Un colloquio in Vaticano per riabilitare Lutero ?

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito francese Medias presse info






La Roma neomodernista e neoprotestante si accinge a riabilitare Lutero nel 500esimo anniversario della Riforma protestante?
La domanda sorge dopo la lettura delle dichiarazioni di un certo Padre Bernard Ardura, Presidente Pontificio Comitato di Scienze Storiche.

Dal 29 al 31 marzo 2017 si terrà in Vaticano, all’Istituto Maria Santissima Bambina, un colloquio internazionale organizzato da questo Pontificio Comitato, sul tema: «Lutero, 500 anni dopo. Una rilettura della Riforma luterana nel suo contesto storico ecclesiale».

Nella conferenza stampa che si è tenuta ieri 22 marzo 2017, nella Sala Stampa della Santa Sede, il Presidente del Comitato, il Padre Ardura, assistito dal prof. Johannes Grohe, storico che insegna alla Pontificia Università della Santa Croce, ha spiegato ai giornalisti che questo seminario di studi consiste in «una ricerca della verità» in un contesto storico ed economico complesso:
«Lutero voleva fare inizialmente una riforma dall’interno, non voleva provocare uno scisma» - ha dichiarato. «All’inizio voleva fare una riforma all’interno della Chiesa, come è stato spesso il caso nel corso dei secoli. Egli compì un cammino spirituale, il punto di partenza quindi era buono. Ma in seguito ci sono state delle pressioni da tutti i lati, degli elementi che sono sopraggiunti dall’esterno, storici, politici ed economici, che hanno influenzato l’evoluzione della stessa Riforma e hanno condotto alla rottura.»

Con questo messaggio benevolo, che mischia errori storici ad una visione idilliaca ma ingannevole di Martin Lutero, quest’ultimo si ritrova liberato della sua principale responsabilità su questa prima e terribile lacerazione religiosa europea. E’ la magia della storia rivisitata dagli ecclesiastici in cerca dell’unità ecumenica…

«La ferita è ancora aperta», spiega tuttavia Padre Ardura. Ma «lo sguardo non è più lo stesso». «Abbiamo comunque uno sguardo che mi sembra uno sguardo di carità, uno sguardo reciproco, che vede nell’altro anche qualcuno che è di buona volontà e che cerca di rispondere alla sua professione di fede

Il cammino sul quale Papa Francesco ha mosso i suoi passi ha origini più antiche, continua questo Padre che sembra un fervente difensore di Lutero:
«I risultati che vediamo oggi sono i frutti di un processo iniziato sotto Giovanni XXIII, il primo Papa della storia recente a voler muovere questi passi. Pensiamo al suo incontro col primate anglicano: non si parla di unità o comunione, ma si comincia a guardare l’altro come un fratello. E questo è un punto di partenza, un buon punto di partenza».

Alla domanda: «Papa Francesco, vuole riabilitare Lutero?», egli risponde accuratamente:
«Non lo so» Ma «So tuttavia che Lutero è stato percepito nei secoli scorsi come l’incarnazione del diavolo, colui che ha rotto la comunione e così via… Oggi, non si tratta di dire che ciò che ha fatto Lutero fu una buona cosa, tuttavia possiamo spiegare gli avvenimenti che hanno condotto alla Riforma e alle conseguenze che ne sono derivate».

«La cosa più importante», continua Padre Bernard Ardura, «è vedere che probabilmente vi sono delle riletture che permettono di scoprire che ci sono stati dei malintesi. Noi abbiamo già vissuto questo con le Chiese ortodosse. Vi sono delle realtà, come per esempio la Dottrina sulla Giustificazione che è stata oggetto di un accordo tra le due Chiese, che permettono di capire che con parole diverse noi abbiamo una comunione nella stessa fede. Poi vi sono altri aspetti: la costituzione stessa della Chiesa, il ruolo dei ministri all’interno della Chiesa, quindi la successione apostolica, il ruolo dei sacramenti… questi sono degli elementi che rimangono aperti».

In breve, il Padre Ardura, mentre afferma da un lato di non sapere se Papa Francesco voglia riabilitare Lutero, dall’altro professa, abusivamente – diciamo chiaro -, che cattolici e protestanti hanno «una comunione nella stessa fede», grazie ad «un accordo tra le due Chiese»!
Ora, se è vero che questo accordo esiste, si tratta certo della Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa cattolica del 1999, cioè tra le Chiese protestanti e la Chiesa conciliare neoprotestante e neomodernista che il vescovo tradizionale Mons. Lefebvre rifiutava categoricamente, come dichiarò solennemente il 21 novembre 1974:

«Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.

«Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.

«Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento naturalista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa.»

Che direbbe oggi Mons. Lefebvre di fronte all’avanzata della protestantizzazione delle elite ecclesiastiche in seno alla Chiesa e, di conseguenza, della mentalità cattolica?
Che direbbe davanti a questo colloquio che ridà una seconda giovinezza alle tesi luterane e alla Riforma protestante all’interno del mondo cattolico e riabilita sovversivamente la figura del monaco apostata a cui ormai manca solo la canonizzazione ufficiale?

Mons. Lefebvre potrebbe solo constatare tristemente che, grazie all’aiuto scandaloso di chierici fuorviati e, al pari di Lutero, lontani dalla santa dottrina, teologia e filosofia, 500 anni dopo la Riforma luterana sembra aver quasi definitivamente vinto la partita contro il cattolicesimo ed essersi infiltrata fino al livello più alto della Chiesa romana, sedendo sul Soglio di Pietro…

In questo centenario delle apparizioni di Fatima bisogna «pregare e fare penitenza» come ha chiesto la Madonna ai tre pastorelli, non solo per ottenere la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, anche per espiare tutte queste abominazioni che fioriscono nel cuore del Vaticano.





marzo 2017
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