Il ritorno della fede
segnerà la fine dei migranti forzati


di Ettore Gotti Tedeschi


Pubblicato su La Verità del 27 aprile 2017

Dello stesso Autore si può leggere, sullo stesso argomento,
l'articolo precedente del 18 aprile 2017:









Il 1° aprile del duemila e rotti viene eletto il nuovo gran sacerdote supremo della chiesa sincretista universale, succedendo al predecessore, considerato troppo fondamentalista, che viene responsabilizzato per i negativissimi risultati relativi al processo di creazione di una chiesa universale sincretista, avviato molti decenni prima per sostituire quella chiesa integralista che sembrava essere insostenibile nel mondo globale.

Nessun obiettivo perseguito nel progetto di sincretismo però si era realizzato. Non solo le varie religioni praticate non si erano fuse, unificate o solo relativizzate, ma si erano persino rafforzati i fondamentalismi che avevano ancor più accentuato differenze, antagonismi e conflitti religiosi. Ma ciò che venne considerato più grave era il fatto che, oltre al tentativo fallito di fondere dottrine e culture religiose per farle scomparire, l’essere umano non era diventato affatto più razionale, ma al contrario cercava il sacro, anche perseguendo pratiche di superstizione più varie. Si riconobbe che il mondo globale sincretizzato non aveva accettato un’etica comune laica.

Non solo: molti saggi laicisti avevano persino cominciato a preoccuparsi per la perdita di qualsiasi riferimento morale nel comportamento umano e avevano cominciato ad auspicare e proporre un ritorno a etiche fondate su morali forti, religiose, dogmatiche (modello Voltaire, che voleva moglie, medico e cameriere religiosi al fine di non essere cornificato, avvelenato, derubato). In pratica, dopo decenni dell’accordo globale per cancellare ogni forma di religione, le cose andavano di male in peggio. Occorreva cambiare strategia e soprattutto leader.

Il nuovo gran sacerdote supremo, appena eletto, prese il nome di Pelayo-Romano, sorprendendo tutti perché Pelayo era il nome del leggendario visigoto, re delle Asturie, che iniziò la Reconquista della Spagna cristiana nell’anno 718, respingendo i mori. Ma la sorpresa durò poco: ben presto si comprese il significato del nome. Infatti il nuovo gran sacerdote supremo chiarì immediatamente che l’origine di molti errori prodotti nel tentativo di realizzare il sincretismo religioso stava nella decisione della strategia immigrazionista preparata, pianificata e attuata nei molti decenni precedenti e andava perciò avviata immediatamente una nuova Reconquista religiosa. La strategia immigrazionista che era stata adottata consisteva nell’utilizzare, dopo averne reso possibili o creati i presupposti, il processo di immigrazione di popoli con religioni differenti, per forzare il processo di sincretismo.

Questa strategia mal concepita e gestita aveva generato i presupposti del fallimento dello stesso progetto: la ribellione degli immigrati, la migrazione dei residenti, l’impoverimento del Paese. Il gran sacerdote lo spiegò in modo incontrovertibile. Il processo di immigrazione politico e forzato aveva imposto leggi e regole relativiste e innaturali e aveva creato identità inconciliabili, ibride e artificiali. Ma soprattutto aveva generato progressivamente la ribellione di gran parte degli immigrati che, sentendosi illusi e schiavizzati, si erano organizzati ideologicamente fondando un partito politico degli immigrati sfruttati dagli immigrazionisti.

I più fondamentalisti poi cominciarono a opporsi alle leggi civili (che consideravano blasfeme) approvate nel corso dei decenni, creando così una tensione incontrollabile. Ciò era avvenuto perché in un paio di decenni gli immigrati erano diventati il 40% della popolazione (perché si facevano raggiungere dalle loro famiglie d’origine e perché figliavano, mentre i vecchi residenti si estinguevano) e le risorse economiche, già deficitarie, erano state consacrate alla loro integrazione a discapito dei residenti.
Un altro fenomeno imprevisto e sorprendente consistette nell’effetto migratorio opposto. Gran parte della popolazione residente invasa dagli immigrati, soprattutto i più giovani sfiduciati e timorosi, decisero di migrare a loro volta in Paesi nuovi, persino in alcuni degli stessi Paesi abbandonati dei migranti.

Lo stato di decadenza morale, sociale, politica ed economica impose al nuovo gran sacerdote la decisione di avviare la sua strategia riconoscendo che la pace universale si fonda sul riconoscimento di un’unica fede, ma che questa fede non si poteva inventare. Doveva aver un fondatore credibile, che avesse dato un senso alla Creazione per fare accettare che l’uomo doveva dare senso alle proprie azioni. Cercò nelle biblioteche secretate da decenni, trovando libri illuminanti che gli confermarono che per unire popoli, culture e religioni diverse si doveva evangelizzare, per far riconoscere una sola Verità e identificare la menzogna.

Ciò fece e in breve tempo, miracolosamente: una parte sempre più consistente di immigrati cominciò a convertirsi, e una parte di questi progettò di tornare al Paese d’origine per portare i valori della fede e della cultura, appresa grazie alla evangelizzazione.
Scrisse poi una specie di documento enciclica sui rischi del sincretismo religioso e sugli errori dell’immigrazionismo, e a tutti coloro che gli ponevano dei dubia concedeva tutto il tempo necessario per spiegare e convincere, senza negarsi a nessuno… (era sempre il 1° aprile).





aprile 2017
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI