Ecumenismo conciliare:
la dottrina degli Apostoli San Pietro e San Paolo
rivisitata da Papa Francesco

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito francese Medias presse info

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Tutto è permesso in nome dell’ecumenismo conciliare: anche il revisionismo storico..
Allo scopo di promuovere il ritorno «alla piena comunione» tra ortodossi e cattolici, Papa Francesco rivisita alla sua maniera la dottrina degli Apostoli San Pietro e San Paolo. A sentirlo, l’uno sarebbe stato un precoce ortodosso e l’altro un moderno cattolico, questa divisione sarebbe sempre esistita sotto questa forma preconciliare, nata ante litteram anche se non riconosciuta, dell’«unità nella diversità»!

In occasione della venuta a Roma di una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, per prendere parte nella Basilica di San Pietro a Roma alla celebrazione della solennità del Santi Pietro e Paolo, del 29 giugno, l’attuale detentore del trono petrino ha esposto, con tale fine ecumenico, una rilettura innovativa del primo millennio del cristianesimo e della vita dei due discepoli di Cristo.

«Lo scambio di delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, in occasione delle rispettive feste patronali, accresce in noi il desiderio di ristabilire pienamente la comunione tra cattolici e ortodossi, che già pregustiamo nell’incontro fraterno, nella preghiera condivisa e nel comune servizio al Vangelo»

ha enunciato Jorge Mario Bergoglio ricevendo in Vaticano, il 27 giugno, i rappresentanti di Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli.

«L’esperienza del primo millennio, nella quale i cristiani d’Oriente e d’Occidente partecipavano alla stessa mensa eucaristica, da un lato custodendo insieme le medesime verità di fede e dall’altro coltivando varie tradizioni teologiche, spirituali e canoniche compatibili con l’insegnamento degli Apostoli e dei Concili ecumenici, è punto di riferimento necessario e fonte di ispirazione per la ricerca del ristabilimento della piena comunione nelle attuali condizioni, comunione che non sia uniformità omologata

«Pietro e Paolo – ha affermato Papa Francesco, rivisitando la storia a modo suo – discepoli e apostoli di Gesù Cristo, hanno servito il Signore con stili differenti e in modo diverso. Tuttavia, pur nella loro diversità, entrambi hanno dato testimonianza dell’amore misericordioso di Dio Padre, del quale ciascuno, a suo modo, ha fatto profonda esperienza, fino ad offrire in sacrificio la propria vita. Per questo, sin da antichissimi tempi, la Chiesa in Oriente e in Occidente [da notare che qui Francesco, rivolgendosi a degli ortodossi parla di una sola Chiesa in Oriente e in Occidente, come se essa avesse così perdurato nei secoli e nonostante lo scisma!] riunisce in una sola celebrazione la memoria del martirio di Pietro e di Paolo. È giusto infatti celebrare insieme la loro offerta per amore del Signore, che è allo stesso tempo memoria di unità nella diversità. Come voi ben sapete, l’iconografia rappresenta i due apostoli stretti in un abbraccio, profezia dell’unica comunione ecclesiale nella quale le legittime differenze debbono convivere

Nel contesto di questa visita ecumenica degli ortodossi in Vaticano, questo discorso ambiguo lascia passare il dubbio sull’unità di fede tra i due Apostoli: il primo Papa e l’Apostolo dei Gentili. Jorge Mario Bergoglio non si arrischia a negare apertamente l’unità di fede tra Pietro e Paolo, ma, da opportunista, egli lo sottintende parlando di «diversità» dottrinale e pratica tra i due pilastri della Chiesa nascente.
Utilizzando un linguaggio sfocato e impreciso, il Papa argentino suggerisce l’idea che tra i martiri Pietro e Paolo esistessero delle differenze dottrinali, teologiche e spirituali che sarebbero la fonte delle differenze tra gli odierni ortodossi e cattolici. Così da giustificare il suo messaggio ecumenico in una Tradizione rivisitata!
Una tale visione ecumenica della vita dei due Apostoli serve insomma a relativizzare e a minimizzare la profonda disunione dottrinale tra le due comunità cristiane.

Se è esatto che San Pietro e San Paolo hanno avuto ciascuno il proprio carisma, la propria personale spiritualità, dei doni specifici, dei cammini differenti per condursi a Cristo e testimoniarLo, tutti fattori che configurano la diversità degli Ordini e delle Congregazioni religiose in seno alla Chiesa cattolica, e ancora più esatto che l’insegnamento dei discepoli di Cristo si fondava su una stessa professione di fede, su l’unità della dottrina, su Una sola Chiesa, Santa, Cattolica e Apostolica. Cosa questa che non si verifica tra i cattolici e gli ortodossi eretici e scismatici, dal momento che questi ultimi negano certi dogmi della fede cattolica e il primato di Pietro.

San Pietro e San Paolo furono le due colonne della Chiesa romana nascente e non i precursori di due branche di una Chiesa postconciliare unite nelle diversità ortodosse e cattoliche, come lasciano supporre le insinuazioni contenute nel messaggio borgogliano.







luglio 2017
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