Si trova sempre un posto per gli Ebrei,
per i cattolici, no!


Notizia


Vatican Insider pubblica una curiosa provocatoria notizia: Lorefice dona agli ebrei una sinagoga a Palermo. Notizia riportata anche da altri organi di stampa, come La Repubblica, e ripresa dal Centro Studi Federici, col titolo “La rivincita di Caifa” e corredata da una foto dell’edificio passato in comodato d’uso dalla diocesi di Palermo all’Unione delle comunità ebraiche italiane.



Oratorio Santa Maria del sabato, nel quartiere Moschita a Palermo,
concesso agli ebrei come luogo di studio e di culto



La cosa in realtà non desta stupore, visto che è ormai da 50 anni che le diocesi cattoliche offrono ospitalità a musulmani ed ebrei perché adibiscano ex chiese a moschee e sinagoghe. Ciò che invece provoca è la modalità con cui avverrà questo trapasso: compresa la scelta incredibile della data, che vuole corrispondere all’anniversario dell’allontanamento degli ebrei dalla Sicilia allora sotto il regno di Ferdinando d’Aragona e di Isabella di Castiglia.

E’ utile ricordare che gli ebrei risiedono fuori dalla Palestina fin dal tempo della dispersione seguita alla distruzione del Tempio di Gerusalemme, nel 70 dopo Cristo, e questo non in forza di una decisione del “collegio degli Apostoli”, ma per espresso e manifesto castigo di Dio. Tale che lo stesso loro allontanamento dalla Sicilia, dalla Spagna e da altri paesi, verificatosi a più riprese, al di là delle diverse motivazioni accessorie, è sempre rientrato in questa logica di un destino superiore sia agli ebrei sia ai paesi che li ospitavano o li allontanavano.

Eppure, da 50 anni a questa parte, sembra che per i cattolici moderni questo castigo divino sia stato revocato… per decreto unilaterale del Vaticano II. E’ logico quindi che tanti vescovi si industrino per offrire agli ebrei rimasti un luogo dove praticare il loro culto spurio e lontano, temporalmente e sostanzialmente, 2000 anni dal culto ebraico del Tempio.

Il fatto che il vescovo di Palermo, nella data fatidica del 12 gennaio, 524 anni dopo l’allontanamento degli ebrei, si recherà a Israele a ricevere il plauso e l’attestato dai rabbini, mentre il suo vicario consegnerà a Palermo l’edificio agli ebrei residenti in città, indica chiaramente che sono stati questi stessi ebrei a chiedere una sorta di riparazione simbolica ufficiale per la supposta offesa subita più di mezzo millennio fa da parte di un re cattolico.

La cosa può sembrare eccessiva, ma è un fatto; ed è un fatto che i moderni vescovi cattolici si prestano a questo giuoco tanto sporco quanto imbecille; camuffandone pure il senso con dichiarazioni come questa: “Il nome di Dio non solo non divide ma crea ponti - dice Lorefice - Questo è un gesto di speranza e di convivenza pacifica tra gli uomini, un gesto che nasce da una realtà di amicizia”.
A cui subito ribatte Noemi di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: “Un gesto che recupera secoli di storia”.

Vicende come questa costringono a pensare che le offese arrecate agli ebrei non smettano mai di esigere riparazione, e poco importa che tali offese siano state consumate da altri cattolici in altri tempi e circostanze, ciò che conta è l’insaziabilità degli ebrei che continua a compiacersi di fare chinare il capo ai vescovi cattolici, come già fecero 2000 anni fa i loro padri che perseguitarono e assassinarono gli Apostoli e i seguaci di Gesù.

Per dovere di onestà, dobbiamo dire che in casi come questo la responsabilità degli ebrei è relativa, se non altro perché loro in fondo sono padroni di pensarsela come vogliono, piuttosto la maggiore responsabilità è dei vescovi che si prestano a queste pantomime da pro loco.

Ma, a questo punto, è inevitabile ricordare che in un tempo ugualmente lontano, non solo gli ebrei hanno perseguitato e assassinato i cristiani, come abbiamo ricordato prima, ma hanno messo a morte Nostro Signore Gesù Cristo, contravvenendo peraltro non ad un’imposizione degli uomini ma alla volontà di Dio. Ma di questo nessuno chiede più riparazione, e i moderni vescovi e papi cattolici escogitano perfino la giustificazione che non si potrebbe chiedere riparazione agli ebrei di oggi per qualcosa che hanno fatto i loro padri.

Se la cosa non fosse offensiva, verrebbe da ridere a crepapelle, e invece c’è da piangere, e c’è da piangere lacrime amare nel vedere il vescovo di Palermo tutto prono a chiedere scusa, incredibilmente, per qualcosa che 524 anni fa venne compiuta per ordine del Re di allora.

Le supposte offese agli ebrei da parte dei cattolici sono imperdonabili, nei secoli dei secoli, le malefatte, gli assassini, la crocifissione di Nostro Signore da parte degli ebrei, è invece già perdonata e dimenticata, come se si fosse trattato di una cosetta da niente.

Per finire, è necessario ricordare che a Palermo ci sono sacerdoti cattolici che sono costretti a dire Messa in locali improvvisati, perché la diocesi non è disposta a trovare loro un luogo idoneo, e non è disposta per il semplice motivo che si tratta di sacerdoti che celebrano la Messa cattolica degli Apostoli e non la Messa luterana di Paolo VI.

Sembra incredibile, ma questo dimostra che la moderna gerarchia è ben disposta solo nei confronti degli eredi dei persecutori dei cristiani e degli uccisori di Nostro Signore.

Che pena!




gennaio 2017
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