Saga di luoghi comuni sulla famiglia

di Belvecchio




La moderna famiglia “allargata”

Non vogliamo essere irriverenti, tutt’altro: è col massimo rispetto e con la dovuta deferenza che facciamo notare una piccola-grande curiosità, tratta dal “Messaggio del Santo Padre Francesco per la XLIX giornata mondiale delle comunicazioni sociali”, intitolato “Comunicare la famiglia: 
ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore”.

Cos’abbia a che fare la famiglia – da comunicare!? – con le comunicazioni sociali mondiali, è davvero un mistero, un fitto mistero… semmai, volendo parlare della famiglia senza infingimenti, si sarebbe dovuto spiegare il senso che questa ha, da sempre, nel piano provvidenziale di Dio e, ultimamente e con sempre maggiore impellenza, nel disegno salvifico di Nostro Signore Gesù Cristo.

Eppure, l’imminenza del prossimo Sinodo ordinario sulla famiglia, avrebbe dovuto muovere i pensieri e le esternazioni di Francesco nelle direzioni pressantemente richieste da un anno di polemiche e di “consultazioni”; ed invece questo “messaggio” sembra avere scoperto una nuova dimensione della famiglia: quella di luogo comune psicologico e sociologico, che prescinde platealmente dalla visione cattolica.
Un messaggio in cui insieme a “Dio”, che è nominato 4 volte, si menziona 0 (zero) volte la salvezza, la Redenzione, la Vita Eterna, il Vangelo e il termine “cattolico-a”. 
Un messaggio in cui, dopo aver menzionato 25 volte la “famiglia”, le si accosta 6 volte l’“incontro”, 2 volte il “dialogo”, 2 volte il “condividere”, 1 volta l’“ascolto”, la “relazione”, l’“accoglienza” e la  “riconciliazione”, e 15 volte la “comunicazione” insieme con “comunicare” (7 volte), “comunica” (1 volta),“comunicano” (1 volta), “comunicarsi” (1 volta), “comunicante” (1 volta), “comunione” (1 volta), “comunicativo” (1 volta); tale che da ambito in cui si dovrebbe coltivare la sottomissione a Dio, la famiglia diventa luogo di comunicazione; e questo perché – dice Bergoglio -  è opportuno “guardare la famiglia da un nuovo punto di vista”.
Quale punto di vista, se si prescinde dal punto di vista cattolico, di cui non si parla nel “messaggio”?

Per prima cosa, per inquadrare il “nuovo punto di vista”, ci si informa che al cuore della famiglia sta il “comunicarsi” e il “comunicare”, il tutto volto alla “comunicazione”, tenuto conto che la famiglia è anche il “contesto in cui si trasmette quella forma fondamentale di comunicazione che è la preghiera”, cioè la “dimensione religiosa della comunicazione, che nel cristianesimo è tutta impregnata di amore, l’amore di Dio che si dona a noi e che noi offriamo agli altri”.
Ora, a parte l’avvilimento della preghiera, ma è davvero questa la famiglia cattolica?
Ce lo chiediamo perché dal Papa ci aspetteremmo ben altre considerazioni, che non queste insulse e melense frasi fatte… dagli psicologi moderni e dai sociologi generalisti.
Ma tant’è, visto che ci si spiega che “Nella famiglia è soprattutto la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra, a farci capire che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità.”

Non una parola sul senso basilare della famiglia voluta da Dio e sul suo scopo ultimo che ha in vista la vita eterna. È più che evidente che la famiglia di cui si parla nel passo appena citato è tanto generica e funambolica quanto per niente cattolica. Anzi, così descritta, la famiglia può essere qualunque cosa, qualunque invenzione moderna, tranne che la famiglia cattolica.
Sarò questo il vero intento del nuovo Papa Francesco?

Noi non azzardiamo, né approfondiamo, proprio per evitare volutamente che qualcuno pensi che noi si voglia calcare la mano a priori, ed allora ci limitiamo a richiamare ben altra prosa sulla famiglia, risalente non ai tempi andati dei Padri della Chiesa, per esempio, ma appena ad alcuni anni fa, quando la guerra alla famiglia e alla religione cattoliche era già in stato avanzato, ma non ancora così virulenta e laicamente corale come adesso.
Quali parole ben più dure, quali controffensive ben più decise, quali assalti ben più vigorosi servirebbero adesso?

Ma leggiamo la preghiera per la famiglia proposta dal venerabile Pio XII nel vicino 31 ottobre 1954, Festa di Cristo Re.
I fedeli sono in grado di cogliere, raffrontare, discernere e dare ad ognuno il suo.

Signore, Dio di bontà e di misericordia, che nel mondo del male e del peccato, alla società dei redenti hai offerto, purissimo specchio di pietà, di giustizia, di amore, la Santa Famiglia di Nazareth, vedi come la famiglia è oggi da ogni parte insidiata, e tutto congiura a profanarla, strappandole la fede, la religione, il costume.

Assisti, o Signore, l’opera delle tue mani. Proteggi nei nostri focolari le virtù domestiche, garanzia unica di concordia e di pace.


Vieni e suscita i difensori della famiglia. Suscita gli apostoli dei nuovi tempi, che nel tuo Nome, col messaggio di Gesù Cristo e con la santità della vita richiamino alla fedeltà i coniugi, all’esercizio dell’autorità i parenti, all’ubbidienza i figli, alla modestia le fanciulle, alla stima e all’amore della casa da Te benedetta le menti e i cuori di tutti.


Restaurata in Gesù Cristo su gli esempi del divino modello di Nazareth, ritrovi la famiglia cristiana il suo volto; ritorni santuario ogni domestico nido; si riaccenda in ogni focolare la fiamma della fede, che le avversità porta in pazienza, le prosperità con moderazione, e tutto compone nell’ordine e nella pace.


Sotto il tuo sguardo paterno, o Signore, e affidata alla tua Provvidenza, auspice l’amoroso patrocinio di Gesù, Maria e Giuseppe, sarà la famiglia asilo di virtù, scuola di sapienza. Sarà riposo negli affanni della vita, testimonianza alle promesse di Cristo. Renderà al cospetto del mondo gloria a Te, Padre, e al tuo Figlio Gesù, finché non giunga con tutti i suoi membri a cantare le tue lodi nei secoli eterni. Così sia.







maggio 2015

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