IO NON SONO CHARLIE

LIBERTA' DI SATIRA O LICENZA DI EMPIETA'?

di U. T.

           


Poco egregi e acritici manifestanti in massa, io non ho bisogno di confondermi con voi e identificarmi con Charlie Hebdo, per condannare la strage di Parigi e per dire che non si uccide in nome di Dio.

Il mio Dio, il Dio dell’amore, mi dice che la vita è sacra, che non si uccidono i bambini nel grembo materno, che non si uccidono le persone malate in stato terminale, che non si deve uccidere neppure chi si rende responsabile del più atroce dei crimini. Il mio Dio mi dice che non si uccide e basta.

Invoco perciò la Sua pietà per le vittime di questa ennesima mattanza e la Sua misericordia per i carnefici.

Come tutti gli uomini di buona volontà, mi auguro anche che accadimenti come questi non abbiano mai più a ripetersi e che il mondo possa un giorno liberarsi di tutti i fanatici che ancora oggi barbaramente macellano i loro simili per pretesa ispirazione divina.

Ma non ci può essere libertà senza lo splendore della verità. E’ la verità che ci fa liberi e non il contrario.

Questa strage non è stata un attentato contro la libertà di stampa, ma un’azione esecrabile, ripugnante e abominevole compiuta da criminali che credono che possa esistere un Dio orgoglioso di chi lo vendichi delle offese subite.

Perché di questo si è trattato, fanatici criminali - educati appunto al fanatismo e al crimine - che hanno giustiziato, dal loro punto di vista in maniera orrendamente esemplare, chi si è reso reiteratamente responsabile di gravi e imperdonabili offese al loro Dio.

La libertà di stampa non c’entra nulla, come invece ipocritamente si vuol far credere.

Però pur condannando il gesto criminale incondizionatamente, non si può accettare l’idea che si debba essere tutti Charlie Hebdo.

La mia cultura, le mie radici cristiane, la mia fede, l’appartenenza alla mia Chiesa me lo impediscono.

Io non sono come Charlie Hebdo, io non godo di fronte a una vignetta che dissacra la Madonna a gambe aperte mentre partorisce Gesù Bambino come in un prodigioso numero da circo e mi indigna l’illustrazione “satirica” dello Spirito Santo che sodomizza Gesù Crocifisso con tanto di buchi su mani e piedi, che a sua volta possiede da dietro il Padre Eterno con la lingua di fuori in espressione gaudente.

QUESTA NON È SATIRA, È VILIPENDIO, DILEGGIO, BESTEMMIA E BASTA.

Ne sono profondamente offeso, ma non per questo aggredirei l’autore della vignetta, semmai proverei infinita pena per la sua miseria morale.

Credo sia importante non vergognarsi della propria identità e che sia altrettanto importante dire la verità, con coraggio, anche in questo momento di orrore.

Il diritto di satira finisce dove inizia il diritto di una cultura e di un popolo a essere rispettato nei suoi fondamentali valori di civiltà. La libertà di espressione non deve confondersi con la licenza di empietà e la pornografia religiosa.

Charlie Hebdo è un giornalaccio incivile di cui vergognarsi, non è un foglio satirico, ma solo blasfemo per amor di tiratura e di guadagno, perché non ha il minimo rispetto di ciò che per altri è sacro.

IO NON SONO CHARLIE.







gennaio 2015

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