Quale è il destino eterno di anime che muoiono mentre invocano il demonio?

di Alessandro Gnocchi


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
  17 novembre 2015

Titolo, impaginazione e neretti sono nostri



Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


martedì 17 novembre 2015

È' pervenuta in Redazione:

Caro dottor Gnocchi,
dopo la strage di Parigi penso che non ci sarà più nessuna faccia di bronzo capace di minimizzare la minaccia dell’islam. Questo è il pericolo del nostro tempo e penso che sia onesto dire che ne abbiamo terrore. È d’accordo?
Grazie per la sua attenzione

Gilberto Vitiello




Sala concerti Bataclan, Parigi, 2015

Caro Vitiello,

è onestissimo dire di avere terrore dell’islam, a patto che lo si faccia spiegando che suscita terrore perché è una falsa religione fondata, come tutte le false religioni, sulla menzogna e, quindi, di grave danno per il destino eterno di chi la pratica e di chi la considera semplicemente una delle tante declinazioni della Verità. Come tutte le false religioni, l’islam deve giustamente far terrore per i danni che provoca alle anime. Per quanto riguarda i corpi, il fatto che molti suoi seguaci, in nome del loro falso credo, compiano azioni come quelle a cui siamo abituati da lunghissimo tempo direi che è preoccupante, inquietante e può anche far paura. Ma non deve terrorizzare, che è un concetto diverso. Quanto abbiamo visto in questi giorni è l’ennesima manifestazione della violenza che accompagna la storia dell’uomo e che, in questi tempi, nel mondo urbano occidentale, può solo assumere simili forme.

C’è ben altro, caro Vitiello, che la dovrebbe terrorizzare molto più dell’islam. È la società in cui viviamo lei, io, i nostri amici, i nostri figli, le persone a cui vogliamo bene. È questa fogna a cielo aperto che dà il peggio di sé quando reagisce secondo copione all’aggressione violenta e abominevole di qualcuno che crede ancora in qualche cosa, per quanto sia falsa e blasfema, mentre i suoi figli non credono più in niente. È questa sentina che, ogni giorno, consente in tutto il mondo a migliaia di donne di ammazzare i bambini che portano in grembo rimanendo al riparo da leggi ritenute legittime perché piacciono tanto alla maggioranza, così tanto da essere accettate anche dai cosiddetti cattolici e dai loro pastori. È questo teatrino grottesco su cui, all’indomani di ogni strage, vengono alla ribalta le facce tutte ugualmente rivoltanti di Renzi, di Hollande, di Obama, della Merkel e naturalmente di Bergoglio a dire tutte le stesse cose, nello stesso modo e con la stessa consapevolezza di non crederci perché, dentro di loro, provano solo sgomento, non capiscono che cosa sta accadendo e non hanno una certezza, fosse anche la più laica e mondana possibile, a cui aggrapparsi. Sono sulla ribalta della storia in conto terzi e sono buoni solo a passare le carte dell’ordinaria amministrazione. Sono così poveri di anima e di testa da riuscire a far passare per genio il Bergoglio che parla di “terza guerra mondiale a pezzi”.

Di questo, caro Vitiello, deve avere terrore. Molto più di quanto gliene faccia l’islam, deve avere terrore di questa società che prova terrore davanti a ciò che accade in casa propria, mentre si sente tranquilla quando invia i suoi bombardieri a compiere le stragi in casa altrui. Deve avere terrore di questa società così ipocrita che parla di pace perché fa la guerra in modo pulito e non deve accontentarsi di straccioni disposti a farsi massacrare dopo aver gettato la bomba, ma può contare sull’opera chirurgica di tecnici ben addestrati che un giorno sganciano l’atomica su Hiroshima, un altro radono al suolo Dresda, l’altro bombardano il Medioriente, con la stessa professionalità e la stessa tranquillità di coscienza del medico che pratica gli aborti evocata da Paolo Deotto nel suo articolo di ieri.

Caro Vitiello, non ho bisogno di esprimermi sull’orrore islamico per potermi poi permettere di dire quanto mi faccia orrore cosiddetta “civiltà occidentale”. Che cosa penso dell’islam l’ho detto in modo chiaro e difficilmente troverà qualcuno che possa andare oltre. Ma lo pensavo senza bisogno di trovarmi al cospetto delle tragedie di questi giorni, mi bastava sapere che diffonde la menzogna su Dio e quindi sugli uomini.

Il vero pericolo oggi sta nel nulla di questa società che ha terrore perché è nata e cresciuta nel terrore applicato sistematicamente per la prima volta proprio in Francia a danno dei cristiani. Quel terrore su cui hanno viaggiato e si sono propagati i falsi idoli di libertè, égalité e fraternité. Idoli ancora più falsi e più tremendi di quelli propagati da una falsa religione come l’islam perché rappresentano la perfetta inversione del cristianesimo tanto cara all’invertito satana.

Poco prima che il direttore mi girasse la sua lettera, caro Vitiello, stavo leggendo un’e-mail dell’amico Andrea Sandri. Anche lui, come pochissimi fino a ora, aveva notato e segnalava qualcosa di veramente tremendo rispetto agli avvenimenti del teatro Bataclan. E diceva cosi:

Caro Alessandro, la cosa più triste è che quando quelli hanno iniziato a sparare, gli altri stavano invocando satana:
““Several people were sitting on the first-floor balcony. It was quite a fun rock group and the audience was aged between 20 and 50. Some parents were with their teenagers. The ambiance was very jovial. The group had been on about an hour and they’d just said “We love you Paris” and started singing a song, Kiss the Devil, with the words ‘I met the Devil and this is his song’ when we heard very clearly some explosions.”



Eagles of death metal - Concerto al Bataclan, Parigi, 2015

Ecco il testo:
Who’ll love the devil?…

Who’ll song his song?…

Who will love the devil and his song?…

I’ll love the devil!…

I’ll sing his song!…

I will love the devil and his song!…

Who’ll love the devil?…

Who’ll kiss his tongue?…

Who will kiss the devil on his tongue?…

I’ll love the devil!…

I’ll kiss his tongue!…

I will kiss the devil on his tongue!…

Who’ll love the devil?…

Who’ll sing his song?…

I will love the devil and his song!…

Who’ll love the devil?…

Who’ll kiss his tongue?…

I will kiss the devil on his tongue!…

Who’ll love the devil?…

Who’ll sing his song?…

I WILL LOVE THE DEVIL AND SING HIS SONG!…


Oltre causalità storica, c’è una causalità preternaturale che mette i brividi.
Che la Santa Vergine e Sant’Antonio Abate intercedano per noi!

.
Caro Vitiello, mi disgusta tradurre, anche solo per servizio, un tale testo, ma se pensa che kiss significa bacio, love significa amore e devil significa demonio il senso dovrebbe essere abbastanza chiaro anche per chi non conosce l’inglese.
Se si vuole approfondire l’argomento, si può andare a questo indirizzo internet: http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/11/satana-al-bataclan-ragioni.html.

In poche parole, dentro al teatro in cui i macellai islamici hanno fatto il maggior numero di morti si stava invocando il demonio: e il demonio è arrivato nelle vesti di assatanati seguaci di una falsa religione armati di fucili a pompa e di mitragliatori. Sul posto c’era gente tra i venti e i cinquant’anni, molti avevano persino portato i loro figli. E a questo punto mi faccio una domanda che sui giornali, tanto meno su quelli cattolici, ho visto porre: quale è il destino eterno di anime che muoiono mentre invocano il demonio?

Anche se gli toccherebbe, non sarà certo papa Francesco a rispondere a un tale quesito, poiché ha subito proclamato che non è possibile dare una spiegazione a quanto avvenuto. D’altra parte, non ci si può aspettare altro da un Pastore del Dubbio che aveva già detto a un bambino malato di non sapergli spiegare nulla sul senso della sua sofferenza e che, pochi giorni fa, ha detto a una donna protestante sposata con un cattolico che, per quanto riguarda la comunione, faccia un po’ come vuole perché lui non sa cosa pensare. Chi è lui per giudicare?

L’unica tragicomica risposta istituzionale dal mondo cosiddetto cattolico, fino a ora, è stata quella del Segretario di Stato, il cardinale Parolin, il quale ha detto che il giubileo delle misericordia sarà aperto anche ai musulmani. Il che mi fa pensare che lo facciano perché, in tal modo, vi parteciperà qualcuno che, almeno, ha fede. Tanto, per i cosiddetti cattolici di cui stiamo parlando non ci sono false religioni: e quindi non ve ne sono neppure di vere.

Caro Vitiello, leggendo dei genitori che hanno portato i loro figli a uno spettacolo demoniaco, senza che la stragrande maggioranza dei cosiddetti cristiani si senta scandalizzata, ho pensato a che cosa era la fede ai tempi dei martiri e che cosa facevano i genitori per l’anima dei loro figli. In particolare mi è tornato alla mente il massacro dei soldati cristiani della Dodicesima Legione Imperiale uccisi a Sebaste per ordine di Licinio.

Durante il supplizio, il governatore ordinò di denudare i soldati che non avevano accettato di adorare gli dei e di lasciarli sul lago ghiacciato che era nei pressi della città. Il  mattino dopo, fu ordinato di trarre fuori i santi dal lago e di finirli, rompendo loro le gambe. Infine, fu comandato di gettare i corpi nel fuoco. Dopo aver eseguito il loro compito, i boia caricarono i corpi dei martiri su di un carro e li condussero al rogo. Si accorsero allora che il più giovane del gruppo, Melitone, era ancora vivo e cercarono di convincerlo a rinnegare Cristo. Ma la madre del giovane soldato, avendo assistito allo spettacolo del martirio, prese in braccio il figlio e lo depose sul carro insieme agli altri corpi, dicendogli: “Non rimanere privo della corona, figlio mio caro, raggiungi i tuoi compagni per gioire della luce eterna che dissiperà la mia afflizione”. Quindi, senza spargere una lacrima, accompagnò il carro sino al rogo, col volto pieno di gioia.

Capisce, caro Vitiello, perché bisogna aver terrore di ben altro che dell’islam e del terrorismo islamico? Ma, di più, capisce che cosa serve per non averne paura? E, ancora di più, capisce che cosa sia il vero nemico, il vero antagonista, il vero contrario della fede cattolica?

Sarebbe così semplice leggere questo avvenimento attraverso le categorie con cui i cristiani hanno sempre decifrato la storia, ma non c’è quasi più nessuno in grado di farlo. Lo riconosce Antonio Polito in un editoriale sul Corriere (che trova integralmente cliccando qui):
“Con le idee del Novecento non comprendiamo più ciò che sta accadendo, e non capiamo come reagire. Perfino la ragazza del secolo scorso per antonomasia, Rossana Rossanda, ha confessato al Corriere che stavolta «una linea non ce l’ho». Il problema è che gran parte delle idee democratiche, delle idee progressiste, delle idee di sinistra, sono del Novecento. E che gran parte della nostra élite si è formata su quelle idee, e oggi dispone di una cassetta degli attrezzi inutilizzabile, fatta di classi sociali e di divisione internazionale del lavoro, mentre il mondo di oggi sembra fatto apposta per stupirci, e si spacca su linee di frattura che avevamo date per spacciate, sepolte dalla Storia, come la religione”.

E così, ora ci troviamo davanti ai soliti burattini che recitano la loro tragica commediola e, al massimo, riescono a fare appello al cosiddetto “islam moderato”. Nella rassegna stampa di Radio radicale in onda ieri, il conduttore Massimo Bordin, che è un uomo di grande acutezza ma non certo un campione della fede, si diceva perplesso davanti al concetto di “islam moderato” e rifletteva: “Ma come è possibile che una religione ipotizzi una propria versione moderata?”.

La domanda, converrà anche lei caro Vitiello, è perfetta, piena di buon senso e di intelligenza. È contro qualsiasi logica che una religione proponga una versione moderata di se stessa. Tuttavia, il fenomeno si è verificato in questi decenni, ma non nel mondo islamico. È accaduto dentro la Chiesa cattolica. E, siccome la logica vuole sempre la parte che le spetta, il “cattolicesimo moderato” ha smesso ipso facto di essere “cattolicesimo” manifestandosi di fatto come una nuova religione, anche se formalmente proclama l’inutile tiritera della continuità con il passato.

Ma, essendo una falsa religione, il “cattolicesimo moderato” è una religione maldestra. Maneggia dogmi, principi, valori, concetti e parole tradizionali attribuendo loro nuovi significati con il risultato di essere incomprensibile ab intra e ad extra, incapace di comprendere le cose del Cielo e quelle della Terra. In balìa di questo nuovo credo, la Chiesa cattolica è divenuta un manicomio da campo. Così, il luogo in cui, secondo Chesterton, tutte le verità si danno appuntamento, l’unico luogo che potrebbe dire che cosa sta accadendo e come porvi rimedio è diventato muto. Anzi peggio, parla come il mondo.

Caro Vitiello, le fa ancora così terrore l’islam?


Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo




novembre 2015

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