I fedeli della Fraternità San Pio X
non sono mai stati assolti per i loro peccati!

Mons. Fellay applaude e ringrazia!

di Belvecchio






E poi dice che non è vero che in questo mondo moderno siamo tutti impazziti!
Come si potrebbe chiamare se non impazzimento quello che scrive tranquillamente papa Bergoglio e quello che “comunica” gioiosamente Mons. Fellay?

Ma andiamo per ordine.
Il 1 settembre, papa Bergoglio ha inviato a Mons. Fisichella, coordinatore del Giubileo Straordinario della Misericordia, una lettera per «focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio

Con la premessa del desiderio che «l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso», papa Bergoglio stabilisce, «nonostante qualsiasi cosa in contrario», che si assolva universalmente il peccato commesso con la pratica dell’aborto; e che, «per mia propria disposizione», «quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati».

La sequenza è strabiliante, poiché la lettera enumera – per gravità? – punti diversi: penultimo: l’assoluzione universale di chi pratica l’aborto, e quindi di riflesso l’aborto stesso; ultimo: la concessione del riconoscimento «durante l’Anno Santo della Misericordia» della validità e della liceità dell’assoluzione data dai sacerdoti della Fraternità San Pio X.

Tale sequenza, unita all’immediato accostamento delle due cose, dovrebbe far saltare sulla sedia, non solo i fedeli della Fraternità, ma innanzi tutto i sacerdoti della Fraternità, a incominciare dai suoi Superiori.
Ed invece, ecco che un “comunicato ufficiale” di Mons. Fellay rende noto al mondo intero che «la Fraternità San Pio X esprime la sua riconoscenza al Sommo Pontefice per questo gesto paterno».

Siamo allibiti!

Perché?
Innanzi tutto perché, com’è d’uso a partire dal Vaticano II, papa Bergoglio, mentre sembra fare un “gesto paterno”, come lo chiama Mons. Fellay, dichiara a chiare lettere che finora, e da dopo l’Anno Santo, i fedeli della Fraternità avrebbero ricevuto e riceveranno l’assoluzione “invalidamente e illecitamente”, tale che nessuno di essi, tranne quelli che si affretteranno a lucrare l’assoluzione in questo Anno Santo – e limitatamente ai peccati allora confessati -, può ritenere che i suoi peccati siano stati e saranno assolti, dovendosi di conseguenza rassegnare “misericordiosamente” a finire inevitabilmente all’Inferno o quasi.

Se non fosse comica, questa cosa dovrebbe sconvolgere l’intera Fraternità e dovrebbe suscitare tanta indignazione da impedire che neppure si possa pensare di dire “grazie” a questo Pontefice, che continua ad essere detto “Sommo” solo per convenzione, ma che ha tutte le carte in regola per essere onestamente definito meno che “infimo”.

I sacerdoti della Fraternità è da 45 anni che amministrano il sacramento della Confessione, e molti dei fedeli che hanno ricevuto l’assoluzione da loro sono morti dopo essersi confessati e aver visto assolti i proprii peccati.
Tutto invalido! dice papa Bergoglio, e Mons. Fellay gli è “riconoscente”.
Siamo alla farsa!

I fedeli della Fraternità è da 45 anni che fanno anche decine o centinaia di kilometri per andare a confessare i proprii peccati.
Tutto invalido! Dice papa Bergoglio, e Mons. Fellay gli è “riconoscente”.
Siamo alla tragedia!

Mons. Lefebvre preferì morire col carico ingiusto della falsa scomunica, piuttosto che cedere alle profferte equivoche dei papi conciliari; e oggi Mons. Fellay dichiara di essere riconoscente a papa Bergoglio che mette per iscritto e rende noto a tutti che le assoluzioni date da Mons. Lefebvre e dai sacerdoti da lui delegati, furono, sono state, sono e saranno: invalide!
Siamo all’impazzimento!

Una lettera papale davvero inverosimile e inaccetabile e un comunicato vescovile miseramente servile e connivente.
Come non chiedersi: ma cosa c’è sotto?

E sì! Perché è come se si assistesse ad una farsa teatrale, dove ognuno svolge la sua parte come da copione: messisi d’accordo su cosa dire e su come dirlo, papa Bergoglio fa finta di fare il “buono” e scrive: «Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro [dei fedeli della FSSPX] buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità»; da parte sua, Mons. Fellay non fa finta di gioire e scrive: «La Fraternità San Pio X esprime la sua riconoscenza al Sommo Pontefice per questo gesto paterno. … In occasione di questo Anno Santo, il Papa vuole che tutti i fedeli che desiderano confessarsi ai sacerdoti della Fraternità San Pio X possano farlo senza che nessuno possa opporre la minima obiezione».
Ed è del tutto inutile e superfluo che tra le due espressioni di giubilo, il comunicato di Mons. Fellay precisi: «Nel ministero del sacramento della penitenza, essa si è sempre appoggiata, con assoluta certezza, sulla giurisdizione straordinaria che conferiscono le Normae generales del Codice di Diritto Canonico», perché questa precisazione non scalfisce minimamente l’affermazione di papa Bergoglio secondo la quale la Fraternità avrebbe sempre amministrato e continuerà ad amministrare la Confessione in maniera «invalida e illecita». Anzi, le due espressioni di giubilo, unitamente alla precisazione, non fanno altro che sottoscrivere l’affermazione inverosimile di papa Bergoglio, così che il cerchio si chiude e la commedia è fedelmente recitata.

Certo, stiamo parlando di preti moderni o ammodernati, ma ciò non toglie che a nessuno può essere concesso di scrivere corbellerie e renderle note urbi et orbi, come se i fedeli fossero tutti impediti nelle menti e nei cuori, senza pensare che qualcuno sentirà il dovere di dire pane al pane e vino al vino, senza timori ingiustificati o falsi rispetti gerarchici. E questa volta la scivolata è davvero rovinosa perché si possa pensare che nessuno reagisca e rifiuti con sdegno le furberie di papa Bergoglio e le interessate piaggerie di Mons. Fellay.

Kyrie, eleison.
Christe, eleison.
Kyrie, eleison.



settembre 2015

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