SPORCIZIA, SOLO SPORCIZIA E SCANDALO

di L. P.


Alla vigilia di un sinodo illecito, quanto mai inopportuno e dannatamente pericoloso quale quello che si aprirà oggi, domenica 4 ottobre, sono esplose due granate dirompenti, funzionali a una già sotterranea strategìa che, invece, proprio con questi boati si fa palese e proterva.

Le due circostanze sono simili se non identiche.
1) Il 24 settembre scorso, nella sede della Nunziatura di Washington, Papa Bergoglio ha ricevuto, clandestinamente, dicono i giornali, pensate un po’, una certa  Kim Davis,  evangelica con quattro matrimoni consumati, nota per aver rifiutato, nel Kentucky, la registrazione di un matrimonio omosessuale.

Bella mossa, direbbero i lettori ignari, con che il Papa ha fatto capire che per la banda curiale che si batte per la legittimazione dell’omosessualità militante non ci sarà, al Sinodo, trippa per gatti. Una mossa decisa, gestita all’insegna del tradizionale magistero della Chiesa. Finalmente un chiaro avviso ai tanti smaniosi di innalzare il trofeo dell’omosessualità.
Un piffero! Perché il giorno prima, 23 settembre, sempre Papa Bergoglio aveva organizzato, previa email, una rimpatriata con un suo amico argentino, Yayo Grassi omosessuale e sodomita spudorato, militante e praticante, che si è presentato col suo sconcio compagno, Iwan e ai quali il suddetto Papa ha elargito abbracci e baci;






2) in una intervista al Corriere della Sera, 3 ottobre 2015, – uno delle due preferenziali corsìe mediatiche della Santa Sede bergogliesca – un prete, finora sconosciuto, Krzysztof Charamsa, polacco, è salito ai disonori della cronaca confessando di essere omosessuale e di convivere con un povero e lercio compagno. Oltre che vantarsi della propria scelta, oltre che ritenersi assistito dal Signore, oltre ad aver esortato la Chiesa ad uscire dal rigorismo teologico e morale, oltre ad aver assimilato lo sporco e fecale rapporto al vero amore, costui, con la più consapevole, smaccata, indegna e  proterva sfacciataggine menzognera, ha detto che, a ben vedere, nella Bibbia non esiste condanna alcuna dell’omosessualità che, al contrario, è vista come vera tensione amorosa e familiare.



Costui, questo cialtrone, non è un prete qualunque perché, all’interno delle sacre stanze, ricopre prestigiosi incarichi quali:
- ufficiale della Congregazione della Dottrina delle Fede,
- segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana;
- docente al pontificio ateneo della Gregoriana;
- docente al pontificio ateneo Regina Apostolorum.

Un teologo! Un docente che afferma non esistere nella sacra Scrittura la condanna dell’omosessualità.

Prescindendo da San Paolo – vedi Corinti e Romani – che è tuttavìa anche lui parte canonica della Sacra Scrittura, vogliamo rammentare al cialtrone in oggetto, docente di teologìa, che nell’Antico Testamento, quello che secondo lui è la sola Bibbia, in due passi violenti e netti Dio mette in guardia dal vizio più sporco, un’aberrazione morale e fisica che si qualifica come peccato abominevole meritevole della pena di morte.
1 – Non giacere con un maschio come si fa con una donna perché è cosa abominevoleLev. 18, 22;
2 – Se un uomo giace con un altro uomo come si fa con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole. Sìano messi a morte. Il loro sangue ricada su di loro - Lev. 20, 13

E questo cialtrone sarebbe un teologo?

Certamente, rispondiamo, uno dei tanti usciti dai seminari che, sotto il pontificato di Giovani XXIII e con la successiva riforma, una delle tante di Paolo VI – papa di cui permangono le ombre su una sua accertata omosessualità militante – sono diventati dominio degli psicologi i quali, sostituiti lo Spirito Santo e il Confessore, conferiscono certificati di autenticità vocazionale in base a test d’ingresso e di uscita.

Sono quei seminari da cui è stata cacciata la scolastica e il tomismo, dove è stato abolito il rigorismo aristotelico e il concetto di missione, seminari in cui la massoneria ha posto i suoi guardiani reclutati nelle file clericali. Riportiamo un esempio di come ha lavorato Satana attraverso la fratellanza muratoria:
23 maggio 1961
Illustre e Venerabile Gran Maestro,
con molta gioia ho ricevuto, tramite il F. MAPA*, il vostro delicato incarico: organizzare silenziosamente in tutto il Piemonte e nella Lombardia come disgregare gli studi e la disciplina nei Seminari.
Non vi nascondo che il compito è immane e mi occorrono molti collaboratori specialmente presso il corpo docente che Voi mi dovreste segnalare perché io li avvicini quanto prima e studi insieme la tattica.
Mi riservo comunicazioni più precise dopo un incontro e un abboccamento personale con MAPA.
Intanto vogliate gradire il mio devoto saluto.
Frama**

Al Ven. G. Maestro del G. O.
(a mano)

* La sigla MAPA sta per Macchi Pasquale, monsignore e futuro segretario personale di Paolo VI;
** La sigla FRAMA sta per Francesco Marchisano, monsignore Vicario Generale per lo Stato Vaticano.
(da: Chiesa Viva – n. 109 giugno 1981 / cfr. OP 12 settembre 1978)

La stampa, conformista e filobergogliesca sta descrivendo l’evento del polacco come primo atto di una congiura ordita dalla lobby gay a danno del Papa. Ma noi sappiamo che non è così perché è lo stesso Bergoglio che, da anni prepara siffatta rivoluzione, agendo da vero eversore della fede e della parola di Dio.

Testimone il nefasto padre Leonardo Boff, Bergoglio arcivescovo di Buenos Aires, nel dicembre del 2012 approvò l’affido adottivo di un bimbo innocente a una lurida coppia omosessuale maschile. In alta quota, tornando da Rio, si permise di affermare “chi sono io per giudicare un gay?”; successivamente ebbe ad affermare che nelle coppie omosessuali vive e ferve una realtà affettiva e pedagogica; nell’estate scorsa ha ricevuto, in udienza privata, un messicano transessuale – già donna – unitamente alla fidanzata e, da ultimo l’abbraccio contro natura col suo amico argentino e con l’amico dell’amico.

Abbiamo scritto, all’inizio, che l’atto del polacco Charamsa e il bacio di Bergoglio sono di identica, eversiva rilevanza. Ed infatti, che differenza c’è tra il bacio del monsignore sodomita dato al suo compagno  e quello che Bergoglio ha stampato sulle gote del pederasta argentino? Nessuna!

Lo scandalo è evidente ma più evidente è lo scandalo di quanti, in alte sfere, tacciono e non urlano dai tetti la loro santa indignazione.
Ecco un papa eversore! Un Papa capace di amare e trescare con l’omosessualità e di perseguitare i figli più devoti della Chiesa, quei Francescani dell’Immacolata che erano, ora lo sappiamo, il monito alla sua cattiva coscienza.

Si dice che l’osceno mons. Charamsa sia stato destituito da ogni incarico e ciò sta bene alle orecchie poche attente dell’anonima cattolicità ma, ci domandiamo, con quale sanzione dovrebbe essere punito Bergoglio?
Come, infatti, va visto, valutato e giudicato un Papa che bacia una coppia pederasta?

L’unica cosa che costui deve fare è dare le dimissioni e sparire, coprirsi di cenere e vestirsi di vil cilicio facendo penitenza, e sugli annali pontificii una pagina bianca come “damnatio memoriae”.

Deus venerunt gentes in hereditatem tuam – polluerunt templum sanctum tuum” (Ps. 78, 1) – Signore, i pagani hanno invaso il tuo patrimonio e hanno sporcato il tempio tuo santo!

Signore, prendi la ramazza e fai pulizia, come sai fare TU, in quel lerciume che è diventata la casa di Pietro il quale già, profeticamente, per bocca della nostra maggior Musa, il cattolico Dante Alighieri, aveva lanciato la sua invettiva contro le porcherìe dei suoi successori, compreso l’attuale, 266° indegno vicario di Cristo, successore di San Pietro e vescovo di Roma, quando bollendo d’ira e di sdegno, così tuonò:

“Se io mi trascoloro,

non ti maravigliar, ché dicend’io
vedrai trascolorar tutti costoro.

Quelli che usurpa in terra il luogo mio,
il luogo mio, il luogo mio che vaca
nella presenza del Figliol di Dio,

fatt’ha del cimitero mio cloaca
del sangue e della puzza; onde ‘l protervo
che cadde di qua su, là giù si placa”

(Paradiso, XXVII, 19/27)



 



 

ottobre 2015

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