Le nuove nomine alla Pontificia Accademia per la Vita:

interconfessionali e contro la Vita !

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito francese Medias presse info

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La Pontificia Accademia per la Vita, da adesso somiglierà al partito macronista La république en Marche: una vera locanda spagnola, aperta non a tutte le correnti politiche, ma a tutte le correnti confessionali e ideologiche, compresa la cultura della morte; e con lo stesso andazzo dei progressisti in marcia, siano essi laici o religiosi, che utilizzano gli stessi procedimenti del «vivere insieme» per fare avanzare l’umanità verso un domani utopico ma ostinatamente immorale.



Dopo la nomina come Presidente di questa Accademia, l’estate scorsa, dello scandaloso Mons. Paglia, omosessualista notorio che ha accettato di farsi ritrarre nell’affresco erotico-gay che egli stesso ha commissionato per la sua Cattedrale di Terni, Papa Francesco ha preso l’iniziativa di ridisegnare la composizione della Pontificia Accademia della Vita, imponendo dei membri di altre confessioni religiose e dalla strana morale contraria alla vita.




Mons. Vincenzo Paglia, con lo zucchetto,
viene condotto in “paradiso” in una fantasmagoria di corpi nudi

Ogni nuovo anno del pontificato di Francesco comporta quindi il suo lotto di nomine progressiste in seno a questa istituzione romana. Da oggi, in nome di una vita difficilmente difendibile da un Presidente adepto della cultura della morte Lgbt, siederanno come membri: due rabbini, un insegnante ortodosso di etica cristiana, un professore tunisino che pare abbia approfondito il pensiero riformista islamico, un anglicano progressista professore di morale (sic!) a Oxford, il giapponese Shinya Yamanaka, Premio Nobel per la Medicina nel 2012, e diversi cardinali, tra cui il cardinale Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna e uno dei quattro firmatari dei famosi “dubia” indirizzati a Francesco a riguardo dell’Esortazione sulla famiglia Amoris Laetitia [si veda l'ultima lettera].

Piccolo giro d’orizzonte delle scelte pontificie!



Per primo, notiamo il professore anglicano di Morale e di Teologia Pastorale alla prestigiosa Università britannica di Oxford: Nigel Biggar. Questo filosofo di confessione anglicana ritiene che sia moralmente accettabile abortire un bambino prima della 18° settimana, perché il feto, lui pretende, non è realmente umano:
«Sarei incline a determinare una possibilità di aborto fino alla 18° settimana dopo la concezione, che è approssimativamente il tempo più prossimo all’evidenza di un’attività cerebrale e dunque della coscienza»

E’ quanto ha dichiarato in una intervista del 2011. Questa semplice dichiarazione testimonia l’immenso fossato che separa questo anglicano pro-aborto dalla sana dottrina cattolica, la quale insegna che un feto è un essere umano ed ha un’anima.
Fin dal 300, la Chiesa cattolica professa con Tertulliano, senza che mai abbia cambiato insegnamento, che il feto «è già un uomo, già quello che dovrà essere». E da allora ha sanzionato con la scomunica chiunque pratichi l’aborto, indipendentemente dallo stadio di sviluppo del feto.





Papa Francesco ha nominato anche il rabbino Avraham Steinberg, professore di etica all’Università ebraica di Gerusalemme, il quale non è ostile ad una certa forma di eutanasia: ha presieduto in Israele una commissione di etica che ha aiutato ad elaborare una legge che permette la prescrizione di una dose mortale e la decisione di accorciare le sofferenze del paziente che si trova in fase terminale.
Per l’incarico all’Accademia della Vita era stato preso in considerazione un altro rabbino, il gran rabbino di Roma, Riccardo di Segni, ma le sue posizioni più conservatrici e a volte esplicitamente critiche su Papa Francesco hanno indotto a scartarlo e Mons. Paglia ha scelto al suo posto Avraham Steinberg.



Un altro nome testimonia della nuova corrente progressista che continua ad imporsi, per volontà di Papa Francesco, in seno alla Pontificia Accademia per la Vita: è quello del teologo moralista italiano [don] Maurizio Chiodi, di cui Sandro Magister, nel suo blog, ha ricordato che:
«Chiodi si è espresso da tempo in termini critici su punti importanti di “Humanae vitae”, di “Donum vitae”, di “Evangelium vitae”. È anche in evidente discontinuità con l’enciclica “Veritatis splendor” di Giovanni Paolo II, mentre viceversa appare in sintonia con le correnti aperture a un nuovo “discernimento” su questioni quali la contraccezione, la fecondazione in vitro, gli orientamenti sessuali, il “gender”, l’eutanasia passiva, il suicidio assistito

E Magister aggiunge che, di contro, membri apertamente ostili all’Esortazione bergogliana sulla famiglia, non sono stati confermati ai loro posti, come per esempio il filosofo tedesco Robert Spaemann, che ha affermato che con Amoris Laetitia Francesco «spacca la Chiesa e la porta verso uno scisma», o il professore australiano di filosofia del diritto: John Finnis. Lo stesso dicasi per dei militanti pro-vita di notorietà internazionale come Maria Mercedes Arzú de Wilson e Christine De Marcellus Vollmer. Mentre hanno fatto le spese di questo rimaneggiamento bergogliano altri accademici con una visione conservatrice della società.

Nonostante la maggioranza dei membri dell’Accademia siano piuttosto legati ai valori della vita, essi lo sono in maniera meno decisa e fondamentale di coloro che sono stati esclusi. Comunque, facendo entrare delle personalità come Nigel Biggar e Maurizio Chiodi, ed aprendo l’Accademia ad altre confessioni, Papa Francesco ha introdotto, per così dire, il lupo nell’ovile e ha dato un segnale di relativizzazione della cultura della vita e della dottrina cattolica, spalancando le porte alla banalizzazione della cultura della morte.

Ma bisogna ammettere che, nominando come Presidente di questa Accademia Mons. Vincenzo Paglia, il male era già fatto… e come!





giugno 2017
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