Novità dalla Roma occupata  

dalla Lettera n° 72 - dicembre 2014 - dei Domenicani di Avrillé

Il meno che si possa dire è che Papa Francesco non ama né la dottrina né le certezze, come testimoniano queste poche parole: «Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima.» (Messaggio per la 48° giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 1 giugno 2014).
«La tradizione e la memoria del passato devono aiutarci ad avere il coraggio di aprire nuovi spazi a Dio. Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva.» (Intervista a La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013). «Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. […] Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza.» (Idem).

Questo spiega indubbiamente il relativismo morale (ormai di parla pudicamente di “morale di gradualità”) che Papa Francesco ha lasciato che si introducesse nel recente Sinodo sulla famiglia (4-19 ottobre 2014): per sua espressa richiesta, malgrado un numero di voti insufficienti (benché largamente maggioritario!) il rapporto finale ha mantenuto i paragrafi contestabili su:
1 - la pastorale verso i concubini: «Ci sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano» (§ 22); «Una sensibilità nuova della pastorale odierna, consiste nel cogliere gli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, nelle convivenze» (§ 41)

2 – l’accesso dei divorziati risposati alla Santa Comunione (§§ 52-53).

3 – gli omosessuali: «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (§ 55).

Ma Francesco, fedele al suo metodo, aveva già detto: «Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’«odore» degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce. A quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia» (Veglia in preparazione del Sinodo, Piazza San Pietro
, 4 ottobre 2014)

Quanto siamo lontani dai solenni avvertimenti di San Paolo ai pagani idolatri!
«Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore, […] Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, […] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.» (Romani, 24-27 e 32).




dicembre 2014

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