Il pensionamento degli Apostoli

di Belvecchio



 
Questa storia dei successori degli Apostoli che “devono” andare in pensione a 75 anni non l’ha inventata papa Bergoglio, si tratta di una delle tante invenzioni zampillate dalla voragine aperta dal Vaticano II; papa Bergoglio, che vuole portare a pieno compimento la rivoluzione vaticanosecondista, non ha fatto altro che confermarla e rafforzarla… oseremmo dire razionalizzarla, perché ci sembra molto logico che se i successori degli Apostoli debbano smetterla di esserlo ad una certa età, è giusto che la cosa sia razionalizzata, uniformata e normata chiaramente.

Ovviamente, una chiave di lettura di questa invenzione è la battuta teatrale che “i vescovi non ricevono un’onorificenza, ma compiono un servizio”; e un’altra è la battuta che “il servizio lo devono compiere al meglio”.
Ora, concetti come questi, del tutto profani, per prima cosa fanno a pugni con l’andazzo “profano”, appunto, che tende a mantenere sul posto di lavoro anche i settantenni, perché essendosi allungata la vita è giusto che i vecchi producano e non lucrino una pensione che li farebbe infiacchire: si sa infatti che è il lavoro che rinvigorisce… per certuni addirittura rendi liberi.
Per seconda cosa, tali concetti rivelano una deviazione mentale tutta moderna e tutta chiesastica, deviazione generata, tra l’altro, dalla sempre maggiore soggiacenza del clero al laico, dei preti ai sociologi, dei prelati ai liberi pensatori, dei papi all’ONU e del mondo della Chiesa alla “chiesa” del mondo.
E questa deviazione mentale consiste nel convincimento che un uomo, più vecchio si fa e più rimbecillito diventa.
Intendiamoci, in tanti casi accade così, ma noi siamo ancora fermi al vecchio adagio che parlava della saggezza dei vecchi, che poteva e doveva servire di aiuto ai giovani.
Evidentemente, oggi questo non vale più, e dato che il mondo ha voluto la distruzione della famiglia, con i vecchi da mandare all’ospizio e in certi casi da far fuori perché sarebbero un peso per la società, ecco che la Chiesa conciliare si adegua, ligia e sottomessa: a casa i vecchi… largo ai giovani!

Ed ecco che si mandano a casa i successori degli Apostoli, com’è giusto che sia,
secondo l’esempio di San Pietro, che voleva ritirarsi, ma il Signore lo rimandò a Roma, dove venne crocifisso;
o secondo l’esempio di San Paolo, che al tempo di Nerone si ritirò definitivamente… “per decapitazione”;
o secondo l’esempio di Sant’Andrea, che si ritirò definitivamente a Patrasso, inchiodato sulla “Croce di Sant’Andrea”, appunto;
o secondo l’esempio di San Giovanni, che si ritirò ad Efeso per accudire fino alla morte la Madre di Dio Maria Santissima;
o secondo l’esempio di San Giacomo, che per mano di Erode Agrippa divenne il primo Apostolo Martire;
o secondo l’esempio di San Filippo, che si ritirò definitivamente per espressa volontà dei nemici di Dio, che lo crocifissero;
o secondo l’esempio di San Bartolomeo, che, nel corso dell’evangelizzazione dell’Oriente,  si ritirò definitivamente… dopo che l’ebbero scuoiato;
o secondo l’esempio di San Tommaso, che volle ritirarsi così lontano che morì ammazzato in India dopo aver evangelizzato quelle genti;
o secondo l’esempio di San Matteo, anche lui morto lontano dal suo paese proprio perché non smise di evangelizzare fino alla morte;
o secondo l’esempio di San Giacomo il Minore, che per il suo perseverare nella predicazione venne lapidato dagli Ebrei;
o secondo l’esempio di San Taddeo, anch’egli martirizzato in Libano;
o secondo l’esempio di San Simone, che tenne tanto in conto la sua salute da morire fatto a pezzi con una sega;
o secondo l’esempio di San Mattia, che per il suo perseverare nella predicazione venne lapidato dagli Ebrei.

Insomma, oggi i successori degli Apostoli, anziché continuare ad assolvere il compito per cui il Signore li ha chiamati, preferiscono ritirarsi, diventare “emeriti” – non si capisce bene in base a che cosa – e godere in vecchiaia le prebende ricevute.  Vescovi emeriti, cardinali emeriti, papi emeriti, tutti emeriti e nessuno che vuole più fare il proprio dovere fino in fondo.

La domanda è: ma questa è ancora la Chiesa cattolica fondata da Nostro Signore?

Noi rispondiamo con un’altra domanda: ancora oggi, in questo mondo impazzito, in questa Chiesa offesa e deturpata, se un padre di famiglia decidesse di rinunciare al proprio ruolo, figli piccoli o grandi che abbia, cosa ne direbbe la società cinica e laica? E cosa ne direbbe la Chiesa conciliare?
Da quanto vediamo, la società cinica e laica e la Chiesa conciliare, condannerebbero un padre che rinunciasse di fare il padre; per i vescovi, no, c’è invece l’obbligo di non fare più il padre.

C’è un modo migliore per sancire che questa Chiesa conciliare è impazzita e sta conducendo all’Inferno un numero enorme di anime?

Che il Signore abbia pietà di noi.




novembre 2014

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