![]() |
![]() |
“Non fermeranno le mie idee: per me i gay sono i nuovi ariani” Intervista a Silvana De Mari, la psicoterapeuta che rischia la radiazione dell’Ordine Pubblicata su La Stampa del 19
gennaio 2017
Pubblichiamo questa intervista, segnalataci dal Centro Studi Federici, perché è la cartina di tornasole, anche se non l'unica, che rivela il grado di oppressione che ha raggiunto questa nostra società che si picca di definirsi “civile” e “avanzata”. Avanzata lo è, in effetti, ma sulla strada della depravazione, che si vuole imporre a tutti in vista di depravazioni ancora più aberranti. Questo andamento delinea peraltro l'incipiente persecuzione di massa che colpirà ferocemente tutti coloro che intendono resistere, in primis i cattolici, ai quali fra poco verrà proibito di leggere e di diffondere la Bibbia. Come riporta il giornalista Lodovico Poletto che l'ha intervistata, Silvana De Mari è «la psicoterapeuta-scrittrice, autore di decine di libri per ragazzi (e di successo) e finita nel mirino dell’Ordine dei medici per le sue opinioni, non sposta di un solo millimetro l’asticella sulle cose che pensa, dice e professa ormai da tempo.» La Dottoressa De Mari, che ha un suo sito, può essere raggiunta via posta elettronica al seguente indirizzo: silvana.demari@libero.it ![]() Dottoressa, lo sa che adesso c’è un procedimento contro di lei per le cose che dice? «Cosa vuole che me ne importi».
Ma rischia che la caccino, che la cancellino dall’Ordine. Non è pentita, pronta cospargersi il capo di cenere? «Vede, ci siamo
di nuovo. Se non ti adegui al pensiero unico, se sei fuori dal coro. Se
dici ciò che pensi sui gay, sulla pedofilia, sei out».
Andiamo con ordine. I gay? «Vogliono sempre
di più. Prima i matrimoni, poi le adozioni. È un
contagio».
Che intende dire con contagio? «Che se in una
classe c’è una ragazza bulimica, stia certo che per contagio
psicologico nel giro di poco tempo ce ne saranno altre 5 o sei. E con i
gay è la stessa identica cosa».
Se li frequenti lo diventi? «Se non si
definisce l’identità sessuale si confonde il tutto».
Cioè bisogna dire ai bambini tu sei questo o quello? «Guardi: se non
è chiaro chi si è, fin da subito, che la differenza
è complementarietà, si confondono le idee. Tra i 12 e i
13 anni, tutti sono attratti (ma per amicizia) dallo stesso sesso. Si
sperimenta. Poi si sviluppa la sessualità. Che è una
sola. Si sta insieme perché diversi e complementari».
E l’omofobia? «Io sono
omofobica. E se lei sta con una donna lo è anche lei che
è un uomo. Ovvero: abbiamo fatto una scelta a monte. E
proclamarla è un diritto, fa parte del diritto di
parola».
Ma che c’entra la religione in queste cose che dice? «C’entra con il
fatto che San Paolo dice che essere omosessuali è una cosa
sbagliata. Ma per i nuovi ariani, leggere San Paolo è un
sacrilegio. Ecco, io difendo con queste mie esternazioni il diritto di
parola, la mia religione e se vuole anche la libertà di
stampa».
E la campagna contro l’associazione Mario Mieli? «Lo sa che diceva
quel gentiluomo a cui è intitolata un’associazione che prende
soldi dallo Stato? “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel
bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere
umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini.
Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di
Eros”. Era un pedofilo. E noi diamo i soldi a gente che ha fatto sue
queste idee. Una follia. Contro la quale vale la pena di
battersi».
Insomma, lei si sente cavaliere bianco contro la perversione? «Guardi, io
sarò colei che darà una spallata e farà cadere il
movimento Lgbt. Ovvio, non io da sola. Con me ci sono migliaia di altre
persone».
Ma se l’attaccano da tutte le parti. «La lobby gay ha
anche cercato di imporre al mio editore di non pubblicare più i
miei libri per ragazzi. Ma per fortuna non tutti la pensano come
quelli».
Non mi dica che ha proseliti? «No, ho gente
normale che la pensa come me. Che mi dice vai avanti. Sono tanti,
sebbene abbiano paura ad esporsi. Ma se facciamo sentire tutti insieme
il nostro pensiero, la spallata gliela diamo davvero».
![]() (torna
su)
gennaio 2017 |