Le malattie della Curia Romana
peggiori dell’adulterio?


Nota di Gederson Falcometa


Pubblichiamo una breve nota dell'amico brasiliano Gederson Falcometa, che tocca un altro dei punti dolenti della predicazione di Papa Francesco





Roma - Auguri natalizi alla Curia Romana , 22 dicembre 2016



«In questa prospettiva, occorre rilevare che la riforma sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini “rinnovati” e non semplicemente con “nuovi” uomini. Non basta accontentarsi di cambiare il personale, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente. La riforma della Curia non si attua in nessun modo con il cambiamento delle persone – che senz’altro avviene e avverrà – ma con la conversione nelle persone. In realtà, non basta una formazione permanente, occorre anche e soprattutto una conversione e una purificazione permanente. Senza un mutamento di mentalità lo sforzo funzionale risulterebbe vano.
«È per questa ragione che nei due nostri precedenti incontri natalizi mi sono soffermato, nel 2014, avendo a modello i Padri del deserto, su alcune “malattie”, e nel 2015, partendo dalla parola “misericordia”, su una sorta di catalogo delle virtù necessarie a chi presta servizio in Curia e a tutti coloro che vogliono rendere feconda la loro consacrazione o il loro servizio alla Chiesa. La ragione di fondo è che, come per tutta la Chiesa, anche nella Curia il semper reformanda deve trasformarsi in una personale e strutturale conversione permanente.
«Era necessario parlare di malattie e di cure perché ogni operazione, per raggiungere il successo, deve essere preceduta da approfondite diagnosi, da accurate analisi e deve essere accompagnata e seguita da precise prescrizioni.»

Questa è una parte del discorso di 22 dicembre di Papa Francesco alla Curia Romana.
La domanda che sorge dopo la sua lettura è: il peccato di adulterio è un male minore di qualcuna delle malattie della Curia Romana?

In effetti, il modo di procedere del Papa con la Curia Romana, avrebbe dovuto essere applicato nei confronti del Sinodo, mentre invece per il Sinodo non ha tirato fuori alcun catalogo delle malattie delle famiglie ferite e dei divorziati risposati.
Se è “necessario parlare di malattie e di cure perché ogni operazione, per raggiungere il successo, deve essere preceduta da approfondite diagnosi”, perché al Sinodo non si è parlato così? Perché non abbiamo un catalogo delle malattie e delle virtù delle famiglie perché vivano bene il matrimonio?

Il Papa vuole che i membri della Curia Romana siano uomini “rinnovati” e non semplicemente uomini “nuovi”, ma a quanto pare non vuole che gli adulteri siano nuove creature in Cristo Gesù.

L’ultimo Sinodo e il post-sinodo sono stati il ritratto fedele della Chiesa che vuole Francesco: un Sinodo “sporco e accidentato” che in fondo è il ritratto di Papa Francesco stesso. 
La questione dei divorziati risposati è stata trattata nel Sinodo in modo analogo a quella dell’aborto negli Stati laici. Anche l’aborto è una sorta di “misericordia” perversa degli moderni Stati laici verso le donne che vogliono abortire.
Sembra che questa misericordia dei moderni Stati laici, con Papa Francesco abbia trovato posto nella Chiesa conciliare.

Leone XIII insegnava che “lo Stato senza la Chiesa è come un corpo senz’anima”. La Chiesa nata con il Concilio è l’anima dello Stato laico.
Si è voluta la separazione tra la Chiesa e lo Stato, ma essi continuano a rimanere uniti. Solo che adesso non è più lo Stato che riceve della Chiesa la sua norma morale, ma questa Chiesa conciliare che riceve le sue norme dello Stato.

Lo spirito che anima gli abortisti è lo stesso che anima Papa Francesco: cancellare la legge per misericordia.

Per finire, la famiglia ha bisogno di riforma più della Curia Romana. Chesterton diceva dei puritani che avevano la soluzione certa per il problema sbagliato. Purtroppo questa sembra essere una delle realtà di questo pontificato.
È assurdo dare la comunione ai divorziati risposati e trattare le malattie della Curia Romana come dei peccati peggiori dell’adulterio. Sono due pesi e due misure....




gennaio 2017
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