Il divorzio breve di papa Bergoglio

di Alessandro Gnocchi


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
  9 settembre 2015

Titolo, immagine, impaginazione e neretti sono nostri




Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


mercoledì 9 settembre 2015

Come era prevedibile, sulle novità circa la nullità dei matrimoni introdotte Motu proprio da papa Francesco sono arrivate molte lettere. Ne abbiamo scelte alcune che le rappresentano tutte.

 Sono pervenute in Redazione:

Caro Alessandro,
avevo bisogno di “urlare” tutta la mia amarezza e rabbia nei confronti di Bergoglio. Oggi, nel giorno della Natività di Maria, ha pensato bene di esternare sulla indissolubilità del matrimonio. Mi chiedo quando presenterà la nuova formula da leggere nell’altare “Io N., accolgo te, N., come mia sposa/sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, fin che non mi romperò le scatole di te e mi presenterò dal primo vescovo, addurrò una temporanea incapacità mentale, così sarò libero/libera di amare nuovamente”. Mi chiedo a quando la scissione, se non ora quando, non c’è nessun uomo di Chiesa che levi la sua voce e parli di eresia?
Dio sia lodato.

Claudia Canu


Caro Gnocchi,
io non so più cosa dire dopo aver letto le novità matrimoniali decise da Papa Francesco. Con tutta la fede possibile, ma come è ancora possibile credere che questa sia la chiesa che abbiamo conosciuto da bambini e che ci ha guidato per tanti anni? Mi fa paura leggere come si riduce il matrimonio, e perché? Perché domani i parroci possano dire ai giovani “sposatevi in chiesa, tanto poi non avrete difficoltà a sistemare le cose se vi sarete stufati”? Il matrimonio è un sacramento e allora questo non è anche un sacrilegio? Mi sento davvero male. Qui non c’è solo una novità inaccettabile, c’è l’autorità della chiesa che ormai non è più credibile, e allora cosa ci resta? Grazie infinite se riuscirà a dirmi qualcosa che mi tranquillizzi un po’.
Con molta stima

Andrea Lorini


Caro dottor Gnocchi,
due parole sul motu proprio in merito al riconoscimento di nullità matrimoniale… In molti lo definiscono il divorzio breve cattolico…
Grazie


Chiara





Cari amici,
è persino imbarazzante scrivere di questo argomento. Ci sarebbe materia per pagine e pagine, ma mi chiedo se valga la pena di perdere ancora del tempo attorno all’opera di demolizione che Bergoglio sta compiendo dentro la Chiesa.
Mi pare tutto chiaro e non si può dire che non fosse annunciato fin dal tristemente celebre “Buonasera” del giorno dell’elezione.

Evito di entrare nei dettagli dei due documenti promulgati dall’attuale vescovo di Roma e mi limito a considerare il quadro nel quale trovano posto.
A questo proposito mi pare illuminante un articolo pubblicato da “Repubblica”, l’organo ufficioso dell’attuale Santa Sede e il più accreditato nell’ermeneutica del pensiero bergogliano. Scrive Chiara Saraceno a conclusione del pezzo “La Chiesa democratica”, in cui analizza gli effetti della semplificazione delle cause di nullità voluta da Bergoglio: “ci si aspetta che la riforma riduca i tempi di attesa per un annullamento a uno-due mesi, a fronte dei sei mesi-un anno richiesti formalmente dal divorzio breve (e dei costi di quest’ultimo) che continua a rimanere un percorso a due stadi: prima la separazione, poi il divorzio. Ma, soprattutto, l’annullamento di un matrimonio concordatario, anche basato su motivazioni diverse da quelle, molto più stringenti, per cui è possibile annullare un matrimonio (solo) civile, ha anche effetti civili. Ovvero, in Italia, le norme e i criteri della Chiesa Cattolica prevalgono su quelli dello Stato, che dovrà accettare l’annullamento civile di un matrimonio perché uno dei due, o entrambi, non avevano ben capito che cosa comporta il sacramento religioso, o perché uno dei due era troppo ‘mammone’. A chi oggi non è sicuro che un suo imminente matrimonio sia per sempre potrebbe cinicamente convenire un matrimonio concordatario invece che solo civile. A meno che non si riformi, finalmente, il concordato su questi punti”.

Mi pare che questa considerazione, formalmente e materialmente ineccepibile, ponga fine a qualsiasi discussione, anche perché, tra le nuove cause di nullità del matrimonio c’è la mancanza di fede. Questo, ci dicono, dipende dal fatto che oggi risulta difficile sapere se gli aspiranti sposi conoscano veramente cosa comporti il matrimonio religioso e quindi potrebbero andare incontro a una realtà sconosciuta.
E qui ci sarebbe da obiettare a che cosa servono i cosiddetti corsi prematrimoniali, ma ci fermiamo.

Importa invece mostrare a che cosa conduce la miserevole misericordia bergogliana: induce a mettere un Sacramento alla mercé della pratica laica e laida di chi pensa, purtroppo legittimamente, che la Chiesa cattolica gli consente di buttare al macero il matrimonio più velocemente e più a buon mercato di quanto gli consenta lo Stato.
Forse, pur avendone viste tante, continuerò a essere eccessivamente sensibile, ma a me questo pare un sacrilegio. Tanto più grave in quanto compiuto su espresso ordine di chi dovrebbe evitarlo.

Cari amici, ormai ci troviamo davanti alla miserevole “Chiesa della misericordia” che si inventa i Sacramenti a geometria variabile con lo scopo di renderli inoperanti, come del resto fa con il dogma, con la morale, con la liturgia. Una Chiesa tetragona ormai solo sulla raccolta differenziata e sul destino dei microrganismi, che non ha tempo di pensare alla salvezza delle anime, tanto le basta salvare qualche ettaro di foresta amazzonica. Ci troviamo davanti a una Chiesa che non percepisce il ridicolo di affermare, per bocca del suo vertice e dei suoi ridicoli megafoni, che nei suoi tribunali va amministrata la misericordia invece della giustizia.

Ma una Chiesa che butta nella discarica sacramenti, dogma, morale e liturgia, sicuramente differenziando come vuole la nuova eco-religione mondiale, in che cosa crede?
Precisando sempre che si sta parlando della componente umana, a me viene da dire che questa miserevole “Chiesa della misericordia” non crede in nulla di trascendente.

Eppure, state certi che tanti cosiddetti “buoni conservatori” verranno a dirvi che questa della nullità a buon mercato dei matrimoni è una trovata geniale di quel gran genio del vescovo venuto dalla fine del mondo. Perché, adesso che non ha più paura del “per sempre”, vedrete quanta gente tornerà a sposarsi in chiesa. E non fa nulla se si tratta di persone che, entrate un giorno dalla porta principale per sposarsi, ne usciranno separate due mesi dopo per quella dell’ufficio diocesano preposto alla certificazione del mutamento delle voglie dei contraenti.

Mi pare di vederli quegli acconti di burocrati, nei loro clergyman e nei loro pulloverini blu, mentre mettono il timbro sul diploma di annullamento e salutano gli ex sposi “E mi raccomando, signori, se vi siete trovati bene, tornate a trovarci e fateci pubblicità”.
Ci manca solo che aggiungano “È un etto in più, che cosa faccio? Lo lascio?

Cari amici, più che la Chiesa cattolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo sulla roccia di Pietro, a me questo pare un carrozzone pronto per fare la concorrenza a Las Vegas, dove ci si può sposare e divorziare nell’arco delle ventiquattrore.
E ce la farà, vedrete, ce la farà. Perché, lasciata a se stessa come piace a questa miserevole “Chiesa della misericordia”, la pastorale è marketing.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo





settembre 2015

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