FSSPX:
Scomunica virale?

di Marco Tosatti

Articolo pubblicato sulla rubrica dell'Autore San Pietro e dintorni




 

Mons. Marcello Semeraro con Benedetto XVI                     Mons. Oscar Sarlinga al muro del pianto

Albano chiama, l’Argentina risponde. Dopo che il vescovo di Albano laziale, nonché segretario del gruppo degli otto(nove) cardinali consultori del Papa per la riforma della Chiesa. Mons. Marcello Semeraro, ha ammonito i fedeli della sua diocesi che andavano ad ascoltare le messe della Fraternità Sacerdotale San Pio X(lefebvriani), un altro vescovo ha preso lo stesso provvedimento. 

 
Si tratta di mons. Oscar Sarlinga, di Zarate-Campana, che ha ammonito i suoi fedeli dal presenziare a messe celebrate dal clero lefebvriano. Mons. Sarlinga ha affermato in un suo decreto, emesso ieri il 3 novembre, che dal momento che i sacerdoti della Fraternità San Pio X sono sospesi dal ministero, sarebbe illecito per loro celebrare la messa. E non avrebbero neanche la facoltà di ascoltare confessioni. Quindi il sacramento sarebbe invalido. E quindi, secondo mons. Sarlinga, come per mons. Semeraro, comportarsi da parte dei fedeli in maniera diversa costituirebbe “una rottura della comunione ecclesiale”. 

 
Ancora una volta la confusione sembra regnare sovrana. Ai vescovi della Fraternità nata da mons. Lefebvre è stata tolta la scomunica. La Fraternità fa pellegrinaggi a Lourdes e – mi sembra talvolta anche a Roma. Sono in corso colloqui per giungere alla comunione piena con la Santa Sede, condotti dalla commissione Ecclesia Dei, che in due lettere, scritte nel 2003 e nel 2005, affermava che i fedeli che assistono alle messe celebrate dalla FSSPX non sono scomunicati. 

 
E’ a queste dichiarazioni che si riferisce un comunicato della Fraternità, in risposta a mons. Semeraro, in cui si ricorda che la Commissione il 18 gennaio 2003 diceva che “è possibile soddisfare il precetto della Messa domenicale assistendo a una messa celebrata da un prete della FSSPX”. 

 
La Fraternità chiede anche polemicamente a mons. Semeraro “perché il vescovo può organizzare una veglia ecumenica nella sua cattedrale per pregare con persone che non sono certamente in comunione con la Chiesa cattolica, come una pastora evangelica e un vescovo ortodosso…e potremmo chiidergli perché l’apertura di spirito della diocesi è così ampia da aprirsi al ‘Primo forum dei cristiani omosessuali’, tenuto nella casa dei Padri Somaschi il 26-28 marzo scorsi, ma non a coloro che restano legati alla tradizione della Chiesa cattolica”.



novembre 2014

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