Evviva! I musulmani vengono a Messa

di Giovanni Servodio





Dopo la notizia, venuta dalla Francia, che in seguito allo sgozzamento ai piedi dell’altare di Don Jacques Hamel, dei rappresentanti musulmani si recheranno nelle chiese cattoliche, anche a Messa, per dar prova della loro solidarietà con noi poveri cattolici “offesi nell’onore” e “colpiti nelle carni”… dopo tale notizia, ripresa a vario titolo da vari giornali e perfino a titolo elogiativo dai più autorevoli giornali cattolici, si sono moltiplicate le reazioni sia perplesse sia indignate di diversi cattolici.
Per tutte segnaliamo l’articolo di Paolo Deotto: Domenica 31 luglio, la nuova farsa, il nuovo tradimento, pubblicato su Riscossa Cristiana.

Noi dobbiamo confessare che non ci siamo stupiti, né ci siamo indignati, semplicemente perché ci è sembrato del tutto normale che i musulmani vengano nelle nostre chiese, anche durante la Messa, accolti a braccia aperte dai nostri preti. Cosa c’è di strano in tutto questo? Soprattutto: cosa c’è di nuovo? Davvero ci siamo dimenticati quando nei nostri Santuari hanno fatto irruzione frotte di miscredenti e di senza Dio, invitati a braccia aperte e col sorriso sulle labbra dai papi conciliari? Non era anche allora per “promuovere la pace”?

Guardiamo le cose da un altro punto di vista.

E’ da anni che non ci si può recare in un piccolo centro della nostra provincia, senza restare meravigliati per il gran numero di “estranei” che si incontrano per le strade, nei negozi, nei bar. “Estranei” di ogni colore e di ogni taglia, maschi e femmine, per la maggior parte di religione islamica, come si capisce subito dalle barbe o dagli zucchetti o dai fazzoletti in testa. Insomma una sorta di invasione capillare che non solo ha realizzato l’occupazione quasi “esclusiva” di interi quartieri delle nostre megalopoli, ma ha prodotto la capillare presenza di persone che vogliono rimanere diverse, nel sentire e nel vivere, perfino nei nostri piccoli paesini un tempo centri della ancora permanente cultura ed educazione cristiana.

Questa invasione, che le autorità “civili” promuovono e perfino sostengono economicamente, è da tempo che trova il sostegno di tanti preti modernisti che hanno aperto oratori e chiese ai soggetti interessati, non per condurli all’ovile del Signore, ma per confermarli nel loro credo contrario alla volontà di Dio.

Perché stupirsi, quindi, se oggi, per un atto di cortesia e di buon vivere, alcuni autorevoli musulmani vengono a trovarci in chiesa?

La chiesa era, in qualche modo, l’ultimo posto ancora non calpestato da piede musulmano; da oggi anche questi suoli delle nostre un tempo “case di Dio”, verranno calpestati dai passi dei musulmani, debitamente calzati perché per loro non si tratta di “terreno sacro”.
Un altro passo verso l’invasione totale è stato compiuto, un passo dal significato ben profondo, peraltro, checché ne pensino i benpensanti laici e chierici un tempo cattolici.
E sì, perché per un musulmano, se non altro in termini di percezione sottile, calpestare un certo suolo equivale ad islamizzarlo, così che prossimamente anche le nostre chiese verranno percepite dai musulmani come “terra dell’islam”. E questo, peraltro, senza colpo ferire, ma solo con qualche mirato sgozzamento qua e là, a cui seguiranno altri gesti di cortesia e di buon vivere… musulmano.

Intendiamoci. Non ce l’abbiamo con i musulmani, che in fondo sono anche delle brave persone, quando non si trasformano in cinici uccisori di “infedeli”.
Ce l’abbiamo invece con i cattolici che non si accorgono che i musulmani sono dei ferrati credenti nel loro dio e dei convinti difensori dei loro costumi, tali da costituire una sorta di “civiltà” che a buon diritto e secondo il buon senso loro è giusto e lodevole che venga abbracciata da popoli come i nostri che hanno perso ogni credo e ogni costumanza proprie, per votarsi alle più aberranti pratiche di cui perfino si gloriano.

Ce l’abbiamo con i cattolici che non si rendono conto che praticare la misericordia umana, o filantropia, dimenticandosi di praticare la misericordia di Dio, avente in vista la salvezza delle anime di queste povere persone che dovrebbero essere convertite al vero Dio, non significa altro che fare il loro male, offrendo su un piatto d’argento i loro esseri a messer Belzebù, che non aspetta altro da sempre.

Ce l’abbiamo in definitiva con noi stessi che non siamo più in grado di essere qualcosa o qualcuno e ci siamo globalmente trasformati in esseri informi e senza nerbo, disposti a tutte le metamorfosi pur di sopravvivere e di godere della mera sopravvivenza, paghi solo degli stimoli sensoriali e ormai ciechi e sordi ai richiami dello spirito.

Ce l’abbiamo con noi stessi che avendo rifiutato ogni prospettiva ultraterrena ci crogioliamo nella poltiglia terrena, consegnandoci così nelle mani di chi vuole solo la perdizione delle nostre anime immortali.

Ce l’abbiamo soprattutto con noi stessi che non ci rendiamo conto che così facendo non serviamo la nostra causa di uomini fatti a immagine e somiglianza di Dio, ma serviamo la causa del mondo che odia gli uomini veri e ama solo larve addomesticate, tutte raccolte nel Nuovo Ordine Mondiale e tutte credenti nella Nuova Religione Mondiale, in vista dell’avvento dell’Anticristo.

Ce l’abbiamo con i preti che osano ancora presentarsi come ministri di Dio, mentre sono diventati ministri di loro stessi, quando non si sono dedicati al servizio della scimmia di Dio.

Ma noi, poveri uomini della strada, cosa possiamo fare?

Possiamo pregare, per la salvezza dell’anima nostra; possiamo pregare da soli e in famiglia per tenere accesa la fiaccola che il Signore ci ha lasciato in custodia; perché fintanto che nel mondo brillerà ancora la sia pur minima fiamma divina, il mondo stesso perdurerà, e non per la sua sopravvivenza che è già predestinata da Dio, ma per permetterci di avere il tempo di pentirci dei nostri peccati e meritare la grazia e la misericordia di Dio.

Possiamo pregare per tenerci in contatto gli uni con gli altri e sostenerci a vicenda,  pronti a non rinunciare al nostro dovere di denunciare l’errore ovunque si annidi e comunque si presenti; disponibili a reagire e ad agire come e quando Dio vorrà sulla base del Suo disegno provvidenziale.

Possiamo pregare perché la Santa Vergine Maria interceda per noi e, se possibile, chieda a Nostro Signore di accorciare i giorni per il promesso trionfo del suo Cuore Immacolato.

Che Dio ci aiuti!







luglio 2016
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