Se in Vaticano vogliono Lutero,
se lo tengano.
Noi preferiamo stare con la madre di Dio

di Antonio Socci


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Fino a ieri la Chiesa ci ha insegnato che avremmo dovuto ascoltare e pregare di più la Vergine Maria, che è la nostra Madre premurosa e la potente protezione contro il male.
Giovanni Paolo II ci ha fatto scoprire la bellezza della consacrazione a Lei. E Ratzinger ci ha pure insegnato che la Madonna è la garanzia contro tutte le eresie.
Ma oggi sembra proprio che stia venendo giù tutto…
Adesso ci vengono a dire addirittura il contrario, cioè che non bisogna essere troppo devoti alla Madre di Dio altrimenti si disturba il “dialogo” con i luterani…
Chi lo ha detto?

Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, che durante gli anni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI aveva ben altri toni, adesso appare cambiato…

Ebbene, costui, nella terza predica di Avvento alla Curia Romana, auspicando un riavvicinamento tra cattolici e protestanti, ha spiegato che un ostacolo sarebbe rappresentato dalla nostra “sconsiderata” devozione alla Vergine.
Ha testualmente detto che occorre prendere un’altra via:
Tale via passa per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso”.

A sentire queste sciocchezze non so se è più grande l’indignazione o la tristezza… Io infatti penso esattamente il contrario, cioè che non si è onorata e ascoltata abbastanza la Madonna (mi riferisco ad esempio alle richieste che Ella aveva fatto a Fatima…).
In ogni caso lascio volentieri, a Cantalamessa, Lutero e quei luterani che non gradiscono la nostra devozione a Maria. Se li tenga lui.

Immagino che tutto questo slancio dell’establishment vaticano verso i protestanti derivi dalle cose (veramente incredibili!) che papa Bergoglio ha detto durante la visita alla comunità luterana di Roma….
Non so fin dove vogliono arrivare, là in Vaticano: mi pare che la discesa sia sempre più veloce…. Ripeto: se vogliono Lutero se lo tengano, io ne faccio volentieri a meno. Anzi, me ne sto ben alla larga da questo individuo…

Preferisco stare con tutti i papi e con tutti i santi ai piedi di Maria.
Preferisco essere “esageratamente” devoto a Lei che devoto ai poteri di questo mondo…
E siccome il “predicatore pontificio” Cantalamessa ha deprecato “gli ultimi secoli”, perché avrebbero onorato in modo “esagerato e sconsiderato” la Vergine, ricordo alcuni dei santi che (negli ultimi secoli) hanno affermato l’esatto contrario:
San Massimiliano M. Kolbe: «Non temete di amare troppo la Madonna, perché non arriverete mai ad amarla come l’ha amata Gesù».
San Bonaventura: «nessuno può essere mai troppo devoto della Beata Vergine»; «Bisogna guardarsi con diligenza dallo scemare minimamente l’onore dovuto a Maria… bisogna essere pronti a difendere i privilegi di Maria Santissima anche con pericolo della vita».
Padre Pio: «Vorrei poterLa amare quanto merita, ma ricordati che tutti i Santi e gli Angeli insieme non possono degnamente amare e lodare la Madre di Dio».
San Bernardo di Chiaravalle: «O Maria, Tu sei unica al mondo; tu non avesti mai nessuno prima di te che ti somigliasse, ed il mondo, durasse anche eternamente, non avrà mai l’uguale».

Aggiungo che Pio IX, nella Bolla con cui definì dogmaticamente l’Immacolata Concezione scrisse che Ella è «superiore a tutte le lodi del cielo e della terra… è il miracolo di Dio per eccellenza, anzi, il vertice di tutti i miracoli».

Infine ecco l’inno alla Madonna con cui Dante conclude la Divina Commedia:
Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate”.
(Par. XXXIII, 1-21)

Questi sono i nostri maestri degli “ultimi secoli”. Li preferiamo a Cantalamessa e a Lutero…





dicembre 2015

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