Fatti, non parole

di Marco Bongi

Titolo, immagine e impaginazione sono nostre





Davvero un bel colpo, non c’è che dire. La “pasquinata” romana di sabato 4 febbraio, chiunque l’abbia architettata e condotta in porto, è riuscita, come si suol dire, a “bucare gli schermi”, nonostante la pressoché unanime esecrazione e lo stracciamento delle vesti dei mass-media turiferari.
L’iniziativa appare finalmente efficace, azzeccata, non retorica ed offensiva, ma oggettiva, inattaccabile sul piano fattuale e francamente stupefacente per il parolaio ambiente tradizionalista italiano.

Una prima previsione errata dunque del “sociologo” per antonomasia, alias Massimo Introvigne, che, dall’alto della sua cattedra, si era affrettato a profetizzare come il presunto “scisma” del card. Burke non sarebbe mai uscito dalle sacrestie. Ma i muri di Roma, per ora solo loro, hanno iniziato ad esprimersi, con gli accenti vernacolari tipici delle periferie esistenziali.

E, al di là dei muri romani, ben altri megafoni potrebbero presto accendersi se, come sembra possibile, la denuncia americana sugli interventi della CIA sul pontificato di Benedetto XVI dovesse mai prendere corpo... Staremo a vedere.

Vorrei tuttavia sviluppare, in questo breve articolo, alcune considerazioni, per così dire interne, al mondo della Tradizione.
La “pasquinata” romana ci conferma, oltre ogni più rosea aspettativa, che esiste, anche nella sonnolenta Italia, uno spirito sopito che potrebbe trasformarsi in azione, a patto che qualcuno sappia e voglia sostenerlo.
Chi mi conosce avrà infatti notato come, da parecchi mesi a questa parte, io non ami più scrivere, a getto continuo, su siti, blog o social.  Il mondo tradizionalista italiano abbonda infatti di scrivani, molti davvero degni di nota, altri un po’ meno.
Non mancano, ogni giorno, commenti, spunti di riflessione, denunce, stracciamenti di vesti e strappi di capelli. Non nego che una solida base culturale rappresenti il punto di partenza per una sana reazione al modernismo intellettuale imperante.
Tale base deve essere certo alimentata e sostenuta ma, giunti a questo punto, penso che non basti più. Con penne e tastiere si può innescare e preparare una salutare contro-rivoluzione ma ora è giunto anche, e soprattutto  il momento dell'azione.

Tre sono, del resto, i requisiti del buon combattente anti-modernista: preghiera fervente, solida formazione dottrinale e... coraggio dell’azione.
Le preghiere spero non manchino. Nessuno di noi però può controllare il cuore dei fratelli e quindi dobbiamo obbligatoriamente fidarci della qualità delle varie Crociate del Rosario, Leghe per la Riparazione ed Assalti al Cielo ecc: tutte queste iniziative sono davvero benemerite.
Quanto agli scritti, libri, convegni e conferenze... ovvia! i torchi e le tastiere sono ormai fin troppo consumati!

Resta il coraggio dell'azione concreta, del “metterci” la faccia, cosa che al Pasquino romanesco non è ancora riuscito ma bisogna ammettere che ci sta provando. 
Ecco alcune idee che potrebbero far venire finalmente allo scoperto la consistenza del disagio reale che i veri Cattolici stanno vivendo in questi difficili anni:

- Processioni penitenziali per chiedere il ritorno del S. Padre alla vera Fede;

- Pubblica ricezione in ginocchio della S. Eucarestia anche quando ci si trova a dover assistere a Messe N. O.;

- Boicottaggio organizzato della devoluzione dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica di mons. Galantino;

- Ritiro dei figli dalle scuole statali che apertamente adottino iniziative formative contrarie alla Morale.

Chi se la sente di partire seriamente con iniziative di questo genere?
Guardiamoci negli occhi e riflettiamo insieme.

[NdR: Alti lochi tradizionali esistono… speriamo che guidino l'azione]






gennaio 2017
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI