Dopo il viaggio in Turchia…
vale ancora l’”extra Ecclesiam nulla salus” ?

di
Alessandro Gnocchi


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
  2 dicembre 2014

Titolo, impaginazione e neretti sono nostri




Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.



Dopo il viaggio in Turchia. È ora che chi ha la cura del gregge cattolico ci dica apertamente se vale ancora l’ ”extra Ecclesiam nulla salus”

martedì 2 dicembre 2014

È pervenuta in Redazione:

Caro Direttore,
ma cosa ha fatto Bergoglio nella moschea di Istanbul? Dicono un’“adorazione silenziosa”, ma che adorazione è stata mai e chi è stato adorato dentro quell’edificio rivolto alla Mecca? Mai ricordato un fatto del genere, è inaudito, direi intollerabile che un papa  si metta in adorazione  là dove si prega per l’annientamento degli “infedeli”, cioè di coloro che non seguono la religione islamica. Ma siamo o non siamo le cosiddette pecorelle che questo strano pastore deve difendere e proteggere dagli attacchi del lupo famelico? E se lo siamo, come fa il pastore ad assecondare la fame del lupo?  Che sia impazzito o che abbia preferito mettersi dalla parte del prepotente? Se così fosse, ahimé, abbiamo perduto la nostra guida.
Non so se sono esagerata e irriverente, ma so con certezza che sono sconcertata.

Cordialmente
Antonina Sicari

Cara Antonina,
il direttore, come ti aveva anticipato, mi ha girato la tua lettera. Mi permetto di rispondere dandoti del tu, visto che ci conosciamo, ma il tono confidenziale non attenua certo la drammaticità dei quesiti che poni, compresa la constatazione finale sulla guida smarrita.

Come primo passo, vorrei chiarire il quadro dentro cui, fino a oggi, penso di dovermi muovere: ho gli strumenti e la possibilità per dire se e quanto l’attuale Pontefice non sia cattolico in larga parte dei suoi scritti, dei suoi discorsi e dei suoi atti, ma non ho gli strumenti, la capacità e, quindi, la possibilità per dire se e quanto non sia Papa.
Ma tu, cara Antonina, non sbagli quando dici che i cattolici hanno perso la loro guida. Ogni qualvolta Francesco I pone discorsi o atti non cattolici non può essere guida dei cattolici. Ed è drammaticamente evidente che questo avviene con una frequenza sempre più martellante e su temi di gravità sempre maggiore.

Detto questo, non bisogna commettere l’errore di imputare tutto alla sua sola responsabilità.
Le basi magisteriali di quanto compie e dice il vescovo “venuto dalla fine del mondo” sono state poste nei documenti del Concilio Vaticano II. Nel caso a cui ti riferisci, si tratta della “Dignitatis humanae”, la “Dichiarazione” conciliare sulla libertà religiosa.
Ma ogni deriva della Chiesa d’oggi ha il suo corrispondente nel marasma neomodernista del Vaticano II.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che i documenti conciliari non sono nati per caso in un ambiente perfetto, ma sono il frutto di una malattia che covava dentro la Chiesa cattolica da secoli. Gli ultimi pontificati, che pure impallidiscono davanti al disastro bergogliano, sono già il frutto di quel disastro.

Ma, con l’avvento di Bergoglio, ci si trova davanti a un salto di qualità con cui quel che resta della Chiesa cattolica viene minato nelle fondamenta.
L’esempio del Sinodo sulla famiglia è abbastanza recente per non dover essere rammentato nei dettagli. Se fosse passata la linea dettata, neanche tanto di nascosto, dal Pontefice la Chiesa avrebbe subito un colpo devastante.

Ora è di nuovo la volta dei rapporti ecumenici, sui quali l’ermeneutica bergogliana insiste da prima del pontificato.
Nella loro versione aggiornata, tali rapporti non riguardano solo le “altre confessioni cristiane”, cioè eretici e scismatici, ma tutte le altre cosiddette religioni, compresa quella dell’uomo, appena celebrata durante la visita di Francesco al parlamento europeo.
Per Bergoglio sono tutti, sono tutti uguali: atei, massoni animisti, islamici, ebrei, cristiani vari e, forse, anche i cattolici, basta che siano pronti alla resa.
In questa chiave, oltre alla preghiera nella moschea, non trascurerei l’inchino e la richiesta di benedizione del “vescovo di Roma” davanti al patriarca ortodosso Bartolomeo I: “Santità” ha detto il Papa a Bartolomeo “benedica me e la Chiesa di Roma” (Chiesa con la “C” maiuscola ce l’ho messo io, non so se lo ha fatto anche lui). Un quadro che direi umiliante piuttosto che umile.

Quale sia il disegno, cara Antonina, lo vediamo tutti: dissolvere la Chiesa cattolica, cioè il Corpo Mistico di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’acido di un abbraccio vagamente religioso.
Lo ha spiegato il Pontefice stesso nell’intervista rilasciata sull’aereo durante il volo di ritorno dalla Turchia: “Il presidente degli Affari religiosi e la sua équipe mi hanno detto una cosa molto bella: ‘Adesso sembra che il dialogo interreligioso sia alla fine’. Occorre un salto di qualità, un dialogo tra persone religiose di diverse appartenenze: non si parla di teologia ma di esperienza religiosa”.

Che cosa vi sia di cattolico in questo “va dove ti porta il cuore” è difficile da spiegare.
A me, cara Antonina, pare che l’orizzonte, neanche troppo lontano, sia quello dell’oscuramento di Gesù Cristo e del suo insegnamento.

A questo punto bisogna che si dica se si tratta di una deriva imboccata intenzionalmente o per la momentanea perdita di controllo del mezzo. Anche se si stratta di un momento che dura da troppo tempo, è ora che chi ha la cura del gregge cattolico ci dica apertamente se vale ancora l’”extra Ecclesiam nulla salus”.
Sappiamo benissimo quanto la dottrina cattolica, e non il Vaticano II, insegna a proposito della possibilità che Dio salvi anche i non cattolici, ma rimane il fatto che ciò avviene attraverso il mistero della Chiesa cattolica: “Chi è fuori dalla Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto, non si salva;” dice il caro vecchio Catechismo di San Pio X “ma chi ci si trovi senza propria colpa, e viva bene, può salvarsi con l’amore di carità che unisce a Dio e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di Lei”.

Extra Ecclesiam nulla salus”: se non fosse più così, deve dirlo una “fonte autorevole”, che, in quel caso, così autorevole non sarebbe più.

Secondo la redditizia tattica del non mettere nero su bianco errori impugnabili da chiunque, difficilmente qualcuno affermerà apertamente un tale cambiamento di dottrina. Ma bisogna che i fatti non vadano per un’altra strada, perché anche in questo caso la “fonte autorevole” perderebbe autorevolezza poiché diventerebbe stabilmente fonte attraverso la reiterazione di atti contro la fede cattolica.

Insomma, cara Antonina, ci dicano, a parole o fatti, se fuori dalla Chiesa non c’è salvezza e noi saremo abbastanza formati per trarne le conclusioni.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo




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