Lettera al Papa

del Prof. Luciano Pranzetti



A SUA SANTITÀ
PAPA FRANCESCO I
00120    Città del Vaticano


Santità:
              è visibile, sul sito “ilvideodelpapa.org”, a cura del Centro Televisivo Vaticano che provvede, per conto dell’Apostolato della Preghiera, alla diffusione del Suo messaggio del 6 gennaio corrente, un video, ripreso da tutta la rete, in cui appaiono una buddista, un ebreo, un islamico e un prete cattolico quali testimoni di un solo sentire, di una stessa fede, di uno stesso Dio, dello stesso desiderio di pace, quasi fossero della stessa famiglia religiosa, strumentalmente caratterizzati dal supporto di un’immagine rappresentante, nell’intento di parificare queste confessioni, un rosario islamico, una menorah, un idoletto di Buddha e un anonimo bambinello in gesso che dovrebbe raffigurare il neonato Gesù. (Ma perché non si è pensato, di collocare, in questo incoerente conglomerato, la croce, il vero segno distintivo cattolico?).
Al tutto si aggiungono il Suo messaggio, dato in lingua spagnola, e l’immagine nella quale si vede Lei che sta accogliendo nelle mani lo stesso idoletto pagano, mentre nel messaggio, dopo aver detto che “tutti cercano Dio e lo trovano in diversi modi” Lei conclude: “Siamo tutti figli di Dio”.
Desidero rappresentarLe due mie osservazioni:

1 – Il Salmo 95, 5 così recita: “Omnes dii gentium daemonia”, a cui fanno eco i Salmi 113, 5/8 – 134, 15/18: “Simulacra gentium… Os habent et non loquentur, oculos habent et non videbunt, aures habent et non audient, nares habent et non odorabunt, manus habent et non palpabunt, pedes habent et non ambulabunt, non clamabunt in gutture suo. Similes illis fiant qui faciunt ea et omnes qui confidunt in eis
Da cui deriva essere, quel simulacro - lo stesso che Papa Giovanni Paolo II permise che fosse collocato sul Tabernacolo della chiesa di San Pietro in Assisi, ottobre 1986, e che Lei accetta come cosa sacra - epifanìa demoniaca che si oppone alla Unicità di Dio, alla S.S. Trinità.   Pertanto da rifuggire, da rimuovere, da condannare.

È il Signore stesso, geloso, che ci vieta adorazione o rispetto per gli idoli quando comanda: “Non avrai altro Dio fuori che Me” (Es. 20, 3), e quando ammonisce. “Sappi oggi, e conserva bene nel tuo cuore, che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro” (Deut. 4, 39/40).
San Paolo, poi, temendo pel cristiano proprio un ritorno all’idolatrìa, ammonisce scrivendo ai Corinzi: “Tìs dé symphònesis Christoù pròs Beliàr? – Quae autem conventio Christi ad Belial? – Quale accordo tra Cristo e Belial? (II Cor. 6, 15). Domanda retorica che esclude, già nel porsi, contatti e convenzioni tra il Sommo Bene e il male.

Il suo gesto idolatrico, che continua una cultura sincretistica nata dal Concilio Vaticano II, giustifica quanti, cattolici deboli di fede, tengono, ad es., nella catenina del collo, ninnoli pagani uniti al Crocifisso, per nulla sfiorati dal sospetto di perpetrare il grave peccato di apostasìa. Per non dire dei numerosissimi  cattolici che, indotti dal messaggio relativistico dei documenti conciliari, frequentano chiese evangeliche, o ashram buddisti/induisti, o logge massoniche, accedendo, poi, con indifferenza alla Comunione Eucaristica.

Lei non può, perché glielo vieta l’altissimo Ufficio di “Vicarius Christi”, barattare Dio, il Vangelo, il Depositum Fidei  e la Chiesa Cattolica/Apostolica/Romana, col suo desiderio di voler andare d’accordo con tutti.  Perché se cosi fosse, non crede che Gesù avrebbe sottoscritto un’intesa cordiale con Erode, con Pilato, con i Samaritani, o col paganesimo intero e col mondo, evitando, così, in nome del dialogo ecumenistico, la morte in Croce?  Non crede che, se così fosse, Gesù avrebbe stabilito un patto di coesistenza pacifica con Satana invece di scacciarlo nel deserto e dagli indemoniati?

Una domanda: Le basterà una semplice lavata di mani, quelle che toccheranno il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo Eucaristìa, a portar via lo sporco contratto da quel sacrilego idoletto?

2 – Non siamo tutti figli di Dio, come Lei diversamente afferma a fine messaggio. Siamo, certamente, creature di Dio ma non tutti Suoi figli perché questo privilegio è concesso a una sola, stretta ed unica condizione: quella che Giovanni, nel suo Prologo (1, 12/13) , spiega con chiarezza e senza ombre di equivoche interpretazioni: “A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere umano, ma da Dio sono stati generati”.
Con ciò  egualmente si dimostra che Dio lo si può cercare solo in una parte, quella indicata da Cristo, e trovare in un modo solo, nell’accettazione cioè del Suo Verbo, Gesù, e niente affatto, come afferma Lei,  in diversi modi così come, infatti, diversi ed opposti sono il buddista, l’islamico o il talmudico.

Sembra a Lei che una fedele buddista, un fedele islamico, un fedele talmudista abbiano, in quanto tali, accolto Cristo, il Verbo di Dio, e credano nel suo nome? Si cerca, e si trova Dio Trinità, partendo forse da Budda o da Maometto?  Affermarlo non è soltanto dire cosa erronea smaltata da irenismo, ma, sostenuta dal Papa, da colui che dovrebbe custodire, preservare dal contagio, mantenere la Dottrina Cattolica nella sua purezza, significa cadere nell’eresìa vera e propria di cui il Signore Le chiederà conto nel ‘dies illa’.

La crisi che attanaglia la Chiesa in termini di abbandono della pratica sacramentale, in termini di scandali e, soprattutto in termini di false verità recepite e fatte proprie dalla Gerarchìa, è la conseguenza di una catechesi che, invece di mantenersi nel solco di Colui che è Via, Verità, Vita, ha sposato la fede nel/del mondo, facendo e assimilando come proprio quel disegno massonico che prefigura una Chiesa globale fatta dalla somma di tutte le confessioni. In pratica, la dissoluzione della Katholica. Ma non sarà facile né possibile, nemmeno ai nemici interni, tanto meno con la Sua catechesi sincretistica e relativistica, perché “Portae inferi non praevalebunt”.

Cristo, nel concedere a Pietro il Primato e le Chiavi del cielo e della terra, ha fondato la Sua Chiesa e non ha parlato di altre spurie realtà che, tornando ai Salmi citati, altro non sono che filiazioni demoniache.

Perciò Lei non può, e non deve, continuare a diffondere messaggi inquinati e false dottrine perché il danno che essi provocano, e provocheranno, nella coscienza dei fedeli sarà un altro conto da rendere e da spiegare in quel giorno.

In Christo et in Maria matre Ejus.

11 gennaio 2016     

                                                                                     




gennaio 2016

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