ANCHE IL PAPA HA DETTO: “OOH”

di U. T.




Il funerale sinti del defunto capoclan Vittorio Casamonica offre a ciascuno la possibilità di dire la sua e pretendere di aver ragione.

Non poteva mancare il Papa a entrare in tackle a piedi giunti (e neppure in pantofole) e unirsi al coro dell’indignazione generale, sentimento ormai diffuso, anzi inflazionatissimo. Se nell’occasione qualcuno avrebbe dovuto attenersi alla regola aurea del silenzio e della prudenza era proprio Lui, il vescovo di Roma, sedicente e professo signor nessuno per giudicare, condannare e discriminare i buoni dai cattivi.



Che senso ha tirar fuori a posteriori una fantomatica scomunica “latae sententiae” di un boss della malavita che fino al giorno prima si è professato cattolico e credente? Ragione per cui il parroco della chiesa di san Giovanni Bosco protesta la sua ragione, anche ai sensi del diritto canonico, a non poter oggettivamente negare quelle esequie religiose.



Lo scandalo e, se vogliamo, l’indignazione “urbi et orbi” può riguardare semmai quanto è successo FUORI della chiesa, non DENTRO, ed è di esclusiva competenza del potere civile e della città di Roma la quale, non dimentichiamo, dal concordato Craxi-Casaroli non è più Città Santa.



Mi sia permessa una domanda. Il Papa in quanto tale dovrebbe scandalizzarsi e lanciare anatemi di più contro lo sfarzo pur di pessimo gusto di quei sei cavalli neri e quella orribile carrozza funebre o piuttosto avverso a quella enorme moschea islamica che fa quasi ombra a san Pietro, ove si prega di continuo la macelleria della futura decollazione nostra e dei nostri figli?



Quanto alla banda che strombazzava la laica colonna sonora del film “Il Padrino” FUORI della chiesa, di pessimo gusto sin che si vuole, siamo proprio sicuri che sia liturgicamente più eterodossa della canzone “Bella Ciao” cantata DENTRO la chiesa ai funerali di un sedicente ateo, Enzo Biagi, celebrante il cardinale Tonini?




agosto 2015

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