Una prima risposta di papa Bergoglio
alle critiche alla sua esortazione?

Un articolo di Zenit sull'omelia dell'11.4.2016


Pubblichiamo un articolo apparso su l'agenzia Zenit, 11 aprile 2016

al quale abbiamo premesso il titolo su riportato supponendo che papa Bergoglio, com'è suo costume, abbia davvero lanciare una frecciata contro i suoi critici.
Se così non fosse… ce ne scusiamo.

Impaginazione e neretti sono nostri





Santa Marta: i “dottori della lettera” sono sempre pronti a calunniare chi segue Gesù

di Luca Marcolivio


I “dottori della legge” sono duri a morire e spopolano ancora oggi.

In un’omelia del mattino, in cui è sembrato rispondere allusivamente alle critiche alla sua ultima esortazione apostolica, papa Francesco ha usato il termine “dottori della lettera”, con riferimento a coloro che usano la “Parola di Dio contro la Parola di Dio”, chiudendo il cuore alla profezia e prestando più attenzione agli schemi che alle persone.

Durante la messa alla Casa Santa Marta, il Pontefice ha portato ad esempio le calunnie dei dottori della legge ai danni di Santo Stefano, contro cui architettano falsi testimoni che attribuiscono al primo martire “parole blasfeme contro Mosè” e “contro Dio”.

Il cuore chiuso alla verità di Dio – ha sottolineato il Papa – è aggrappato soltanto alla verità della legge” o più precisamente “della lettera” e “non trova altra uscita che la menzogna, il falso testimone e la morte”.

Se già in precedenza Gesù li aveva rimproverati, perché “i loro padri avevano ucciso i profeti”, ai quali adesso loro elevano monumenti, i “dottori della lettera” ora rispondono in maniera più “cinica” che “ipocrita”, ovvero: “Se noi fossimo stati al tempo dei nostri padri, non avremmo fatto lo stesso”.

Tali “dottori”, dunque, ora “si lavano le mani e davanti a se stessi si giudicano puri. Ma il cuore è chiuso alla Parola di Dio, è chiuso alla verità, è chiuso al messaggero di Dio che porta la profezia, per far andare avanti il popolo di Dio”.

Francesco ha quindi aggiunto: “Mi fa male quando leggo quel passo piccolo del Vangelo di Matteo, quando Giuda pentito va dai sacerdoti” e, dicendo di aver peccato, si accinge a restituire loro i trenta denari. La risposta che ottiene è gelida: “te la vedrai tu!”; lasciano così nella solitudine quel “povero uomo pentito che non sapeva cosa fare e che ora “va ad impiccarsi”.

A quei dottori della legge non importava nulla né della “vita” di Giuda, né del suo “pentimento”; hanno a cuore solamente “il loro schema di leggi e tante parole e tante cose che hanno costruito”. Si manifesta, così, la “durezza” e la “stoltezza” del loro cuore: non potendo “resistere alla verità di Stefano”, si mettono in cerca di “testimoni falsi per giudicarlo”.

Con la conseguenza che Stefano diventa il primo martire della storia, mettendosi nella sequela di Gesù e inaugurando una lunga serie di martiri successivi: “La storia ci parla di tanta gente che venne uccisa, giudicata, seppur era innocente: giudicata con la Parola di Dio, contro la Parola di Dio. Pensiamo alla caccia delle streghe o a Santa Giovanna d’Arco, a tanti altri che vennero bruciati, condannati, perché non si aggiustarono, secondo i giudici, alla Parola di Dio”, ha osservato il Santo Padre.

È il modello di Gesù che, per essere fedele e avere obbedito alla Parola del Padre, finisce sulla croce”, ha proseguito, sottolineando anche la “tenerezza” con cui Gesù dice ai discepoli di Emmaus: “Oh stolti e tardi di cuore”.

Papa Francesco ha quindi concluso con la preghiera che il Signore “con la stessa tenerezza guardi le piccole o grandi stoltezze del nostro cuore, ci carezzi, e ci dica: ‘oh stolto e tardo di cuore’ e incominci a spiegarci le cose”.






aprile 2016

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI
AL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO