Deus vult

di Belvecchio





Grazie alla segnalazione del Direttore di Riscossa Cristiana, Paolo Deotto, abbiamo potuto leggere un interessante articolo pubblicato da Il Mattino di Padova, a firma di una certa Zouhra Tossount, indicata come “studentessa padovana e musulmana”.

L’articolo porta il titolo, un po’ eloquente e un po’ criptico, di “Cattolici e musulmani non uccidono in nome di Dio”, offrendo così ai lettori un’imbeccata che dovrebbe servire a ribadire un dato scontato e invece suggerisce solo una cattiva informazione, forse buona per la propaganda a favore della religione unica mondiale al servizio del nuovo ordine mondiale, ma certo in grado di dimostrare che l’Autrice e il Direttore che la ospita sono un po’ ignoranti e un po’ bugiardi.

La prima cosa che ci siamo chiesta è se l’Autrice è prima padovana e poi musulmana o viceversa, se cioè è una padovana convertita all’Islam o una musulmana che semplicemente abita a Padova; dell’appellativo di “studentessa”, lasciamo perdere, perché ormai è arcinoto che sono più gli ignoranti che sono stati a scuola che gli ignoranti che non sono mai entrati in una scuola. Purtroppo è questo lo stato delle scuole moderne.

Poi ci siamo chiesti un’altra cosa: ma costei scrive di sua volontà o su commissione? Perché comincia a puzzare lo “spontaneismo” che affiora nei nostri “mezzi di comunicazione” ogni volta che si rende necessario lanciare un messaggio o ribadire uno slogan. E questo caso dello slogan che vuole indurre ad acquisire il prodotto adulterato del “non si uccide in nome di Dio”, è ormai un caso sempre più frequente.

Poi, riflettendo, ci siamo chiesti ancora: ma non è che questo insistere sul “non si uccide in nome di Dio” sotto sotto suggerisce che si possa uccidere in nome di qualcos’altro? Della democrazia, per esempio, o delle fonti energetiche, o della libertà, o del nuovo ordine mondiale?
Va a sapere! Certo è che oggi è uso corrente propalare slogan pacifisti per giustificare leggi, azioni e comportamenti repressivi o aggressivi, spesso forieri di violenze e di guerre.

Ma veniamo al contenuto dell’articolo.

Che sia un cristiano in chiesa, un musulmano in moschea, un ebreo in sinagoga, è sempre amore e adorazione nei confronti dell’Altissimo. Ogni tradizione religiosa adotta un suo alfabeto, delle regole e delle usanze per comunicare ed esprimere la stessa cosa. L’unico amore.”

Non sbagliavamo prima parlando di ignoranza, qui infatti, sulla base del diffuso sincretismo moderno, la “studentessa” crede che religione sia sinonimo di “tradizione religiosa”, rivelando una “formazione” che prima di essere lacunosa è fuorviante, pur essendo in linea con la moderna concezione della religione in base alla quale si tratterebbe di un insieme di costumanze umane usate da tutti coloro che credono che esista un dio oltre la natura.
Sulla base di tale concezione non stupisce quindi l’equiparazione tra chiesa, moschea e sinagoga; la rivelazione di Dio non ha alcun ruolo in questa concezione, e stupisce che la “studentessa” dichiari di essere musulmana, perché anche l’islamismo dice di rifarsi ad una rivelazione dall’alto, peraltro con un esclusivismo tanto assoluto da non riconoscere ad altri la stessa possibilità, e certo non a torto.
Questo elemento, però, fa sorgere il sospetto che la “studentessa” non sia poi così musulmana come dice, forse si tratta di una moderna musulmana “sui generis” come ci sono tanti cattolici “sui generis”. Il che spiegherebbe, tra l’altro, il contenuto del suo articolo, tutto intriso di spirito irreligioso, seppure ricco di terminologia religiosa. E spiegherebbe perché l’articolo è apparso su un giornale che segue logicamente la moda della nuova era che pretende l’abolizione di ogni religione e l’avvento di una religiosità universale dove non c’è posto per Dio, ma si fa posto a tutti gli dei.

Al di là delle diverse sfumature, siamo tutti umani, siamo tutti creazione di Dio. Siamo tutti fratelli, siamo tutti un agglomerato di emozioni e di amore. Nessuno si permetta di dividerci, nessuno.
“Neanche Dio!”, aggiungiamo noi. Perché potrebbe “capitare” che Dio pretenda che gli uomini ragionino, con quella ragione che Lui ha dato loro, con quella intelligenza e quella volontà di cui li ha dotati, con quella libertà con cui chiede di essere riconosciuto come loro Creatore. Perché Dio non ha creato degli “agglomerati di emozioni e di amore” e non ci ha creati tutti fratelli, ma ci ha voluti senzienti affinché liberamente scegliessimo di diventare “figli di Dio”, rifiutando le sollecitazioni emozionali che ci vengono dalle viscere e respingendo le lusinghe di Satana, che oggi si presentano con le vesti del sincretismo religioso e con le suggestioni dell’uguaglianza delle sedicenti religioni, come l’islamismo e l’ebraismo.

Per ultimo, due parole sull’assunto chiave: “non si uccide in nome di Dio”. Assunto suggestivo e insieme controverso, che peraltro si fonda quasi interamente sul sentimentalismo umano, non trovando riscontro nel testo religioso comune a cristiani ed ebrei, né nel testo religioso islamico.
Non staremo a ricordare certi episodi storici che riportano che i credenti in Dio hanno passato a fil di spada i loro nemici, vecchi, donne e bambini compresi, ci limiteremo a citare un passo della Bibbia, uno degli Atti degli Apostoli e uno del Corano, che non servono a sostenere che si “debba” uccidere in nome di Dio, ma a confermare che in nome di Dio si “possa” uccidere. Deus vult.

«Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli aveva tolto ogni freno, così da farne il ludibrio dei loro avversari. Mosè si pose alla porta dell’accampamento e disse: “Chi sta con il Signore, venga da me!”. Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi. Gridò loro: “Dice il Signore, il Dio d’Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell’accampamento da una porta all’altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente”. I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo. Allora Mosè disse: “Ricevete oggi l’investitura dal Signore; ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché oggi Egli vi accordasse una benedizione”. (Gn. 32, 25-29).

«Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell’importo d’accordo con la moglie, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: “Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio”. All’udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell’accaduto. Pietro le chiese: “Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?”. Ed essa: “Sì, a tanto”. Allora Pietro le disse: “Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te”. D’improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.» (Atti, 5, 1-11)

«Allah, non c’è dio all'infuori di Lui! Certamente vi adunerà nel Giorno della Resurrezione, su cui non vi è dubbio alcuno. E chi è più veritiero di Allah? Perché vi siete divisi in due fazioni a proposito degli ipocriti? Allah li ha respinti per quello che si sono meritati. Volete forse guidare coloro che Allah ha allontanato? A chi viene allontanato da Allah, non potrai trovare una via. Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono loro e allora sareste tutti uguali. Non sceglietevi amici tra loro, finché non emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli ovunque li troviate. Non sceglietevi tra loro né amici, né alleati, eccetto coloro che si rifugiano presso gente con la quale avete stabilito un accordo, o che vengono da voi con l’angoscia di dovervi combattere o combattere la loro gente. Se Allah avesse voluto, avrebbe dato loro potere su di voi e vi avrebbero combattuti. Pertanto, se rimangono neutrali, non vi combattono e vi offrono la pace, ebbene, Allah non vi concede nulla contro di loro. Altri ne troverete che vogliono essere in buoni rapporti con voi e con la loro gente. Ogni volta che hanno occasione di sedizione, vi si precipitano. Se non si mantengono neutrali, se non vi offrono la pace e non abbassano le armi, afferrateli e uccideteli ovunque li incontriate. Vi abbiamo dato su di loro evidente potere.» (Sura 4, 87-91).







agosto 2016
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