Esortazione:
Francesco promuove l’etica della situazione
Sovverte la teologia morale


di John Vennari

Pubblicato sul sito Catholic Family News

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Ho letto integralmente l’Esortazione di Francesco: più di 240 pagine, 58000 parole. Con dei grandi ondeggiamenti di un parlare verboso, talvolta non tanto male, talaltra fortemente fastidioso, Francesco canonizza in definitiva l’etica della situazione.

La parte chiave della rivoluzione appare alla fine, nel capitolo 8. Con precauzione egli apre la porta alla comunione per i risposati, con il caso per caso. I progressisti lo celebrano come un «cambiamento radicale».

Questo distrugge in definitiva degli elementi chiave della teologia morale cattolica. I Sinodi tumultuosi hanno partorito una Esortazione tumultuosa.

Perfino Associated Press riconosce la rivoluzione effettuata da Francesco nella dottrina morale. Nell’articolo apparso oggi col titolo: «Il Papa insiste che è la coscienza a dover condurre i fedeli, e non le regole», si legge:
«Venerdì Papa Francesco ha detto che i cattolici, per negoziare le complessità del sesso, del matrimonio e della vita di famiglia, devono riferirsi alla propria coscienza più che alle regole del Vaticano, e chiede che la Chiesa, affrontando alcune delle questioni più spinose che i fedeli devono fronteggiare, metta l’accento sulla misericordia piuttosto che sulla dottrina

In un importante documento di Chiesa intitolato «La gioia dell’amore», Francesco non apporta alcun cambiamento esplicito alla dottrina della Chiesa e mantiene la dottrina della Chiesa sul legame indissolubile del matrimonio fra un uomo e una donna. Ma, dando delle citazioni selettive dei suoi predecessori e sottolineando il suo insegnamento nelle note a pie’ di pagina strategicamente piazzate, Francesco ha operato delle nuove aperture nella pratica pastorale per i cattolici che si risposano civilmente, e ha fatto sapere che non vuole niente di meno di una rivoluzione nel modo in cui i preti accompagnano i cattolici. Egli dice che la Chiesa non deve più emettere dei giudizi e «gettare la pietra» a quelli che non sono all’altezza degli ideali evangelici del matrimonio e della vita famigliare.



aprile 2016

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