Auguro a tutti voi una
santa Settimana Santa


di Alessandro Gnocchi



Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
  7 aprile 2017

Titolo e impaginazione sono nostri


Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


venerdì 7 aprile 2017


Cari amici,

si avvicinano i giorni in cui ricorderemo la Passione, la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Con il mio biglietto di auguri, vi mando questi brani di Gilbert Keith Chesterton. Sono tratti da un libretto intitolato Le preghiere dell’Uomo Vivo, che nel 2010 curai con Paolo Gulisano, Roberto Prisco, Marco Sermarini e Fabio Trevisan.

Auguro a tutti voi una santa Settimana Santa.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo





 
Tutta la storia cristiana ebbe inizio da quel grande avvenimento mondano in cui Erode e Pilato si strinsero la mano. Fino a quel giorno, lo sapevano tutti nella buona società, i due non si parlavano quasi neppure. Qualcosa li indusse a cercare un reciproco appoggio, la vaga sensazione di una crisi, sebbene ciò che stava accadendo fosse la semplice condanna a morte di una comune banda di criminali. I due capi si riconciliarono precisamente il giorno in cui uno di quei condannati fu crocifisso. Ecco ciò che molti intendono con la parola “pace”: la sostituzione di un regno d’amore con uno di odio. (Voltaire)

Le braccia distese di Cristo, quelle braccia erano davvero spalancate, e aprivano in modo glorioso i cancelli del mondo; erano braccia che indicavano l’Oriente e l’Occidente, gli estremi confini della terra e gli stessi limiti dell’esistenza. Erano veramente spalancate con un gesto di onnipotente generosità; il Creatore stesso offriva la Creazione; con il suo innumerevole mistero di esseri distinti, e il coro trionfale delle creature. (Tommaso d’Aquino)

Non si potrà capire la storia del cristianesimo senza comprendere che essa ebbe inizio con il supremo miracolo di un uomo morto che pure viveva e non era uno spettro. Non avvenne allora soltanto il trionfo dello spirito sul corpo, ma anche il trionfo del corpo sul sepolcro. (La resurrezione di Roma)

La controriforma, che usò il barocco come uno stemma o uno squillo di tromba, non è che un altro esempio di quel particolare genere di energia che abbiamo trovato lungo tutta questa storia, l’energia della resurrezione. Significò il ritorno dei morti o per lo meno degli sconfitti, il contrattacco degli attaccati, l’attacco di sorpresa da parte di coloro che i nemici già credevano disarmati. E se alcuni colpi di questo attacco di sorpresa furono persino troppo sorprendenti non è necessario che noi ci lasciamo a nostra volta sorprendere. (La resurrezione di Roma)

La verità non è in cima alla torre, ma in fondo al pozzo. Per gli occhi, Roma è notevolmente una città di fontane. Nel guardare queste fontane, mi nacque vagamente nella mente l’idea che esse pure fossero l’espressione perfetta di un qualche cosa, e che se le acque profonde erano il cuore della città, le fontane ne potevano essere i polmoni. E ricordai quindi che una fontana è l’espressione esatta di un paradosso: una specie di prodigioso capovolgimento destinato a mostrare che l’acqua può cadere verso l’alto e scorrere a monte. L’acqua, già piegata e umile nonostante la sua lucentezza tra le rocce dove San Francesco l’accarezzava come creatura viva, qui si slancia altissima come in volo, come se il pozzo potesse farsi vulcano. Anche l’acqua è in stato di ribellione, o almeno di resurrezione. E quando ritrovai questa parola capii l’immagine che non mi dava tregua, capii che Roma è la Roma delle fontane perché dappertutto esiste in essa questo senso di cose segrete lanciate in alto dal profondo. (La resurrezione di Roma)

“Ma è il vostro Gesù Cristo” gridò l’ateo Turnbull selvaggiamente “che ha scatenato per primo questa follia, l’idea di essere Iddio”. Negli occhi del cattolico Mac Jan passò rapido un lampo di guerra; poi le sue labbra si contrassero in un ambiguo sorriso, mentre mormoravano: “No: l’idea è più antica. Satana per primo ha detto di essere Iddio”. “E allora” domandò Turnbull “che differenza c’è fra Satana e Cristo?”. “Semplicissimo: il Cristo è disceso all’inferno; Satana vi è caduto”. “Questa è una grande differenza?” “Grande. L’uno di essi ha voluto discendere ed è salito. Un dio può essere umile: un demonio non può essere che umiliato”. (La sfera e la croce)

“Evan” pronunziò quel passeggero con la voce autoritaria e dolce di un padre dimenticato che viene a sorprendere suo figlio. “Evan, da molto tempo voi siete fermo qui. C’è bisogno della vostra spada altrove”. “Perché?” domandò il giovane accettando l’incredibile avventura con gioconda sincerità. “Perché c’è bisogno della mia spada?”. “Per tutto ciò che vi è caro” rispose l’uomo diritto nel chiarore lunare. “Per i troni dell’autorità e per tutta la fedeltà del passato alla legge”. Evan alzò gli occhi verso il divino astro d’argento come per un irragionevole appello, come il bimbo sperduto che chiama la mamma. Evan Mac Jan era uno di quegli uomini per i quali i riti del rispetto e della sottomissione sono comuni e facili. S’inchinò senza alcun artificio davanti a quella solenne apparizione, e a voce bassa domandò: “Mi recate un messaggio?”. “Sì, il re è ritornato”. (La sfera e la croce)

La bestemmia è un’opera d’arte, poiché dipende dalla convinzione filosofica del singolo. Dipende dalla fede e si affievolisce con questa. Se qualcuno ne dubita, che si metta seduto e pensi seriamente a qualche idea blasfema su Thor. Credo che i suoi familiari alla fine della giornata lo troveranno un po’ provato. (Eretici)

“Strano, vero?” disse padre Brown “che un ladro e vagabondo si penta, mentre tanti che sono ricchi e sicuri di sé rimangono duri e frivoli e senza alcun frutto per Dio e per l’uomo!”. (I Racconti di padre Brown, Gli strani passi)

La Chiesa cattolica non scelse mai le strade battute, né accettò i luoghi comuni; non fu mai rispettabile. Sarebbe stato facile accettare la potenza terrena degli ariani; sarebbe stato facile, nel calvinistico diciassettesimo secolo, cadere nel pozzo senza fondo della predestinazione. È facile essere pazzi; è facile essere eretici; è sempre facile lasciare che un’epoca si metta alla testa di qualche cosa, difficile è conservare la testa; è sempre facile essere modernisti, come è facile essere snob. Cadere in uno dei tanti trabocchetti dell’errore e dell’eccesso, che, da una moda all’altra, da una sètta all’altra, sono stati aperti lungo il cammino storico del Cristianesimo – questo sarebbe stato semplice. È sempre semplice cadere; c’è una infinità di angoli a cui si cade, ce n’è uno soltanto a cui ci si appoggia. Perdersi in un qualunque capriccio, dallo Gnosticismo alla Christian Science, sarebbe stato ovvio e banale. Ma averli evitati tutti è l’avventura che conturba; e nella mia visione il carro celeste vola sfolgorante attraverso i secoli, mentre le stolide eresie si contorcono prostrate, e l’augusta verità oscilla ma resta in piedi”. (Eretici)

È sufficiente dire che quanti conoscono la pratica cattolica vi trovano non solo la verità, quando tutto il resto è falso. Nel confessionale, trovano il trono stesso del candore, quando il mondo ne dice assurdità, descrivendolo come una sorta di cospirazione; trovano il sostegno dell’umiltà, quando tutti gli altri lodano l’orgoglio; trovano la pienezza della carità dei sentimenti, quando il mondo risuona di un approssimativo e volgare sentimentalismo. (Perché sono cattolico)

Nessuno potrebbe entrare nella Chiesa Cattolica se fosse convertito da uno squillo di tromba o da una vecchia campana celtica. Io stesso avrei diffidato profondamente della mia conversione se avesse avuto luogo nel momento di suprema esaltazione in Phoenix Park. Un uomo che trova la propria via verso il cattolicesimo, nel groviglio della cultura moderna, deve riflettere profondamente, più di quanto abbia fatto in vita sua. Spesso deve indugiare tristemente su aride astrazioni, come se studiasse la matematica con la speranza di essere uno dei primi tra gli universitari di Cambridge. Deve sapere quali siano gli aspetti sotto i quali la religione può apparire sordida o banale o umiliante o dura. Deve essere cosciente di tutte le attrattive del paganesimo, almeno quel tanto da sapere quanto siano attraenti. Ma, soprattutto, deve pensare; soprattutto deve preservare la propria indipendenza intellettuale. Io dico che, quando sarete convinti, quando sarete razionalmente convinti, quando sarete giunti al termine del lungo cammino della ragione, quando avrete decifrato le aggrovigliate questioni del momento, quando avrete scoperto le risposte, allora vi troverete improvvisamente nel mattino del mondo. Allora vi troverete tra fatti e non teorie: fatti meravigliosi come fiabe, fatti come quelli che gli antichi dipinsero quando vollero raffigurare una terra di giganti e un’epoca di eroi. Allora sarete ritornati all’età dell’epica; allora sarete ritornati all’epoca delle cose compiute. (La Cristianità a Dublino)

Fui contento, non scontento, quando scoprii che le figure magiche del teatrino potevano essere mosse da tre dita umane. Poiché quelle tre dita umane sono più magiche di ogni dito magico; le tre dita che tengono la penna e la spada e l’arco del violino, proprio le tre dita che il sacerdote alza benedicendo, come l’emblema della Trinità. (Autobiografia)

Ogni estremo dell’ascetismo cattolico è una precauzione, ragionevole o irragionevole, contro il male della caduta; non è mai un dubbio sul bene della creazione. (Tommaso d’Aquino)

L’essenza del buon senso tomistico è che sono al lavoro due agenti: la realtà e il riconoscimento della realtà. E il loro incontro è una sorta di matrimonio. Anzi, è un matrimonio vero e proprio, perché è fertile; l’unica filosofia oggi al mondo che sia veramente fertile. Produce risultati pratici, precisamente perché è la combinazione di una mente avventurosa e di un fatto strano. (Tommaso d’Aquino)

Gli angeli possono volare in quanto sanno prendersi con leggerezza. (…) È facile essere pesanti: difficile essere leggeri. Satana cadde a causa della gravità. (Ortodossia)

E colui che non scalerà la montagna di Cristo precipiterà nell’abisso di Budda. (Tommaso d’Aquino)




aprile 2017
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