Scusateci tanto, ci siamo sbagliati.
In Irlanda non è successo nulla  


di Paolo Deotto





Articolo pubblicato su Riscossa Cristiana


Su Zenit di ieri leggiamo che da Santa Marta arrivano nuove classificazioni molto interessanti: i rigoristi, gli egoisti, gli affaristi, e così via. Pensavamo che prima o poi arrivassero anche due parole sul referendum irlandese, invece non abbiamo letto nulla. E’ chiaro che siamo noi a preoccuparci troppo…

Dobbiamo fare le nostre scuse ai lettori. Siamo gente che esagera. Figuratevi, abbiamo scritto che il referendum in Irlanda ha avuto un esito disastroso, che l’omosessualismo è la peste del secolo, e cose simili. Pensavamo di dire ciò che deve dire un cattolico.
Ma và! Ci siamo sbagliati, abbiamo esagerato. In Irlanda praticamente non è successo niente di rilevante. Almeno, così dobbiamo dedurre dal fatto che i quotidiani bollettini da Santa Marta e dintorni non hanno portato alcuna notizia in merito.

L’ultimo bollettino che abbiamo letto, su Zenit di ieri, contiene delle dichiarazioni di profondo interesse su ulteriori classificazioni di cattivi cristiani. Del resto, anche immediatamente dopo l’esito referendario, si è parlato, dalla medesima autorevole fonte, di corruzione, povertà e generi affini. Silenzio totale e tombale sull’Irlanda.

Ci siamo sbagliati. Figuratevi che eravamo convinti che una Nazione che legifera contro il diritto naturale, che arriva a contraddire l’ordine naturale voluto da Dio Creatore, fosse destinata alla rovina. Addirittura eravamo convinti che il disastro fosse ancora più grave nel caso irlandese, perché la decisione di legalizzare il matrimonio tra invertiti non è venuta dal parlamento ma direttamente dal popolo. Vox populi, vox dei. O no?

Probabilmente è da anni che ci sbagliamo. Il racconto biblico su Sodoma e Gomorra deve essere un semplice pezzo di fantasy. Del resto, cosa volete fare? Parlare ancora di peccato, di dannazione eterna, di castigo di Dio? Ma no, suvvia, in questo modo la Chiesa si allontana dalla gente. L’arcivescovo di Dublino, Martin, dopo matura riflessione, aveva detto che la Chiesa “deve guardare in faccia la realtà”. Anche lui, che è un personaggio molto autorevole, non ha parlato assolutamente di peccato, inferno e quisquilie simili.

Adesso che abbiamo anche il silenzio-assenso da Santa Marta, dobbiamo concludere che siamo noi ad esagerare.
La Chiesa deve essere al passo con i tempi, smetterla di chiudersi al mondo, prendere finalmente contatto con ciò che accade. Pensate a quanti secoli persi nel predicare il Vangelo per la salvezza delle anime! Eppure era così semplice: il Vangelo è un prodotto difficile da vendere (alcuni inguaribili propagandisti vennero e vengono addirittura uccisi per la loro insistenza; mi pare che si chiamino “martiri”), quindi basta cambiare prodotto, trovarne uno gradito dal pubblico, e le vendite balzeranno in alto.

Bisogna guardare in faccia la realtà. Chiaro, no?

Per limitarci all’Italia, auspichiamo che quanto prima la Chiesa apra un serio dialogo con scippatori, ladri d’appartamento, rapinatori, sfruttatori della prostituzione, camorristi, mafiosi, aderenti a “Cosa Nostra” e alla ‘ndrangheta, terroristi, sportivi corrotti, politici nullafacenti, medici abortisti, e via elencando. Sono tutte categorie molto forti e sarebbe un peccato non guardare in faccia la realtà e magari perdere il contatto con tante persone.

Andando a memoria, ci pare di ricordare una Chiesa che si preoccupava anzitutto della salvezza delle anime e che arrivava a dire che questa salvezza non era possibile se non nella Fede cattolica.
Però i tempi cambiano, bisogna stare al passo. E ogni giorno si chiariscono tante cose. Si chiariscono davvero, soprattutto nei punti essenziali.

E questa chiarezza è solo un bene, perché ci aiuterà nelle scelte, inevitabili, che molto presto dovremo fare.




maggio 2015

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