Amoris laetitia in conflitto con la Fede cattolica


Pubblicato sul sito Rorate Caeli

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Hagios o Theos.

Hagios Ischyros.

Hagios Athanatos, eleison hymas.



Dio abbia misericordia della Sua Santa Chiesa.

Impossibile dire altrimenti: L’Esortazione Apostolica del Papa, Amoris Laetitia, è una catastrofe.

Benché pubblicata solo questa mattina, gli osservatori e i commentatori cattolici hanno già incominciato ad identificare diversi passi reprensibili, nei quali la dottrina e la disciplina della Fede della Chiesa sono eluse, distorte e contraddette. Qui, a Rorate Caeli, ne avremo tanto da dire, ma possiamo dire fin d’ora che il titolo del commento del Dr. Maike Hickson su OnePeterFive è giusto: «Pope Francis Departs from Church Teaching in New Exhortation."  - Nella nuova Esortazione, Papa Francesco abbandona la dottrina della Chiesa»

Ugualmente corretta è l’osservazione fatta da Voice of the Family: “Numerosi passi riflettono fedelmente l’insegnamento cattolico, ma questo non può in alcun modo attenuare la gravità dei passi che minano l’insegnamento e la pratica della Chiesa cattolica” (Assicuratevi di leggere interamente l’eccellente critica di Voice of the Family).

Leggete il commento del Dr. Hickson e quando avrete tempo visitate il blog del canonista Edward Peters, per leggere i suoi «"First thoughts on the English version of Pope Francis' Amoris laetitia."- Primi pensieri sulla versione inglese di Amoris Laetitia di Papa Francesco». Le sue critiche isolano quelli che probabilmente sono i peggiori aspetti dell’esortazione del Papa (ve ne sono molti altri che sono anche molto cattivi) ed esse sono presentate in maniera caritatevole – a mio avviso, caritatevole all’eccesso.

Ecco il cuore della critica di Peters:

1. Parlando dei divorziati risposati, Francesco scrive: «In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità [cioè i rapporti sessuali], “non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli” (Gaudium et spes, 51)», (nota 329).
Io temo che questo sia un grave abuso dell’insegnamento conciliare. Gaudium et spes 51, parla di coppie sposate che praticano un’astinenza periodica. Francesco sembra paragonare questo casto sacrificio all’angoscia che provano i pubblici adulteri quando cessano di avere rapporti sessuali illeciti.

2. Parlando del “matrimonio cristiano, riflesso dell’unione tra Cristo e la sua Chiesa”, Francesco scrive: «Altre forme di unione contraddicono radicalmente questo ideale, mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo» (n° 292). Questa semplice frase richiede una significativa elaborazione: le forme di unione che contraddicono radicalmente l’unione di Cristo con la Sua Chiesa, sono oggettivamente quelle adultere dei divorziati pseudo-risposati; le forme di unione riflettono questa unione in modo parziale, ma buono, sono tutti i matrimoni naturali. Queste due forme di unione non variazioni di uno stesso tema, esse differiscono per natura e non solo per grado.

3. Parlando di ciò che il Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 2384, descrive come “adulterio pubblico e permanente”, Francesco scrive che alcuni divorziati risposati possono manifestare “provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano” (n° 298). Molti si chiederanno come l’espressione “provata fedeltà” possa applicarsi ai rapporti cronicamente adulteri o come l’“impegno cristiano” possa esprimersi col pubblico e permanente abbandono del coniuge precedente.

4. Al n° 297, Francesco scrive: «Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo!». Al contrario, si tratta precisamente della logica del Vangelo che uno possa essere condannato per sempre. CCC 1034-1035. Se si fosse voluto dire, diciamo, che uno non può essere “condannato per sempre” dall’autorità terrena, si sarebbe dovuto precisare. Ma, ovviamente, negare la santa Comunione a chi si trova in “pubblico e permanente adulterio” non è affatto una condanna, così ne deriva che il punto non è chiaro.

5. Nei nn° 280-286, in cui si parla direttamente di educazione sessuale dei giovani, non ho trovato alcun riconoscimento, anzi nemmeno una menzione, del fatto che in questo importante settore sono i genitori ad averne diritto. Forse potrà essere dedotto dai richiami ai genitori fatti altrove in AL.

Queste osservazioni hanno colpito nel segno: ma Peters indebolisce la sua critica con l’uso di espressioni come “temo che questo sia” o “sembra che Franceco”. L’applicazione fatta dal Papa di Gaudium et spes 51, si scontra certamente con l’insegnamento della Chiesa, e il Papa paragona, se non assimila moralmente, la periodica astinenza nelle relazioni coniugali con “l’angoscia che provano i pubblici adulteri quando cessano di avere rapporti sessuali illeciti”.

Per comprendere l’enormità degli insegnamenti di Francesco, bisogna confrontare e contrapporre Amoris laetitia 300-310 con Familiaris consortio 84 del Papa Giovanni Paolo II. La dottrina e la disciplina secondo le quali le persone che vivono in un persistente, oggettivo stato di adulterio non possono ricevere la Santa Comunione, non si trova in alcun posto nell’esortazione del Papa. Al contrario, su questo punto, Amoris laetitia 301 insieme alla nota 351, contraddicono la dottrina della Chiesa, dichiarando falsamente che “non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”, mentre invece la dottrina ha sempre insegnato e ancora insegna che tutte le coppie che convivono e compiono atti sessuali al di fuori del matrimonio valido sono oggettivamente in stato di peccato mortale e sono private della grazia santificante, indipendentemente da quello che dice il Papa.
E ancora, l’insegnamento della Chiesa: “Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente” (CCC 2384), non è esplicitamente riaffermato in alcun punto di questa esortazione.

A queste critiche noi dobbiamo aggiungere le nostre obiezioni ai principi generali di Amoris laetitia 301, i quali distruggono tutta la disciplina sacramentale. Infatti, alla luce delle riflessioni qui fatte dal Papa, come potrebbe la Chiesa impedire che qualcuno possa ricevere la Comunione?
Parimenti censurabile è il riferimento che fa il Papa a certe persone che si possono trovare «in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa», come se la legge di Cristo riguardante il matrimonio e il divorzio potesse essere disobbedita – cosa che peraltro contraddice il paragrafo 297, che afferma che «la pienezza del piano di Dio in loro… [è] … sempre possibile con la forza dello Spirito Santo

Questo non è l’unico punto dove – richiamando alla mente Giacomo 1, 8 – l’esortazione contraddice non solo la Fede, ma se stessa – poiché, come ha puntualizzato Voice of the Family, l’esortazione, prima classifica gli accoppiamenti sodomiti fra «la grande varietà di situazioni familiari» (AL 52), poi rigetta l’affermazione che le relazioni sodomitiche sarebbero simili o analoghe ai matrimoni e alle famiglie (AL 251), mentre accetta anche le false premesse dell’“ideologia del gender” (AL 56), prima di criticare la stessa!

Così, da un lato abbiamo la dottrina della Chiesa come espressa in documenti quali Familiaris consortio e il Catechismo della Chiesa Cattolica, e dall’altro abbiamo gli insegnamenti di Papa Francesco contenuti in Amoris laetitia.

In effetti, l’esortazione è un attacco sostenuto e grossolano contro la Fede. Con le lacrime, devo dire che la Santa Madre Chiesa, per questo genere di cose, ha riprovato e anche condannato alcuni dei suoi papi.

Che Dio abbia misericordia della Sua Santa Chiesa.




aprile 2016

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