NATALE FUORI LUOGO
ovvero
Il capo dei Vescovi dice Messa sul tavolo di redazione



di A. Nonim

Ho visto su AVVENIRE del 18 c.m. (pag. 2) una foto che ritrae il Segretario della CEI Mons. Nunzio Galantino mentre celebra la Messa di Natale in una sala della redazione del giornale a Milano [vedi il filmato].

A parte che non vedo che bisogno ci sia che per delle persone, che si suppongono cattoliche, si celebri una Messa di Natale prima del 25 dicembre [forse perché quel giorno a Messa non ci vanno?], mi sembra davvero diseducativo offrire ai lettori di Avvenire quello “spettacolo” di una Messa celebrata non su un altare per quanto “improvvisato”, ma su un tavolo delle riunioni di amministrazione e di redazione del giornale, senza tovaglia, senza crocifisso, senza alcun segno e alcun senso del sacro, in barba a tutte le norme liturgiche pre- e post-conciliari.
Bella roba!
Bella lezione dall’alto!

Ma non si avvedono costoro che così facendo vanificano tutti gli sforzi di chi si impegna ad osservare e far osservare le norme liturgiche e che non solo danno man forte agli indisciplinati, ma anche rafforzano sempre di più, in coloro che non accettano la Riforma Liturgica, la convinzione di essere (anche se, e in non secondari aspetti, lo sono più che legittimamente) dalla parte del giusto e della ragione?

Ma smettiamola una volta per tutte, e soprattutto chi di dovere si impegni decisamente a che la si smetta con questa continua banalizzazione del più santo, del più grande, del più sublime atto di culto che è il Santo Sacrificio dell’Altare!
Dell’Altare, appunto! Tanto è fondamentale l’Altare che il Santissimo Sacramento del Sacrificio della Croce è anche denominato Santo Sacrificio dell’Altare.

E dov’è invece che Mons. Galantino ha celebrato Messa nella redazione di Avvenire a Milano?

Perché si compiono così gravi abusi ad opera addirittura di chi dovrebbe invece preoccuparsi, specie per la fiducia riposta in lui dal S. Padre e per l’alta rappresentatività che ha nell’episcopato italiano, di non dare cattivo esempio?

E non bisogna nemmeno dimenticare i gravi danni ecumenici che ne conseguono, perché gli Ortodossi sicuramente inorridiscono davanti a una tale superficiale riduzione della sinassi eucaristica a semplice incontro fraterno per scambiarsi gli auguri di Natale, considerando con ciò noi cattolici distruttori della Tradizione e privi del senso del sacro e del mistero.

Fino a quando dovremo ancora sopportare tutto questo? Io sono sempre stato e sono convinto che i tradizionalisti abbiano le loro sacrosante ragioni, ma se si continua di questo passo con gli abusi, persino con l’avallo e il cattivo esempio dall’Alto, finirò per convincermi che le ragioni siano tutte sacrosantamente  dalla loro parte.



dicembre 2014

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