Gay-Pride nella Diocesi di Reggio-Emilia

Con la benedizione e le preghiere del parroco
dell’Unità Pastorale 5

di Cristiano Lugli

Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana





Siamo di nuovo a Reggio-Emilia, dove accadono tante, tantissime belle cose.
 Sabato 3 giugno si terrà nella città reggiana il REmilia Pride, il corteo omosessualista del nord-Italia che per quest’anno ha scelto la città emiliana per dare sfoggio di tutta la propria miseria.

L’iniziativa sarà presentata in città anche dalla signora Monica Cirinnà, tenuta in grande considerazione nel Comune Reggiano che, primo fra tutti in Italia, vanta di aver “celebrato” le prime unioni (in)civili della Nazione.

A preparare questo scandaloso evento, però, pare che non siano solo i soliti coordinatori di Arcigay  e centri sociali di sinistra, ma anche le parrocchie della città.

Accade nella Parrocchia di Regina Pacis, sotto la direzione di don Paolo Cugini, responsabile dell’Unità Pastorale 5, Santa Maria degli Angeli, la quale comprende altre tre parrocchie oltre a quella già menzionata. Don Paolo è conosciuto per essere un prete di “periferia”, missionario per  qualche tempo in Brasile terra da cui, evidentemente, si è fatto “evangelizzare” ad una “chiesa povera per i poveri”, e magari anche un po’ comunista, visto che il nostro arrivò a celebrare la Messa indossando la maglietta di “Che” Guevara. Ne parla lui stesso nel suo blog: 
https://regiron.blogspot.it/2015/03/che-guevara-e-la-stola.html

Don Cugini è pure lo stesso che circa tre anni fa fece saltare un incontro programmato nelle sale parrocchiali, dove avrebbero dovuto parlare le Sentinelle in piedi. Ricevendo alcune telefonate intimidatorie da qualche assessorino di sinistra, decise di annullare tutto perché, “non essendo previsto un contraddittorio, non si sarebbe offerto un buon servizio alla verità”.
 Ebbene, conosciuto il personaggio conosciamo anche i veri propositi di questo, grande stimatore dei cosiddetti “cristiani LGBT”, con cui collabora attivamente attraverso il suo blog (https://regiron.blogspot.it ) e attraverso vari altri siti che tra le altre cose si distinguono anche per oscene blasfemie. Qui qualche spunto: http://www.gionata.org.

Don Paolo Cugini ha deciso di dare un volto nuovo alla città, e anzi potremmo dire alla Diocesi di Reggio, organizzando per domenica 14 Maggio, alle ore 21.00, una “veglia di preghiera in chiesa per combattere l’omofobia”, dal titolo “Benedite e non maledite”, strumentalizzando la Lettera ai Romani di San Paolo, che come sappiamo non usava mezze misure nel definire la sodomia come grave peccato contro natura. Le dichiarazioni rilasciate ai giornali locali da don Cugini sono agghiaccianti; ne riportiamo alcune per rendere meglio l’idea di ciò che sta accadendo con il complice silenzio di tutti:
Sarà il primo evento del genere in città nato sulla scia delle parole di Papa Francesco”.
 “Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani gay”…

Il parroco di Regina Pacis ci spiega come l’idea sia nata “dalla richiesta di genitori di ragazzi omosessuali dai 20 ai 30 anni che abitano nel quartiere (…) Già da tempo facciamo incontri con loro, una volta al mese, dove mangiamo la pizza insieme, dialoghiamo e infine leggiamo il Vangelo. ‘Benedite e non maledite’ è la frase spunto che abbiamo preso dalla parola di San Paolo. Quello che vogliamo fare in modo molto semplice è lottare contro l’omofobia che è ancora molto presente nella nostra società, attraverso la preghiera e l’amore. Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani omosessuali. Ma anche denunciare e sensibilizzare sul tema del bullismo che sono costretti a subire gli adolescenti omosessuali”.

Già in passato, come ammette lo stesso don Cugini, nella parrocchia di Regina Pacis erano stati pubblicati articoli a favore dei cristiani LGBT sul bollettino parrocchiale (alcuni a firma di un certo Giovanni Dazzi [1], ex prof. di religione che esalta le unioni omosessuali) e organizzati eventi di preghiera molto sui generis.
La Diocesi era stata avvisata di quanto accadeva nell’Unità Pastorale sotto la guida del parroco pro-gay, così come era stata messa a conoscenza della collaborazione che questo teneva con siti blasfemi e sacrileghi come Progetto Gionata. Le misure che la Segreteria del Vescovo prese furono limitate ad un contatto diretto con don Paolo, il quale si difese dicendo: “Personalmente non riesco a vederci niente di male nel percorso che abbiamo iniziato, che mi sembra anche molto profondo. Gli articoli che sono finiti sul giornalino (quello parrocchiale – NdA) li ho chiesti io, come faccio con tutte le iniziative dell’Unità Pastorale. Per avere una memoria storica del nostro cammino, chiedo a qualcuno di scrivere qualcosa su ciò che è avvenuto. L’ho chiesto anche alla fine di ogni incontro di preghiera”.


Insomma, tutto nella norma: che differenza c’è, in fondo, tra un incontro di preghiera contro l’ “omofobia” e un incontro di preghiera alla Madonna nel mese di Maggio (giusto per fare un esempio)?
 Tant’è che la Diocesi rispose alle nostre critiche su questi incontri proprio riportandoci il messaggio del parroco don Paolo Cugini. Questo, secondo loro, bastava e avanzava. Della serie ‘Don Cugini ha risposto che va tutto bene, e gli incontri proseguiranno su questa scia. Noi riferiamo, poiché, come suol dirsi, ambasciator non porta pena’.
 Questa, in sintesi, la risposta della Diocesi di Reggio-Emilia.

Il parroco però fece una grande promessa, tale da render lecite tutte le conseguenti iniziative che avesse voluto organizzare: “Non userò più il temine LGBT, ma parlerò di omosessuali”. Capito? Tutto molto bello e comico. Per non usare epiteti…

È evidente come il parroco, in forza del lasciapassare che gli fu concesso dalla Curia nonostante le “intimidazioni” di quattro cattolici “ipertradizionalisti”, ora si sia lanciato in un progetto che va oltre le stesse aspettative iniziali, fino a coinvolgere anche “cristiani LGBT” di altre diocesi.
Per la grande occasione si potrà oltretutto godere della presenza di Maria Soave Buscemi, “teologa” e scrittrice del centro studi biblici dell’America latina, rigorosamente a favore del diaconato femminile nella Chiesa. 
La “teologa” non è la prima e non sarà l’ultima, a quanto pare, e ce lo dice lo stesso don Paolo: “Durante gli incontri mensili coi gruppi LGBT (ma come, non doveva chiamarli omosessuali?! – NdA) abbiamo spesso ospitato gesuiti o coordinatori di questi gruppi che combattono da tempo l’omofobia. Ed è un cammino davvero interessante. Questo sarà il primo evento del genere nella nostra città e sarà una veglia semplice. Spero che Reggio reagisca bene e che magari l’anno prossimo si potrà allargare questa manifestazione con qualcosa di più, come una fiaccolata o altri eventi collaterali. A darci la forza sono le parole di Papa Francesco pronunciate un po’ di tempo fa sul tema. Queste persone vanno accolte, non allontanate. Stiamo andando in questa direzione grazie a lui”.


Sul fatto che la direzione seguita fosse quella indicata da Bergoglio non avevamo dubbi, ma proprio in virtù di questo possiamo star certi che si debba andare dalla parte opposta. 
Chiunque non abbia rinunciato a ragionare sa che le parole “omofobia”, “bullismo”, “integrazione”, ecc. sono neologismi voluti da ciò che potremmo definire la “rivoluzione del linguaggio”, studiata apposta per fare entrare la sodomia, il gender e qualsiasi altra sciagura diabolica dalle finestre della Chiesa, come già ampiamente è successo. Non occorre ribadire che l’unico modo per vivere un’eventuale omosessualità di nascita (nei rari casi in cui esista) è la castità assoluta.

Tutto il resto, come nel caso di don Cugini e associati, sono chiacchiere blasfeme ed eretiche. Vogliono corrompere tutto attraverso un falso vittimismo, che vorrebbe far convivere il peccato mortale, contro natura e che grida vendetta al cospetto di Dio, con ciò che è l’insegnamento del Vangelo e dei duemila anni di Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, ormai devastata da questi fautori di Modernismo e Progressismo imperante. Della salvezza delle anime non importa a nessuno, men che meno a personaggi come don Cugini.

Qualcuno potrebbe dire che vanno lasciati fare perché tanto non cambia nulla. Tuttavia nel caso di Reggio Emilia – come ovviamente in tutti gli altri casi simili – la cosa va fermata, vista la gravità su cui poggia e vista la strumentalizzazione che si vuole farne. Sono i Sacri Cuori di Gesù e di Maria Santissima ad essere offesi da manifestazioni come queste.

Chiediamo dunque a tutti di aiutarci a bloccare questo evento, protestando per il grave scandalo (poiché di scandalo si tratta) che viene dato ai cattolici di buona volontà e fedeli alla Chiesa di sempre.
 Lo si può fare inviando una mail a: segreteria@massimocamisasca.it

Mentre don Cugini ci ricorda che la “diversità dell’Arcobaleno” è segno dell’Alleanza con Dio ( https://regiron.blogspot.it ), noi preferiamo ricordare quanto diceva una Santa:
«E il serpente disse: ‘Manderò il mio soffio affinché la successione dei figli degli uomini si spenga, e allora gli uomini bruceranno di passione per gli altri uomini, commettendo atti vergognosi’. E il serpente, provandoci godimento, gridò: ‘Questa è la suprema offesa contro Colui che ha dato all’uomo il corpo. Che la sua forma scompaia perché ha evitato il rapporto naturale con le donne’. (…) È quindi il diavolo che li convince a diventare infedeli e seduttori, che li induce a odiare e a uccidere, diventando banditi e ladri, perché il peccato di omosessualità porta alle più vergognose violenze e a tutti i vizi. Quando tutti questi peccati si saranno manifestati, allora la vigenza della legge di Dio sarà spezzata e la Chiesa sarà perseguitata come una vedova».
                     (da “Liber Divinorum Operum” di Santa Ildegarda di Bingen)


NOTA

1 - http://www.gionata.org/in-parrocchia-a-reggio-vogliamo-pregare-
insieme-nella-diversita/




maggio 2017
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