A proposito del Sinodo, e non solo

di Don Marcello Bauriedel


Pubblicato su Riscossa cristiana

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Dopo la pubblicazione della Relazione finale del Sinodo dei Vescovi, non pochi pseudo-conservatori hanno fatto a gara per dire che nulla è cambiato, che è andato tutto bene, che la dottrina è al sicuro, dilettandosi in una vera e propria arrampicata sugli specchi, per difendere l’indifendibile e negare la realtà.

Tanto per cominciare, a prescindere dal Sinodo, con la riforma del processo matrimoniale, che entrerà in vigore il prossimo 8 dicembre, si è già di fatto demolita l’indissolubilità del matrimonio, perché, con la nuova normativa, sarà possibile dichiarare nullo qualsiasi matrimonio. Gli stessi fautori di questa scellerata riforma hanno auspicato il moltiplicarsi il più possibile del numero dei processi di nullità. A parole si continua a dire che il matrimonio è indissolubile e poi lo si smantella a colpi di Motu proprio. Il vincolo matrimoniale invece di essere protetto viene ridicolizzato e si incitano i poveri fedeli a venir meno agli impegni assunti, promettendo una felicità a basso costo, mercificando il sacramento.

Per ritornare al Sinodo, innanzi tutto c’è da dire che solo il fatto di discutere di certe cose, di mettere in dubbio ciò che è già chiaro, costituisce una cosa grave. Poi, come accade da cinquant’anni a questa parte, si continua a utilizzare il trito e ritrito linguaggio ambiguo, per dire tutto e il contrario di tutto, per salvare capra e cavoli. Discernimento, integrazione, e via dicendo. Si parla dei divorziati risposati come di persone che ricevono doni e carismi particolari dello Spirito Santo, definendoli addirittura “membra vive della Chiesa”.
Persone che vivono in condizione permanente di adulterio, in stato di peccato mortale, vengono definite membra vive? Ma è possibile dire un’idiozia del genere?
Come se non bastasse si dice che li si “incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo”, senza fare il minimo accenno di essere in contrasto con la legge di Dio, della necessità della conversione, di essere fedeli al vincolo matrimoniale che è indissolubile, qualsiasi cosa accada.

Sembra che l’unica preoccupazione sia quella che possano o non possano in questa condizione, senza ventilare nemmeno lontanamente la possibilità di lasciarla. E comunque non si esclude affatto la possibilità dell’accesso alla Comunione – quantunque non la si nomini – visto che si parla di “discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate”.
Si parla di esclusione come se fosse la Chiesa a escludere, mentre sono stati loro (i divorziati risposati) ad auto-escludersi con il loro comportamento. Abilmente si cita la Familiaris Consortio, naturalmente solo il punto che interessa, estrapolandolo dal contesto, senza riportare le frasi successive: “la Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia”.

Si dice che “la misericordia di Dio non viene negata a nessuno”, senza specificare che esige il pentimento, il riconoscere il peccato, il cambiare vita. Ma non si parla mai di questo! Anzi si dice: “in determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso”, cadendo nel più bieco determinismo, come a dire, in certe situazioni non è possibile non peccare, non è possibile non andare contro la legge di Dio!
Ma sono affermazioni cattoliche queste?

Eppure c’è chi si ostina a dire che va tutto bene, che non c’è nulla di fuori posto. Per quale motivo allora ben 80 padri sinodali hanno votato contro questo punto?
In ogni caso, si dice che la relazione finale non è vincolante, che non è stato deciso nulla, che dovrà decidere Bergoglio.
Si, è vero questo. Beh, allora dobbiamo stare tranquilli!

Intanto è già molto chiaro quali sono le idee del vescovo di Roma. Al suo primo Angelus ha elogiato pubblicamente il cardinale Kasper, propugnatore di dottrine eterodosse, senza contare il ruolo decisivo che gli è stato accordato nella questione. E poi, se avevamo qualche dubbio, il durissimo discorso che ha pronunciato al termine del Sinodo, ci fa capire come la pensi. Mettere in dubbio verità fondamentali sul matrimonio e la famiglia lo chiama: sporcarsi le mani! Dice di “leggere la realtà con gli occhi di Dio”, quando invece fa esattamente il contrario e legge la realtà con gli occhi del mondo!

Bergoglio ha pronunciato delle parole sconcertanti e gravissime. Chi, in questo sinodo, ha cercato di difendere le verità fondamentali sul matrimonio e la famiglia è stato accusato: di avere indottrinato il Vangelo e di scagliarlo contro i fedeli, di avere il cuore chiuso, nascondendosi dietro gli insegnamenti della Chiesa, di sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare gli altri, di essere operai gelosi.
Ma è possibile che chi siede sul soglio di Pietro dica queste cose? E poi, ha il coraggio di dire che la Chiesa non deve più lanciare condanne e anatemi! Ma è esattamente quello che fa Bergoglio! Si scaglia con una violenza inaudita contro chi è consapevole che non si può mutare il Vangelo e adattarlo al mondo per ricevere da quest’ultimo applausi e approvazioni.

Quindi, Bergoglio ha completamente capovolto la realtà: secondo lui i cattivi sono i pastori che ricordano al loro gregge la verità, affinché possano convertirsi e salvarsi, mentre i buoni sono quelli che ingannano i fedeli dicendo loro che non devono preoccuparsi, che tanto la misericordia di Dio passa sopra a tutto. Chiama coloro che non sono stati fedeli al loro matrimonio “famiglie ferite”, poverini! Ma feriti piuttosto sono i figli, che sono quelli che pagano il prezzo più salato. E Bergoglio, con tutti i matrimoni che verranno dichiarati nulli grazie al suo Motu proprio, sarà sempre più responsabile di tutto questo!

Di fronte a questo è necessario alzare la voce.
Ogni giorno assistiamo a continui attacchi a quel poco che è rimasto della fede cattolica, con il complice silenzio di molti.
Per quanto tempo deve andare avanti un simile sfacelo?
Bergoglio dice che ci si nasconde dietro gli insegnamenti della Chiesa per giudicare. Ma è lui che si nasconde dietro il suo abito bianco, che indegnamente sta portando, per smantellare il deposito della fede, giorno dopo giorno, attraverso parole e gesti, che portano sempre più sconcerto e confusione tra i veri cattolici.




novembre 2015

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