Ordinaria amministrazione

della neochiesa della misericordia


di Alessandro Gnocchi




Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
  24 maggio 2017


Titolo, impaginazione e neretti sono nostri


Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


mercoledì 24 maggio 2017

E’ pervenuta in redazione:

Caro Gnocchi,

anch’io ho visto l’intervista a don Giordano Goccini, della curia di Reggio Emilia, a proposito della processione del 3 giugno in riparazione al gay pride. Io sono un cattolico di quella diocesi, da tanti anni insieme con mia moglie cerco di dare tutto il mio impegno in parrocchia, tra catechismo, coro, campi estivi, riunioni a cui non manchiamo mai. Ma sono sempre più stanco e soprattutto sono scandalizzato. Quando un prete come don Goccini arriva a dire certe cose, come che un gay pride è semplicemente molto distante dall’idea cristiana, ha già detto tutto. Non si parla più di fede, ma di idea, così, come una opinione tra tante altre. Sono scandalizzato e mi trovo sempre di più da solo, perché sembra che sia diventato impossibile ragionare ancora da cristiani. Il parroco mi dice solo che non capisco i cambiamenti. Anche mia moglie non ne può più. Mi chiedo cosa possiamo fare, ma non saprei davvero cosa. Mi scusi, lei avrà già sentito mille di questi sfoghi, ma io credo che lei capisce la mia tristezza e soprattutto il fatto che non so davvero a chi chiedere aiuto.

La saluto tanto, anche a nome di mia moglie

Leandro C.




Caro Leandro,

a proposito del gay pride di Reggio Emilia, il Comitato Beata Giovanna Scopelli, che mi risulta essere composto da giovani laici, ha pensato, promosso e guiderà un evento davvero eversivo, fuori dal tempo, fomite di divisione e origine di ogni incomprensione: nientemeno che una processione di riparazione. Evento che, a rigor di logica e a lume di fede, avrebbe dovuto pensare, promuovere e guidare il vescovo, il quale, invece, si è ben guardato anche solo dal sussurrare qualcosa di cattolico sulla questione. D’altra parte, se il mandato del pastore è quello di puzzare dello stesso odore delle pecore, si mette con il gregge più numeroso e più odoroso di un olezzo gradito al Pastore dei pastori. Chi è lui per giudicare? Tanto peggio per i giovani del Comitato Beata Giovanna Scopelli che, invece, giudicano e quindi dividono. E poi, con quel profumo di incenso che spanderanno per le strade di Reggio Emilia nella loro processione, proprio sono fuori moda.

In una simile situazione, cosa avrebbe dovuto fare il povero don Goccini, responsabile della pastorale giovanile di una diocesi che prende le distanze dai cattolici e abbraccia entusiasticamente omosessuali e omosessualisti, e quindi giudica anche se dice di non voler giudicare? Va sul giornale cittadino e disconosce quei provocatori di cattolici che non perdono occasione per turbare la pace e il vivere civile.

Mi stupisco del suo stupore, caro Leandro. È tutto nella norma, tutto nell’ordinaria amministrazione della neochiesa della misericordia, dove anche il minimo elemento cattolico suscita semplicemente odio. Glielo ripeto a chiare lettere perché se lo metta in testa una volta per tutte: o-d-i-o.

Lei mi dirà che il vescovo di Reggio Emilia, monsignor Massimo Camisasca, è uno dei migliori vescovi attualmente in servizio. L’ho sentito dire, ma certo chi lo diceva era proprio uno di bocca buona. La situazione nella quale si trova l’attuale episcopato mi ricorda una delle scene più esilaranti di “Miseria e nobiltà”. Quella in cui Totò e i suoi scalcinati coinquilini devono offrire la sedia al giovane marchesino in visita. “La sedia migliore al marchesino. La sedia migliore al marchesino…” dice uno di loro, al quale il cinico e realista Totò risponde: “La migliore non c’è”.

Caro Leandro, la condizione in cui versano i vescovi è precisamente questa: il migliore non c’è. Salvo rarissime eccezioni, lo preciso perché io sono notoriamente uno che evita in ogni modo di farsi dei nemici, è poltiglia modernista malleabile a piacimento dal confratello romano.

Detto questo, arriviamo alla sua domanda, che è la solita domanda di tanti bravi cattolici che non si trovano più a casa loro in questa chiesa. Quando dico “bravi cattolici”, caro Leandro, intendo dire bravi, ma soprattutto ingenui e anche un po’ tremebondi. Lei mi scrive testualmente: “da tanti anni insieme con mia moglie cerco di dare tutto il mio impegno in parrocchia, tra catechismo, coro, campi estivi, riunioni a cui non manchiamo mai”. Ma allora se lo merita di sentirsi rimproverare dal parroco perché non capisce i cambiamenti. La smetta una volta per tutte di frequentare ambienti malsani spiritualmente e spesso anche umanamente, visto che i due aspetti vanno insieme. La smetta con il catechismo, il coro, i campi estivi e le riunioni. Basta caro Leandro: o sta lì, e allora bisogna che si faccia andare bene anche il gay pride e vada magari ad applaudire di sua spontanea volontà perché vedrà che prima o poi comunque ce la porterà di peso il parroco, oppure saluta la compagnia e se ne va altrove.

Facciamo due conti: tra catechismo, coro, campi estivi e riunioni, quante ore butta nella spazzatura mediamente ogni settimana? Stimando per difetto, diciamo cinque. Bene, da ora in avanti usi quelle cinque ore settimanali per cercare una buona Messa in Vetus Ordo e per parlare con un bravo sacerdote. E poi, magari, ci metta anche qualche lettura spirituale. Ma lo faccia subito. E il 3 giugno vada alla processione di riparazione.

Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo




maggio 2017
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