Dubbi sui Dubia dei Cardinali

di Atila Sinke Guimarães
Pubblicato sul sito americano Tradition in action




Cardinali Burke, Meisner,  Brandmüller, Caffarra


In questi due ultimi mesi, i cattolici hanno sentito parlare molto dei Dubia – la lettera inviata da quattro Cardinali a Papa Francesco con la quale chiedono dei chiarimenti sui testi ambigui dell’Esortazione Apostolica Amoris Leatitia (AL). I quattro Cardinali sono l’americano Raymond Burke, l’italiano Carlo Caffarra e i tedeschi Walter Brandmüller e Joachim Meisner. Burke è il solo prelato attivo, gli altri tre sono in pensione.

I Dubia sono cinque domande rivolte al Papa e sulle quali si chiede una risposta. E’ tradizione nella Chiesa che i Prelati presentino alle Sacre Congregazioni della Santa Sede, e allo stesso Papa, le loro richieste, scritte molto brevemente e molto chiaramente. Normalmente, essi ricevono delle concise risposte, un semplice sì o no.

Queste domande – il cui testo può essere letto qui – pongono sostanzialmente questo interrogativo: E’ possibile per un cattolico civilmente divorziato e risposato, che non riceve un annullamento della Chiesa del suo primo matrimonio, ricevere la Comunione?
Tale interrogativo è motivato dal fatto che certe parti di Amoris Laetitia insinuano pesantemente che questo permesso è accordato. In altri termini, l’interrogativo di base dei Cardinali è questo: Una persona in stato di peccato mortale, è possibile che possa ricevere la Comunione?

Le domande sono state inviate prima di tutto al Papa e al Prefetto della Congregazione per Dottrina della Fede, ma dal momento che i Cardinali non hanno ricevuto alcuna risposta, il 14 novembre 2016 hanno reso pubblico il loro documento. Da allora, interviste e dichiarazioni di Burke e di Brandmüller hanno alimentato le discussioni.

A questo caldo appello, bisogna aggiungere una pubblica lettera di sostegno, seguita da interviste e dichiarazioni, di un altro nuovo eroe del conservatorismo, Mons. Athanasius Schneider, che ha messo anche un po’ più di pepe nella salsa, parlando di scisma che cresce all’interno della Chiesa. Gli scismatici sarebbero i progressisti della linea di Kasper che vogliono liberalizzare la Comunione per i cattolici divorziati e risposati.

Visto questo status quaestionis, che dobbiamo pensare di questi Dubia?

Per essere obiettivi e chiari, distinguiamo tre diverse prospettive che si mischiano in questa problematica.

1. Dal punto di vista logico

A. Se consideriamo il contenuto di Amoris Laetitia e del documento dei Cardinali da una prospettiva logica, vediamo che i Prelati dissidenti hanno preso una posizione vantaggiosa per tutti. E’ evidente che il Papa non può esplicitamente permettere ad alcuno di ricevere la Comunione se si trova in stato di peccato mortale.
Se il Papa arrivasse a permetterlo esplicitamente, commetterebbe di punto in bianco un sacrilegio, che indurrebbe l’intera Chiesa a fare lo stesso e a separarsi dal Magistero anteriore della Chiesa. E’ dunque evidente che il Papa non dirà apertamente: «Sì, io permetto a una persona in stato di peccato mortale di ricevere la Comunione.».
E’ anche evidente che egli non dirà chiaramente: «No, nessuno può ricevere la Comunione in stato di peccato mortale.» Poiché, in realtà, egli insinua  il più possibile che le persone divorziate e risposate possono ricevere la Comunione.
Dunque, se è evidente che egli non può dire né Sì, né No, perché i Cardinali  hanno scritto la lettera? Visto che sapevano che non avrebbero ricevuto alcuna risposta, essi hanno scelto liberamente di porre il Papa in una situazione molto imbarazzante.
Perché?
Nell’analisi strategica (sotto al n° 3), analizzerò questo dubbio a proposito dell’obiettivo di questi Dubia.




Vaticano, 14 settembre 2014 - Sposate 20 coppie viventi in stato di peccato

B. Sempre riferendoci al contenuto, perché i Cardinali hanno ignorato numerose altre situazioni altrettanto gravi di quella su cui si sono concentrati?
In effetti, in Amoris Laetitia, Papa Francesco ha aperto la porta non solo alla Comunione ai divorziati risposati, ma anche ad una folla di altri che si trovano in situazioni scandalose e che sono oggettivamente in stato di peccato mortale, come tutti quelli che sono impegnati in rapporti sessuali prima del matrimonio, quelli che coabitano abitualmente senza essere sposati, quelli che usano i metodi artificiali di controllo delle nascite e quelli che praticano l’omosessualità.

Questi punti sono stati analizzati nel mio studio precedente su Amoris Laetitia.

Questa omissione, diviene ancora più sospetta quando si consideri che se i Cardinali avessero esposto l’intera gamma delle insinuazioni di Amoris Laetitia, sarebbe apparso evidente che Francesco utilizza queste insinuazioni come metodo per aprire delle porte a degli abusi in materia dottrinale, cosa che non può fare esplicitamente.
Perché i Cardinali hanno taciuto su questo metodo?
Se questo metodo di liberare dalla necessità di trovarsi in stato di grazia per ricevere i Sacramenti, fosse stato chiaramente esposto dai Cardinali, la cosa avrebbe confermato il fatto che il Papa non può rispondere ai loro Dubia.
Ed allora si pone ancora la stessa domanda: Perché hanno scritto la loro lettera quand’era evidente che Francesco non avrebbe risposto?

C. In più, perché non hanno parlato della moltitudine di altri scritti, discorsi, azioni e iniziative attuate da Francesco così frequentemente nel corso del suo pontificato e che direttamente e indirettamente favoriscono il permesso alle persone in stato di peccato mortale – e perfino in stato di peccato di eresia – di ricevere la Comunione?
Questa omissione conferma gli stessi dubbi espressi al punto B.

2. Dal punto di vista morale

A. Dal punto di vista morale è cosa molto buona per i cattolici avere quattro Cardinali che rafforzano l’insegnamento tradizionale della Chiesa. Noi viviamo in un mondo orribile, moralmente parlando, e per noi è della massima importanza che le perenni verità della Chiesa siano riaffermate da delle autorità religiose.
Noi abbiamo già un certo numero di sacerdoti tradizionali e pochi vescovi che ancora ricordano l’immutabile dottrina della Chiesa. Ma è veramente salutare vedere quattro Cardinali assumere una corretta posizione.

B. Una grave mancanza morale che ho osservato nella lettera esplicativa che accompagna i Dubia, è che i Cardinali promuovono l’amore come fine primario del matrimonio. Assumendo questa posizione, essi aderiscono alla rivoluzione attuata col Vaticano II, che ha invertito i fini del matrimonio. I fini tradizionali sono: primo la procreazione e l’educazione della prole, secondo il mutuo sostegno degli sposi.
Presentando l’amore come fine primario, i Cardinali dimostrano che non vogliono ritornare al Magistero tradizionale, come si ritiene che facciano.

C. Un’altra debolezza che noto nella loro dichiarazione è che, nonostante alcuni richiami ai Comandamenti e una citazione del Vangelo, la quasi totalità del loro documento è basata sull’insegnamento di Giovanni Paolo II [1]. I Cardinali affermano pubblicamente che ripetono la dottrina tradizionale, ma i documenti che citano sono solo quelli del papa postconciliare Wojityla.
E’ il caso di dire che Giovani Paolo II era ben lungi dall’essere un maestro di una sana moralità. Benché ripetesse a volte l’insegnamento tradizionale della Chiesa, abitualmente il suo approccio morale era tributario del Personalismo di Max Scheler, il quale è all’opposto della filosofia tradizionale della Chiesa. La sua teologia del corpo di questo papa è chiaramente immorale; gli elogi del nudismo non sono rari nei suoi lavori e, in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù, egli ha implicitamente promosso il libero amore tra i giovani. Se i Cardinali intendevano difendere  la perenne morale della Chiesa, perché si sono basati su questa fonte contaminata?

D. L’omissione dei Cardinali dal citare l’immenso corpus dei documenti della Chiesa sul matrimonio e la Comunione è tale da favorire l’idea che la Chiesa conciliare – alla quale appartengono gli stessi quattro Cardinali – è diversa dal Magistero precedente il Vaticano II. Si può anche dire che gli stessi Cardinali sono in uno scisma pratico in rapporto al passato della Chiesa. Tuttavia, questa è la vera accusa avanzata da Mons. Schneider e, più recentemente dal Cardinale Brandmüller, nei confronti di coloro che non accettano gli insegnamenti di Giovanni Paolo II.
Perché questa posizione contraddittoria?



3. Dal punto di vista strategico


Con l’aumento della velocità della rivoluzione bergogliana, che nessuno se non Benedetto XVI ha posto in essere,  il numero di reazioni contro Papa Francesco crescono. Recentemente, anche un giornale come The Wall Street Jounal l’ha qualificato come «capo della sinistra globale».

Per catalizzare queste reazioni, niente sarebbe di più conveniente che l’emergere di una falsa destra religiosa che, raccogliendo insieme tutti i conservatori scontenti della Chiesa, impedirebbe loro di cercare una autentica guida ed, eventualmente, di diventare tradizionalisti.

Questo sembrerebbe essere lo scopo dei quattro Cardinali, principalmente del Cardinale Burke, che è il membro più eloquente e più rappresentativo del gruppo. Il suo principale accolito nella sfera pubblica è Mons. Schneider, di cui ho già analizzato il ruolo nella falsa destra.

Se questo è vero, cosa che io credo, allora spiegherebbe perché i Dubia siano stati scritti con la certezza che non avrebbero avuto alcuna risposta. Il loro obiettivo sarebbe di mettere apparentemente Francesco in una posizione imbarazzante. Ma in realtà, gli scriventi farebbero il suo stesso giuoco, permettendo a Francesco di andare avanti con una reazione controllata.

Come finirà? La cosa può finire come suggerisce il nuovo Superiore Generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa: «Nel nostro linguaggio di gesuiti, noi diciamo che è necessario conoscere l’opinione di tutti allo scopo di realizzare un vero discernimento comune.»

In altri termini, la Chiesa progressista può utilizzare le reazioni per aumentare il «pluralismo» nella Chiesa, il che significa che si potrebbero benissimo avere due parti in apparente opposizione e viventi insieme in Vaticano. Questo aiuterà la Chiesa a diventare una democrazia, che è uno degli obiettivi principali di Bergoglio.

Nota

1 – La sola eccezione è un testo sul De Malo di San Tommaso d’Aquino che non è citato propriamente nei Dubia, ma nella lettera esplicativa che li accompagna.







gennaio 2017
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ALL'ESORTAZIONE APOSTOLICA AMORIS LAETITIA