Preghiamo per la Chiesa 

di
Alessandro Gnocchi

Ancora sulla Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Non vogliamo inventare nulla di nuovo, ci limitiamo a fare ciò che la Chiesa fa da secoli perché sappiamo che può essere solo come è sempre stata: a misura di Dio per la salvezza delle anime e per il bene dei corpi di tutti coloro che vogliono farne parte.


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
6 gennaio 2015

Titolo, impaginazione e neretti sono nostri




Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


martedì 6 gennaio 2015

È pervenuta in Redazione:

Caro Gnocchi,
                          venerdì sono venuta alla parrocchia di Linarolo per il Rosario e la Messa della Lega per la riparazione. A me è sembrato molto bello trovarsi in Chiesa a pregare (finalmente!) per riparare alle offese che facciamo ogni giorno a Gesù, senza tanti paroloni e prediche interminabili. Pregare e partecipare alla Messa. Però quando ne ho parlato con amici della mia parrocchia si sono addirittura scandalizzati, perché mi hanno detto che una cosa del genere non è ufficiale, che la Lega sarà il solito movimento che vuole insegnare agli altri e poi quando ho detto che si è celebrata la Messa in latino hanno detto che loro a “certe cose” non parteciperebbero mai, perché sono “fuori dalla Chiesa”. Io ho risposto che con noi c’era un sacerdote e che non si è fatto altro che pregare e celebrare la Messa, ma quelli non hanno voluto sapere altro. Mi hanno detto che non va e basta. Io invece sono contenta di esserci stata, ma la prego, mi aiuti lei a rispondere a tono a questi discorsi.
La ringrazio tanto
Angela Colozzi






Gentilissima Angela,

dato il periodo festivo, uso volentieri questo spazio, a cui lei ha indirizzato la sua lettera, per rispondere ai suoi quesiti, ma tenderei a non sovrapporre la rubrica della posta dei lettori alle pagine dedicate alla Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Tenere gli ambiti separati aiuta a essere chiari e, soprattutto, evita il rischio di personalizzare un’iniziativa che deve appartenere in ugual modo a tutti coloro che la intraprendono.
Anzi, che deve appartenere anche a tutti coloro che non la intraprendono e magari sono la causa di quelle offese al deposito della fede, alla dottrina e alla morale che la rendono necessaria.
E con questo, cara Angela, abbiamo già risposto a “quei” discorsi.

Se fossimo “fuori dalla Chiesa” non pregheremmo per la Chiesa. Forse, anzi certamente, sono più lontani dal cuore della Chiesa, e spesso sono fuori anche dai confini più lontani, quegli uomini di Chiesa, ecclesiastici e laici di ogni ordine e grado, che si fanno beffe della fede, della dottrina, della morale, della spiritualità, della devozione che per due millenni hanno nutrito la vita cristiana di tanti fedeli.
Le spieghino, cara Angela, come è possibile essere o soltanto sentirsi “fuori dalla Chiesa” quando, come ha potuto constatare di persona, si recita il Rosario e si partecipa a una Messa cattolica celebrata da un sacerdote cattolico in riparazione alle offese di chi oltraggia quel Rosario, quella Messa, tutto ciò che rappresentano e i fedeli che ne traggono alimento.
Noi, a differenza dei tanti novatori, che pensano di demolire la “vecchia” Chiesa per farne una “nuova” e più bella, più a misura d’uomo, proponiamo di fare ciò che i cristiani fanno da sempre: il concetto di riparazione lo si trova già nei Padri. Non vogliamo inventare nulla di nuovo, ci limitiamo a fare ciò che la Chiesa fa da secoli perché sappiamo che può essere solo come è sempre stata: a misura di Dio per la salvezza delle anime e per il bene dei corpi di tutti coloro che vogliono farne parte.

Non tema, chi prega e offre le proprie sofferenze per la Chiesa non ne è fuori.
Lo sa che cosa disturba “quei” signori che fanno “quei” discorsi?
Il fatto di non essere ancora riusciti a sradicare dalla Chiesa cattolica tutti i cattolici, tutti coloro che continuano a pensare, a dire e a mostrare con la pratica che la fede non può mutare e che se qualcuno intende mutarla, chiunque sia, non è più cattolico.
Fino a quando ci sarà ancora un solo vero fedele, “quei” signori non avranno vinto. E, purtroppo, per loro, ce n’è ancora più di uno.

Venerdì 2 gennaio, ad un’iniziativa decisa 36 ore prima e annunciata in tutta fretta e realizzata in una piccola parrocchia della provincia di Pavia, erano presenti una quarantina persone provenienti da Milano, da Bergamo, da Lecco, da Varese, da Udine. Come avrà notato, non c’è stato nessun discorso, nemmeno un breve saluto perché, possiamo confessarlo senza problemi, pensavamo si essere in quattro o cinque oltre al sacerdote e ci sembrava inutile e anche un po’ ridicolo salutarci ufficialmente tra di noi.
Invece, la preghiera funziona, eccome.


Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo





gennaio 2015

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