Dal Vangelo ai luoghi comuni e alle bugie

di Belvecchio



Religions for peace - Il card. Tauran regge il nastro



Si è svolta a Castel Gandolfo, dal 28 al 31 ottobre 2015, l’assemblea europea di Religions for Peace, una delle tante iniziative sorte nel mondo cattolico da quando i vescovi di tutto il mondo, negli anni sessanta, decisero col Vaticano II che la religione di Dio è solo una qualsiasi credenza tra le altre e come le altre.

Di conseguenza, ogni anno, quando si svolgono assemblee come questa, un funzionario del Vaticano sente il dovere di inviare un messaggio di saluto, a conferma che tanti cardinali sono ormai dediti alla predicazione e alla pratica dei luoghi comuni che il mondo moderno sforna a ritmo incessante per convincere gli uomini che essere senza più cervello e intelligenza è una delle più grandi conquiste dell’umanità.

In questa ottica, il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha inviato ai partecipanti di questa assemblea un messaggio che riproduciamo integralmente, perché non si dica che noi ne forziamo la lettura e l’interpretazione.
Lo facciamo soprattutto perché tale messaggio è particolarmente istruttivo circa lo stato di degenerazione mentale che affligge i moderni uomini di Chiesa; degenerazione che si accompagna, però, ad una certa lucidità che permette di propalare i luoghi comuni come verità e le bugie come fatti veri.

Se per molti versi si può parlare di perdita dell’intelligenza, per altri si deve constatare come l’influenza del maligno faccia sì che tale vuoto mentale diventi il miglior veicolo per diffondere ed affermare tra i credenti le più perniciose e inconsistenti banalità frammiste alle più subdole bugie, perché la corruzione finisca con l’affermarsi in vista dell’illusorio trionfo dell’Anticristo, che tuttavia svolgerà – se non la sta svolgendo – la sua azione malefica fino a quando Dio lo permetterà.

Quando il cardinale si permette di affermare che oggi l’Europa ha “paura di perdere la sua identità”, è come se parlasse della perdita del belletto e non della perdita della sua restante anima cattolica. Segno evidente che questo prelato “cattolico” nemmeno percepisce che non di paura si tratta, ma della semplice, evidente, crescente condizione spirituale dei europei un tempo cristiani.

A sostegno delle sue superficiali battute da comizio politico, notoriamente finalizzato ad imbonire e a subornare, il cardinale presenta una sfacciata bugia, con la quale vorrebbe far credere che ”l’aumento del flusso migratorio è la conseguenza di guerre e di regimi dittatoriali”; quando un minimo uso dell’intelligenza rivela che si tratta di un processo globale volto a distruggere l’identità di tutti per sostituirla con una vuota ”non identità” atta a trasformare gli uomini in ubbidienti robot che potranno sopravvivere solo se porteranno impresso il marchio dell’Anticristo.

Che un prelato “cattolico” non si renda conto della vera realtà è cosa imperdonabile, sia che derivi da una condizione di soggiacenza all’Avversario, sia che derivi da un radicato stato di incoscienza. Condizione e stato che si colgono con immediatezza quando si legge che tale “aumento del flusso migratorio” sarebbe dovuto “anche” alla “crisi ecologica”.
Ora, che un prelato che si guadagna il pane in Vaticano, al servizio del “vescovo di Roma”, si senta in dovere di fare il cicisbeo col suo datore di lavoro, evocando ed esaltando le sue corbellerie… passi… ma che questo lo faccia in un documento pubblico ufficiale è cosa che offende davvero perfino il minimo buonsenso.

Tralasciamo gli altri luoghi comuni sul vero senso della religione e sulla ormai abusata equiparazione della vera religione di Dio, la Cattolica, alle false credenze del mondo… di questo Tauran e soci dovranno rispondere tra non molto al Giudice Supremo… ed allora sarà pianto e stridore di denti.



Messaggio del card. Tauran all’Assemblea europea di Religions for peace


«Nel documento di riflessione della vostra assemblea, avete sottolineato i molti problemi che si pongono oggi all’Europa, dalla paura di perdere la sua identità al rischio del radicalismo e del fondamentalismo, ad una tendenza a rinchiudersi in sé, fonte crescente di xenofobia e intolleranza verso certe religioni e minoranze. Allorché l’aumento del flusso migratorio è la conseguenza di guerre e di regimi dittatoriali, ma anche della crisi ecologica, come possiamo cambiare la paura in fiducia, la discriminazione in rispetto, l’inimicizia in amicizia, l’ossessione in solidarietà, uno stile di vita egoista in altruista, la cultura del rigetto in una cultura della benevolenza, il confronto in incontro e dialogo? La vera missione delle religioni è la pace, perché religione e pace vanno di pari passo. Nessun capo veramente religioso può ammettere la cultura della disumanizzazione e della violenza, predicarla o sostenerla. Noi tutti conveniamo che la pace o la violenza, la fiducia o la paura, vengono dall’uomo. La preghiera, la spiritualità, i gesti di giustizia e di pace possono aiutarci a superare la visione polarizzata che fa del nostro prossimo un alieno. In quanto capi religiosi è urgente che si agisca per trasformare la sfiducia, il sospetto e l’intolleranza in una nuova cultura fondata sul rispetto, la reciproca comprensione, la non violenza, sulla solidarietà e la risoluzione pacifica dei conflitti. Il nostro immenso patrimonio spirituale deve servire ad operare insieme per rimediare a questi mali sociali e culturali, per il dialogo e la cooperazione

 




ottobre 2015

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