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Consacrare solennemente la Russia al Cuore Immacolato di Maria di Luciano Garibaldi pubblicato su Riscossa cristiana
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Don Ennio Innocenti, fondatore dell’Ente ecclesiastico «Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis», ha dato alle stampe la decima edizione di un suo testo classico, «Fatima, Roma, Mosca», dedicato alle apparizioni di Fatima, e lo ha fatto alla vigilia del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, portando così a termine un itinerario che iniziò nel 1949, quando egli, allora sedicenne, scrisse “L’ora di Maria nel disegno di Dio”, il suo primo articolo, pubblicato su “La Voce di Fatima”. Don Innocenti ha aggiornato il suo lavoro con una serie di considerazioni legate all’attualità che inducono a profonde riflessioni. Com’è noto, le apparizioni di Fatima si verificarono nel 1917, quando era in pieno svolgimento la Grande Guerra. La Madonna comparve sei volte, ogni 13 del mese, a partire dal 13 maggio e fino al 13 ottobre di quell’anno, ai tre pastorelli : Lucia dos Santos, di 10 anni, e ai suoi due cuginetti Francisco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni. La notizia si sparse velocemente e migliaia di fedeli accorsero a Fatima da ogni parte del Portogallo, ma anche da tutta Europa. Nella terza delle sei apparizioni, quella del 13 luglio 1917, i tre bambini ebbero la visione dell’Inferno e la Madonna annunciò loro che sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale (in quel momento era in pieno svolgimento la prima) e che «la Russia si convertirà» (in quel momento, Lenin e il comunismo non erano neppure ancora al potere). Ma, prima, il Papa avrebbe dovuto consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Ma ecco la cronaca più completa (e definitiva) dell’apparizione e del dialogo con Maria relativo al segreto, contenuta in una relazione scritta da suor Lucia l’8 dicembre 1941 e consegnata al vescovo di Leiria e Fatima, monsignor José Alves Correia da Silva, oggi sepolto nel santuario. Il vescovo aveva ordinato alla veggente di «dire tutto, salvo la parte del segreto che non le era permesso rivelare». «… Quindi la Signora disse: “Avete visto
l’inferno, dove cadono
le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel
mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi
dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta
per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di
Pio XI, ne incomincerà una peggiore. Quando vedrete una notte
illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande
segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi
delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla
Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la
consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, e la Comunione
riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la
Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no,
spargerà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e
persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre
avrà molto a soffrire, varie nazioni saranno distrutte.
Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi
consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà
concesso al mondo un tempo di pace. In Portogallo si conserverà
sempre il dogma della fede… [seguono altre frasi]… Questo però
non ditelo a nessuno“».
Era il mitico “terzo segreto di Fatima”, che oggi non è più un segreto, in quanto fu rivelato il 27 aprile dell’anno 2000 nell’incontro tra suor Lucia e il cardinale Tarcisio Bertone, inviato nel convento di Santa Teresa di Coimbra da Papa Wojtyla. I tre veggenti avevano visto un Papa vestito di bianco arrancare tra rovine, distruzioni e cadaveri e infine cadere trafitto da colpi di arma da fuoco. E’ noto che Papa Giovanni Paolo II individuò se stesso in quella drammatica figura e ritenne sempre di essere stato risparmiato proprio dalla Vergine Santa che deviò il colpo di pistola sparatogli dall’agente del KGB Alì Agca quel 13 maggio 1981, giorno anniversario della prima apparizione di Fatima. Ma la frase pronunciata dalla Madonna sulla quale continua il dibattito è: «…la Russia si convertirà». Un numero infinito di interpretazioni ha ritenuto che la promessa mariana si riferisse al comunismo, sovvertitore di ogni fede religiosa e detentore del potere assoluto in Russia per oltre 70 anni (dal 1918, assassinio dei Romanov, al 1989, crollo del muro di Berlino). Ma quando la Vergine Maria pronunciò quella frase, il 13 luglio 1917, Lenin non aveva ancora preso il potere. Non esisteva dunque una Russia da convertire dall’ateismo marxista alla fede cristiana. Esisteva invece una Russia profondamente cristiana sì, ma assolutamente estranea, se non ostile al cattolicesimo. Vediamone brevemente la storia. La Russia è cristiana da circa un millennio. La Russia di mille anni fa era il territorio attorno a Kiev, l’attuale capitale dell’Ucraina. Si chiamava “Rosìa” perché era dominata dai normanni provenienti da Rosslag, in Svezia. I regnanti di Kiev si avvicinarono al cristianesimo, abbandonando il paganesimo, per una serie di vicende sentimentali. Molti di essi si erano innamorati, ed avevano poi sposato, principesse cristiane. La fede cristiana si rinsaldò, nei secoli seguenti, a fronte delle invasioni dei mongoli e dei tartari. Essa ha resistito anche ai 70 anni di oppressione comunista e atea. Mai, però, richiamandosi al magistero di Roma, ma continuando a proclamarsi Chiesa russo-ortodossa, con a capo il Patriarca di Mosca. Nel 1988 fu celebrato il millenario del cristianesimo russo. In quell’occasione, Gorbaciov si recò a Roma per incontrare Giovanni Paolo II. Fu un evento di grande significato storico, perché gli ultimi epigoni del marx-leninismo si inchinavano di fronte a colui che solo sette anni prima avevano ordinato di uccidere. Neppure in quell’occasione, il Pontefice ritenne di dover consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Così pure i suoi successori. Ora al vertice della Russia c’è Vladimir Putin, che ha fatto aperta professione di fede cristiana. Leggiamo, a questo punto, una illuminante lezione di storia di Don Ennio Innocenti, tratta da una delle sue mitiche rubriche radiofoniche “Ascolta, si fa sera”: «Dal secolo decimo al secolo dodicesimo, la
Chiesa
dei popoli russi, riunita sotto la giurisdizione dell’arcivescovo
metropolita di Kiev, è in comunione con la Chiesa Romana. Nel
secolo dodicesimo, un metropolita di Kiev rompe i rapporti con Roma.
Nel seguente, il tredicesimo, Kiev viene distrutta dai tartari di
Gengis Kan, e successivamente, il metropolita di Kiev si trasferisce a
Mosca. Kiev fu ricostruita nel secolo quattordicesimo, ma senza
ottenere il prestigio della prima sede, trasferito ormai nel centro
politico del nuovo impero. Nel secolo quindicesimo, i rappresentanti
della gerarchia ecclesiastica russa firmarono, durante il Concilio di
Firenze, il patto di piena comunione con la Chiesa di Roma, ma – nei
fatti – la pace non fu ristabilita. A questo punto si registra una
novità: Ucraina e Bielorussia si staccano da Mosca ed entrano
nel Regno di Polonia, restandovi per tre secoli: in questo periodo
l’unione con Roma è effettiva in quelle regioni. Poi, gli Zar di
Mosca riprendono il dominio su quelle regioni. Anche il Patriarcato di
Mosca fa valere il suo primato in Ucraina, ma la gerarchia cattolica
orientale resta sul campo fino al tempo di Stalin. Costui
sopprimerà i vescovi cattolici imponendo l’assorbimento delle
strutture cattoliche nelle strutture ecclesiastiche di Mosca».
E’ un fatto che le chiese trasformate in stalle per buoi con i tabernacoli profanati furono soltanto quelle cattoliche, e nessun comunista si permise di profanare le chiese russo-ortodosse. Riuscirono in qualche modo a sopravvivere soltanto le chiese cattoliche ucraine e bielorusse, ma in clandestinità. Dopo la fine del comunismo, l’ostilità è venuta meno, ma permane la incomunicabilità tra le due confessioni. E veniamo a Putin. Putin si è più volte apertamente proclamato cristiano. Il 25 novembre 2013 ha incontrato Papa Francesco e gli ha fatto dono di una preziosa icona della Madonna. Due mesi prima, in occasione di un Forum internazionale, aveva duramente stigmatizzato la perdita di fede dell’Occidente: «I Paesi euro-atlantici», aveva detto, «stanno ripudiando le radici cristiane che
costituiscono la base
della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e
tutte le identità tradizionali: culturali, religiose e financo
sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a
convivenze di partners dello stesso sesso. Registrano partiti politici
che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente ha
ritegno a manifestare la propria fede. Le festività sono abolite
o chiamate con altri nomi. La loro essenza religiosa viene nascosta.
Sono convinto che tutto ciò apre una strada verso il degrado che
sboccherà in una profondissima crisi morale».
Parole di un leader mondiale in continua ed inarrestabile ascesa. Come
concludere? Con le parole di Don Ennio Innocenti: «La Vergine
Santa non ha chiesto di consacrare gli atei, bensì i sinceri
credenti, come, appunto, i popoli russi, costantemente devoti di Maria
Santissima, perché quella consacrazione li avrebbe incoraggiati,
fortificati, e resi potente fermento di conversione collettiva,
facendoli diventare decisivo fattore di pace per il mondo. La
consacrazione papale della Russia alla Vergine Santa significherebbe
altresì che la Russia è sodale con i popoli cristiani
sulla base della fede che rende questi popoli autenticamente fraterni,
nel Corpo mistico di Cristo».. (torna
su)
febbraio 2015 |