![]() |
![]() |
IESUS
NAZARENUS REX IUDAEORUM,
ossia JHWH di Don Curzio Nitoglia
Pubblicato
sul sito dell'Autore
http://doncurzionitoglia.net/2016/02/25/inri-jhwh/ https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2016/02/25/inri-jhwh/ La prima'immagine è nostra ![]() San Giovanni nel suo Vangelo (XIX, 17-22) ci racconta che Ponzio Pilato fece apporre sulla Croce di Gesù una tabella con su scritto “Gesù il Nazareno Re dei Giudei” in ebraico, greco e latino. I Sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato di togliere quella scritta e di sostituirla con un’altra che spiegasse che Gesù non era il Re dei Giudei ma solo che aveva detto: “Io sono il Re dei Giudei”, però Pilato rispose: “quod scripsi scripsi / quel che ho scritto, ho scritto”. Ora se si confrontano le quattro iniziali della scritta in latino “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum “ appare “INRI” e in ebraico (1) “Yeshua Hanotsari Wemelek Hayehudim” appare “YHWH” (2). Quindi se si legge la prima frase in ebraico posta sulla Croce e si focalizzano le iniziali di essa ci si trova davanti al Tetragramma JHWH (Jahwèh). ![]() Il Tetragramma (dal greco “quattro lettere”) indica il Nome con cui Dio si rivelò a Mosè (Esodo, III, 14-15): “Io Sono Colui che Sono / Ego sum qui sum”, e significa l’Essere stesso per sua natura, Colui la cui proprietà essenziale è l’Essere. Quindi la scritta “INRI” non solo ci ricorda che Gesù è il Re del mondo intero e dei Giudei ma anche che “Egli è Colui che è” (“YHWH”), ossia l’Essere increato e Creatore del cielo e della terra. Gesù stesso aveva predetto sempre nel Vangelo di San Giovanni (VIII, 28): “Cum exaltaveritis Filium hominis, tunc cognoscetis quia ego sum / Quando avrete innalzato da terra (sulla Croce) il Figlio dell’uomo, allora capirete che Io sono (colui che sono)”. NOTE 1 - Tenendo conto che l’ebraico non prevede le vocali e le si riporta solo per indicare la pronuncia 2 - Cfr. H. Tisot, Eva la donna, Napoli, Editrice Domenicana Italiana, 2009, pp. 216-220; http://www.losai.eu/inri/ di Daniele Di Luciano. (torna
su)
febbraio 2016 |