GALANTINO, “PIAZZISTA DEL MODERNISMO”?

di U. T.




Mons. Nunzio Galantino da Cerignola, vescovo emerito di Cassano sullo Jonio, attuale Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, raccomandato speciale della Chiesa bergogliana e come tale forte della licenza di parlare a ruota libera e senza peli sulla lingua, continua a regalarci significativi scampoli d’imprudenza pastorale talora sconfinanti nella malacreanza.

Prima irresponsabile sortita di Galantino un’intervista in cui si scaglia contro la sensibilità ferita del movimento cattolico antiabortista “Pro Vita” proclamando: “Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza”.

Sempre in tema di “Difesa della Vita” egli non nasconde in un’altra intervista la sua scandalizzata perplessità nei confronti di chi, per difendere i valori cristiani, non esita a impegnare anche una certa violenza verbale. Evidentemente, come il proselitismo già definito da papa Bergoglio una “solenne sciocchezza”, anche l’apologetica, bimillenario campo di battaglia dei nostri Padri, è gettata alle ortiche dai novatori come poco ecumenica.

Inebriato dall’incenso dell’accoppiata Fazio e Gramellini al cui levogiro turibolo televisivo si è presto guadagnato i titoli per essere invitato, don Nunzio - così con dubbia umiltà concede di essere chiamato - in un crescendo di provocazioni moderniste esprime la sua indignazione contro chi, dopo il referendum irlandese sui matrimoni gay, osa “arroccarsi” sui propri principi a difesa della famiglia tradizionale. Neanche fosse improprio del buon cristiano appunto l’aggrapparsi alla roccia ferma e immutabile dei comandamenti divini.

Don Nunzio accusa di fanatismo e fondamentalismo chi nel mondo cattolico, per non svendere la propria identità, si sottrae alle sirene del perdente dialogo interreligioso con l’Islam.

In tutta coerenza il prelato non fa mancare la sua azione di disturbo, mettendo come può la sordina mediatica alla mobilitazione di massa del “family day”, di cui peraltro la stessa CEI è promotrice, il 20 giugno scorso.

Fa l’impossibile, anche intrattenendo segreti rapporti conviviali, per favorire l’iter del disegno di legge della parlamentare Monica Cirinnà, sull’insegnamento del “gender” nelle scuole.

Ultima, ma probabilmente non l’ultima, la serie d’insulti, riportati dalla stessa “Famiglia Cristiana”, vomitati contro il politico Salvini, vernacolarmente tacciato di “piazzista da bar”, a proposito d’immigrazione.

Dopo una così penosa litania di iniziative poco eccellenti, non si può proprio dire che l’immodesto vescovo Galantino da Cerignola, lui sì piazzista ma della più grave delle eresie, il modernismo, si faccia mai mancare l’occasione luciferina per mettersi di traverso sul percorso della Chiesa tradizionale e per esporre in bella mostra il proprio poco edificante campionario di vanità e insulsaggini eterodosse.

Sua Eccellenza è proprio così insostituibile nell’incarico che occupa tanto maldestramente?
Parafrasando il celebre stemma della "Grande Chartreuse" ci viene addirittura da suggerire all’inamovibile raccomandato del Papa un nuovo motto episcopale: “Stat Nuntius dum volvitur orbis”.




agosto 2015

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