“Seminariadi”.
Interessanti scoperte nelle competizioni sportive riservate ai seminaristi

di Alessandro Gnocchi

Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana

Circa le immagini, non possiamo esimerci dal constatare l'evidente intima coerenza tra lo spirito dell'iniziativa, sovversiva e rivoluzionaria, e il colore di queste magliette “distintive”: il rosso fuoco…
Come sempre accade, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.





Torneo Seminari Triveneto

 
Forse non tutti sanno che esistono le “Seminariadi”.
Chi ignora le nuove frontiere della formazione sacerdotale sbocciata con la primavera del Concilio sappia allora che si tratta di piccole olimpiadi riservate ai seminaristi, in voga nel Triveneto da qualche anno. Detta così, sembrerebbe persino una bella cosa.

Sì, perché, di solito, si mandano i candidati al sacerdozio a ballare in discoteca, a sbevazzare negli happy hour o a crogiolarsi in vacanza a Rimini allo scopo conoscere il mondo e fortificarsi in vista delle tentazioni del gentil sesso, e forse non solo quello. E, invece, ecco che i pastoral-formatori triveneti spediscono gli allievi dei seminari minori a saltare in alto, in lungo e a correre in pista e quelli dei seminari maggiori a giocare e calcio e calcetto.
Bene!”, commenta la mente retrograda di un cattolico d’altri tempi, così la sera vanno a letto presto e stanchi e non hanno tempo per brutti pensieri.

Ma l’entusiasmo finisce qui. “Bene” mica tanto. Ce lo segnala un lettore che ieri si trovava al Centro Sportivo di Sommacampagna, in provincia di Verona.
Arrivato in loco per accompagnare il figlio a tirare quattro calci al pallone, si è trovato in piena “Seminariade” e, incuriosito da un gruppo di ragazzotti con magliette rosso fuoco e tanto di bandierone di Israele che garriva al vento, si è avvicinato agli scalmanati atleti per capire chi fossero. Ha saputo così che si trattava degli allievi del seminario maggiore di Concordia-Pordenone, pronti a competere con i confratelli di Verona, Vicenza, Udine, Treviso, Trento e Padova.

Ma per il povero cattolico fuori moda, che già non riusciva a capacitarsi della bandiera di Israele sventolata da dei prossimi sacerdoti cattolici, le sorprese non erano finite lì.
Sulle magliette, i candidati al sacerdozio del seminario di Concordia Pordenone non portavano i loro nomi, ma, come si vede nelle fotografie, quelli di celebri eretici, antipapi e mitici fondatori di altre religioni.

Guardare per credere: Valentino, Giansenio, Donato, Marcione, Novaziano, Dolcino, Guglielmo di Occam, Giordano Bruno, Mormon.

E questo è ancora niente, perché, alla più ovvia delle domande sul motivo di tale esibizione, la risposta dei futuri sacerdoti della diocesi di Concordia-Pordenone sarebbe stata la seguente: “Queste sono le nostre radici”.
Proprio così, e allora vale la pena di fare un piccolo ripasso per capire in che cosa siano radicati questi giovanotti che si candidano al sacerdozio, pare, cattolico.

Forse sarebbe stato meglio mandarli in discoteca, per happy hour o in vacanza a Rimini…

* * * *

Valentino. Eretico gnostico del II secolo, presente a Roma sotto Igino, Pio e Aniceto Alla base del suo sistema c’è la dottrina degli eoni, che si pongono tra Dio e il mondo, il bene e il male, tentando di conciliarli. L’equilibrio venne infranto dall’ultimo degli eoni, la Sapienza (Sofia), e così nacquero tutti i mali, a coppie. Per ricomporre le cose, dalla coppia eonica mente-verità uscì la coppia Cristo-Spirito Santo. Il Cristo eone discese sotto forma di colomba in Gesù di Nazareth dal quale, dopo che ebbe insegnato agli uomini il modo di liberarsi dalle passioni risalì alla perfezione del pleroma al momento della sua presentazione a Pilato, lasciando che soffrisse e morisse l’elemento materiale rivestito della sua apparenza.

Giansenio (1585-1638). Vescovo di Ypres in Olanda, nell’opera Augustinus stravolge la dottrina di Sant’Agostino sulla grazia e sulla predestinazione. L’opera fu condannata dall’Inquisizione del 1641, l’anno dopo da Urbano VIII e nel 1653 da Innocenzo X. Giansenio sosteneva che l’uomo, dopo il peccato originale, non è più in grado di volere o compiere il bene con le sole sue forze. Dio concede la grazia, senza la quale l’uomo non sarebbe in grado di avere neppure il movimento iniziale verso il bene. Al peccatore, Dio non è tenuto a concedere la grazia: questa è data soltanto a coloro che Dio, nella sua volontà imperscrutabile, ha predestinato, indipendentemente e prima di ogni previsione dei meriti. Tale predestinazione non è concessa neppure a tutti i battezzati, ma soltanto a coloro che Dio ha scelto particolarmente.

Donato (270 circa – 355 circa). Vescovo di Numidia, si affermò inizialmente con uno scisma nella Chiesa africana. In seguito, il donatismo divenne anche un’eresia. Sorse dall’opposizione di alcuni vescovi nella Numidia alla nomina di Ceciliano ad arcivescovo di Cartagine, accusato di essersi fatto consacrare da Felice di Aptonga, considerato come uno dei “traditores”, di coloro cioè che durante la persecuzione di Diocleziano avevano obbedito agli editti dell’imperatore del 303.
L’imperatore Costantino tentò inutilmente di far rientrare i dissidenti nella fila della Chiesa, ma questi divennero ancor più fanatici perseguitando i cattolici e distruggendo le loro chiese. Parminiano, successore di Donato dal 355 al 391, e il vescovo di Cirta, Petiliano, il maggior esponente del donatismo, ai tempi di sant’Agostino, furono i più focosi sostenitori della setta con i loro scritti. Secondo la loro dottrina, la Chiesa visibile è composta soltanto di giusti e di santi e i sacramenti sono invalidi se amministrati da un ministro indegno.

Marcione, vescovo del II secolo. Secondo la sua dottrina, una variazione dello gnosticismo, l’Antico e il Nuovo Testamento sono opera di due diversi princípi: l’Antico procede dal Dio della giustizia, il Nuovo procede dal Dio della misericordia. Sotto il primo princípio, l’umanità visse come oppressa dalla Legge e fu punita con severità. Per questo, il Dio della misericordia inviò il Redentore. Cristo si mostrò sotto le sembianze di uomo per inaugurare il regno della misericordia e dell’amore; non nacque dalla Vergine e non soffrì né morì nella carne. La sua morte fu dovuta alla vendetta del Dio cattivo.

Novaziano, antipapa III secolo. La sua dottrina prese i contorni dell’eresia, quando si pronunciò sui lapsi (caduti), coloro i quali avevano negato la fede cristiana durante la persecuzione deciana, orientandosi alla massima inflessibilità. Molti vescovi, tra cui Cipriano di Cartagine, scelsero una procedura con penitenza per la riammissione dei lapsi nella Chiesa. Ma secondo Novaziano, la Chiesa doveva negare il perdono, una facoltà concessa solo a Dio, sia ai lapsi, che a coloro che avevano commesso peccato mortale (idolatria, omicidio e adulterio), anche se facevano penitenza.
I suoi seguaci furono i primi a chiamarsi “puri”. Sopravvissero fino al VII secolo nominando i propri vescovi e i successori di Novaziano a Roma. Non impartivano la cresima e proibivano ai vedovi di risposarsi.

Fra Dolcino (1250 – 1307). Riteneva che i suoi seguaci, come i Fratelli del Libero Spirito, fossero così perfetti da poter commettere qualsiasi atto senza correre il rischio di peccare. Si ispirava alle dottrine millenariste di Gioacchino da Fiore e riteneva che la storia fosse divisa in quattro periodi: quello del Vecchio Testamento, caratterizzato dalla moltiplicazione del genere umano; quello di Cristo e degli Apostoli, caratterizzato dalla castità e povertà; quello dell’Imperatore Costantino e di Papa Silvestro I, caratterizzato da una decadenza della Chiesa; quello annunciato da lui stesso, caratterizzato dal modo di vivere apostolico, dalla povertà, dalla castità e dall’assenza di forme di governo; esso sarebbe durato fino alla fine dei tempi.

Giordano Bruno (1548 – 1600). Il cardinale gesuita Roberto Bellarmino, nel 1599 enucleò le seguenti otto proposizioni del filosofo di Nola ritenute eretiche dalla Chiesa: l’anima mundi e la materia prima sono i due princípi eterni delle cose; da una causa infinita deve derivare un infinito effetto; non esiste l’anima individuale; nulla si crea e nulla si distrugge, la Terra si muove; gli astri sono angeli ed esseri animati; la Terra è dotata di un’anima sensitiva e razionale; l’anima non è la forma del corpo dell’uomo.

Guglielmo di Occam (1280 – 1349). Frate francescano, reso celebre da Umberto Eco che lo ha ritratto in  Guglielmo di Baskerville nel romanzo Il nome della rosa, Occam è all’origine della deriva anticristiana e antimetafisica del pensiero moderno. Le sue dottrine, separando fede e ragione, lo hanno portato a rivedere profondamente i rapporti tra filosofia e teologia negando a quest’ultima ogni valore speculativo. Ne segue che la filosofia, nel suo ambito, è autonoma. Nell’ambito politico vanno separati assolutamente anche Chiesa e Stato, poiché la prima, secondo Occam, è solo una società spirituale.

Mormon. Il mormonismo è una credenza religiosa fondata da Joseph Smith (1805 – 1844), considerato dai mormoni il loro profeta in quanto destinatario del Libro di Mormon. Secondo quest’opera, Gesù visitò i nativi americani dopo la sua resurrezione. I mormoni rifiutano il dogma trinitario: il Padre e il Figlio sono persone del tutto distinte, dotate di forma umana e in carne e ossa, unite da una volontà comune. Questa volontà comune sarebbe lo Spirito Santo, che non ha invece forma umana. Il Padre Celeste è un ex uomo  che ha ottenuto la perfezione divina e ha stabilito la propria residenza nei pressi del pianeta Kolob. Rifiutano anche il dogma del peccato originale. Secondo questa setta, Smith ha solo iniziato un processo che si chiuderà col ristabilimento del regno di Dio sulla Terra.



Valentino, Donato, Mormon



sotto la bandiera di Israele: Marcione, Giansenio , Novaziano



alla sinistra della bandiera di Israele: Dolcino



ancora sotto Israele: Giordano Bruno, Novaziano



ancora sotto Israele: Guglielmo doi Occam, Giasenio




aprile 2016

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI
AL SOMMARIO FRUTTI DEL CONCILIO