anima, o nobile creatura, perché vai a cercare fuori di te Colui che è interamente, in tutta verità e nudamente in te; e dal momento che sei partecipe della natura divina, cosa ti importa di tutte le creature o cosa hai da fare con esse?». Se l'uomo preparasse cosí il posto, il fondo, non c'è
alcun dubbio che Dio dovrebbe riempirlo completamente, pure se dovesse
rompersi il cielo per ricolmare il vuoto. E tanto meno Dio lascia le cose
vuote, sarebbe contrario a tutta la sua natura e alla sua giustizia.
[GIOVANNI TAULERO, Sermoni, La triplica nascita, tratto dalla raccolta Il fondo dell'anima, ed. Piemme, Casale Monferrato, 1997. ] (12/98) Torna a: MEDITAZIONI |