Preti spudorati:

il contro-concilio di Trento a Trento


di Belvecchio




Voluto fortemente dalla CEI, riportano le varie testate… che cosa?
Il contro-concilio di Trento!

Una mossa propagandistica che vuole suggellare con un gesto irriverente, dirompente e ai limiti della blasfemia la clamorosa svolta impressa da Bergoglio alla storia della Chiesa e alla dottrina cattolica apostolica.

Realizzato il giro di boa con la pseudo canonizzazione di Lutero tra le brume svedesi, i valenti preti italiani che fanno capo a quello che un tempo era il corpo episcopale cattolico, hanno pensato bene, d’accordo con l’“arcipelago” protestante della penisola, di sancire la resa incondizionata della neo-chiesa conciliare in quel di Trento: stessa città e stesse chiese in cui i vescovi cattolici del tempo condannarono in maniera irreformabile la rivoluzione del monaco tedesco contro la Chiesa di Cristo.

Non staremo qui a ricordare i presupposti dottrinali che imponevano la condanna della “riforma” protestante, anche perché non sono le disquisizioni teologiche che ci interessano, quanto la sana dottrina fondata sulle stesse parole di Nostro Signore: “il vostro parlare sia Sì Sì, No No, il resto viene dal maligno” e “dai loro frutti li riconoscerete”; ci limitiamo a ricordare che la “riforma” protestante fu il contesto in cui si diede inizio alla gestazione del mondo moderno, informato essenzialmente dall’irrefrenabile istanza di condurre la guerra a Dio.
Su questo aspetto è utile leggere l’ottima sintesi proposta ultimamente da Angela Pellicciari nel suo articolo: Gli amari frutti della dottrina luterana.

Era prevedibile che l’atto sconsiderato di Bergoglio aprisse la strada a nuove iniziative atte ad accentuare la protestantizzazione della Chiesa cattolica, iniziata col nefasto Vaticano II.
Ma perché scegliere proprio Trento, a distanza di pochi giorni dalla resa incondizionata di Bergoglio, se non per colpire l’immaginario collettivo in modo da indurlo a considerare che il Concilio di Trento è morto e sepolto?



A Trento, la Chiesa cattolica condannò la sovversione della dottrina e della vita cattoliche… a Trento la neo-chiesa conciliare riabilita la sovversione e sancisce che la Chiesa cattolica è superata: a partire da Lund e da Bergoglio si dà inizio ad una nuova fase della vita della Chiesa, la fase della equiparazione ufficiale tra l’errore e la verità, la fase dell’abbandono definitivo del principio di non contraddizione, che intende stabilire che due cose da sempre opposte oggi devono essere considerate coincidenti.

Questo nuovo sovversivo avvenimento, fortemente voluto dalla CEI, ha visto primeggiare alcuni campioni della moderna concezione anticattolica ormai imperante in seno alla neo-chiesa conciliare… un tempo cattolica. Intanto l’immancabile cardinale Walter Kasper, nella veste, tra l’altro, di “animatore”; quindi l’immarcescibile monsignor Bruno Forte, nella veste di “teologo”. E questi valenti campioni dell’anticattolicesimo hanno evidenziato uno dei “doni” della “riforma”: la centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa, proposta e attuata da Lutero e fatta propria dal Vaticano II. Naturalmente si tratta di una solenne bufala, usata come grimaldello per introdurre nella vita della Chiesa la libera interpretazione della Sacra Scrittura a proprio uso e consumo – sull’esempio di Lutero – e l’abbandono della Tradizione e del Magistero millenario dei Papi – sulla base del Vaticano II.



Per sancire in modo particolarmente incisivo la valenza di “contro-concilio di Trento”, i lavori si sono svolti nella stessa Basilica di Santa Maria Maggiore in cui si svolsero le sedute del Concilio tridentino, e si sono conclusi nel Duomo di Trento, dove vennero solennemente proclamati i decreti e i canoni del Concilio tridentino. Il tutto con la benedizione dell’attuale vescovo di Trento, Lauro Tisi, accompagnato da Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone, i quali, insieme a certi “pastori” protestanti, hanno anche diretto una sorta di celebrazione comune nella quale hanno spezzato – letteralmente – un pane e lo hanno distribuito ai convenuti.



Non poteva mancare l’omaggio simbolico a Bergoglio, al quale tutti devono la massima riconoscenza per aver spianato la strada all’eresia nel seno stesso della Chiesa di Cristo. Riferisce l’agenzia cattolica SIR: “in segno di riconciliazione, hanno portato sull’altare un cesto di terra, una bibbia interconfessionale e una valigia, simbolo e icona di tutti i migranti salvati grazie ai corridoi umanitari sostenuti da Comunità di Sant’Egidio, Chiese evangeliche e Tavola valdese”.




Un altro eufemismo che tenta di camuffare l’azione sovversiva dei preti moderni che fanno di tutto per agevolare l’arrivo in massa in Italia e in Europa di milioni di “migranti” in prevalenza di fede islamica, così da mettere in essere il grande disegno del Nuovo Ordine Mondiale che vuole ridurre il cattolicesimo ad una mera “confessione” paritaria da inglobare in una religione laica universale; e per far questo è indispensabile annichilire l’identità cattolica  annegandola in un multi-fideismo informe e fluttuante: la tanto decantata nuova civiltà multietnica e multiculturale.
Ancora una colossale bugia, perché in una tale nuova società non esisterà più alcuna etnia, se non quella di un indifferenziato meticciato, né alcuna cultura, se non quella del pensiero unico che in nome della democrazia non ammette differenze né opposizioni, se non quelle strumentalmente tollerate di gruppi sparsi di cattolici non omologabili che dovranno rimanere nelle loro riserve se non vogliono essere spazzati via anche fisicamente, ma che serviranno come alibi democratico ai nuovi padroni del mondo.



Il Crocifisso ligneo è lo stesso di cinque secoli fa… sono i preti che sono cambiati

Chi fosse roso dal sospetto infondato che noi si faccia della fantapolitica, si guardi intorno, per piacere, e ci dica se con tale colpo d’occhio sia riuscito a trovare qualcosa che si fondi ancora sul buon senso e sulla corretta conduzione cattolica della vita sociale e familiare. Dovunque c’è lo sfacelo: una diffusa rovina dell’ordine e della normalità da cui si alzano sempre più fitti i miasmi sulfurei di una civiltà in rovina. E tutto questo col conforto e il sostegno di quelli che dovrebbero essere i “pastori” del gregge di Cristo e che ormai sono divenuti in maggioranza i capibranco delle orde fameliche di lupi che fanno strage delle pecorelle del Signore, in nome di un adattamento sentito e voluto ineludibile ad un mondo che è connotato da elementi sempre più inumani.



Compiaciuta distribuzione del pane… la blasfemia è sempre la stessa

E se qualcuno pensa che si debba andare misericordiosamente incontro ai manchevoli e ai peccatori per ricondurli sulla retta via, ci dica, per piacere, quante conversioni ad Dominum ha operato l’azione dei nuovi preti della nuova chiesa conciliare e quanti e quali ritorni sulla sequela di Cristo ha realizzato il più che triennale “pontificato” di mastro Bergoglio.
Noi saremo ciechi e sordi, ma non riusciamo a trovare uno spiraglio di fioca luce in questo attuale panorama di rovine che avvolge la nostra vita e la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti.

L’unica speranza è nel Signore, ed è a Lui, e a Lui solo, che ci rivolgiamo per avere quel minimo di sostegno che ci faccia perseverare negli insegnamenti e nei comandi di Cristo, con l’aiuto e l’intercessione della Beata Vergine Maria a cui ci rivolgiamo supplici e fiduciosi perché ci ottenga dal suo divino Figlio la forza per non venire meno in questa valle di lacrime e la misericordia per la salvezza eterna della nostra anima peccatrice e contrita.






novembre 2016
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