Mons. Cesare Nosiglia

Le ceneri? In chiesa!




Segnalata dal Centro Studi Giuseppe Federici
pubblichiamo la notizia riportata da La Stampa di Torino




Torino - Mons. Nosiglia - Comunione sulla mano … in strada


La Stampa di Torino ha dato notizia della bella pensata dell'Arcivescovo della città, Mons. Cesare Nosiglia, il quale, allineandosi alle nuove disposizioni di papa Bergoglio, ha subito individuato delle chiese in cui far conservare le urne contenenti le ceneri dei corpi cremati dei neo-cattolici che si volessero allineare all'uso un tempo pagano ed oggi massonico della cremazione, sostitutiva della inumazione.

Non v'è dubbio che tale presa di posizione è un incoraggiamento per i cattolici ad abbandonare la pratica dell'inumazione, e quindi l'uso del “campo santo”, per darsi all'uso moderno e massonico dell'incenerimento dei resti terreni dei congiunti.
Si possono fare tanti bei discorsi colti su questo tema, ma in pratica, così facendo, si giunge alla concretizzazione dell'idea che i morti sarebbero solo più niente, scomparsi per sempre; e questa idea conduce all'altra ancora più perniciosa che non ci sarebbero più radici, ma solo un non meglio idenficato futuro, tutto da costruire sulla base dell'effimera esperienza individuale quotidiana.
Dopo la distruzione della famiglia, l'abbandono dell'uso del “campo santo”, comporta la distruzione delle radici della stessa famiglia, la quale, senza passato e con un presente precario, vede annullato anche il proprio futuro.
L'instaurarsi di tale concezione porta alla distruzione della stessa società cristiana, lasciando il posto ad un organismo sociale disarticolato e composto da individui slegati gli uni degli altri… una sorta di dispersione di ogni patrimonio sociale e culturale che farebbe posto alla civiltà del nulla… ultimo stadio di un “secolo” votato al disfacimento.

La notizia riportata da La Stampa

Una o anche due chiese non più utilizzate per le celebrazioni potrebbero diventare a Torino luoghi per accogliere le urne con le ceneri di chi ha scelto la cremazione. Un’alternativa al cimitero, insomma. Ne ha parlato ieri, a margine della messa celebrata nella festa di tutti i Santi alla grande croce del cimitero Parco, l’arcivescovo Cesare Nosiglia dialogando con i giornalisti. Per l’arcivescovo «sarebbe una possibilità da esplorare, dal momento che di luoghi sacri e di chiese parla il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cremazione pubblicato nei giorni scorsi». E di chiese non più gran che utilizzate la Diocesi ne ha parecchie. «La cremazione non è vietata dalla Chiesa, ma le ceneri non devono essere disperse o trasformate in gioielli - ha ricordato Nosiglia - , devono essere conservate nei cimiteri o in altri luoghi sacri che preservino il ricordo nell’ambito della comunità». La comunità, nella memoria dei defunti, è centrale. «Penso al mio paese, Campo Ligure - ha detto l’arcivescovo - dove sono sepolti i miei genitori e dove, quando sarà il momento, mi piacerebbe essere vicino a loro. La gente partecipa, pare che tutto il paese sia in chiesa quando c’è un funerale. E andando al cimitero, tutti ricordano le persone, recitano una preghiera».

Diciamo noi: Belle parole, ma che fanno a pugni con la novità della “possibilità da esplorare”… coerenza zero!

Il Centro Studi Giuseppe Federici, lo scorso 27 ottobre, con la sopraggiunta novità bergogliana, ha pubblicato un Avviso sulla pratica della cremazione, dove si ricordano la disciplina della Chiesa in materia e le motivazioni del divieto della pratica della cremazione.




Urna funeraria massonica




novembre 2016
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