Papa Francesco:
«La riforma liturgica è irreversibile»

di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito francese Medias presse info







Per i cattolici legati alla Tradizione e alla Messa tridentina, che immaginano, stranamente, che Jorge Mario Bergoglio sia preoccupato più per la pastorale, per «la vita, la persona», che per la teologia, per i problemi di dottrina,  per il Vaticano II, per la liturgia, per costoro, tale supposta indifferenza del Papa faceva sì che sperassero in un possibile rinnovamento tradizionale spirituale e liturgico. Ma ecco che l’ultima dichiarazione pontificia sulla riforma liturgica uscita dal Vaticano II, è arrivata come una doccia fredda, Gelata! L’immagine che avevano elaborato di un papa che avrebbe «lasciato vivere e sopravvivere» la Tradizione, ha ricevuto un colpo tremendo.

Già nel marzo 2016, Mons. Fellay, Superiore generale della Fraternità San Pio X, affermava che «In Papa Francesco non si vede l’attaccamento né per la liturgia, né per la disciplina antica, si potrebbe piuttosto dire che è tutto il contrario».

Un mese dopo, egli ribadiva questo concetto: «Papa Francesco non si interessa affatto della teologia e dunque per lui è un po’ la stessa cosa se noi continuiamo a rigettare il Vaticano II».

Una tale infatuazione, già utopica all’epoca, ci sembra che oggi sia totalmente irricevibile. Il concilio Vaticano II e i suoi decreti rimangono la bussola che guida, dirige e ispira le azioni del gesuita in bianco.

«La riforma liturgica è irreversibile»

ha proclamato Francesco il 24 agosto, nel corso di una udienza concessa ai partecipanti della 68esima Settimana Liturgica Nazionale in Italia. Senza ambiguità, il Papa argentino ha testimoniato il suo attaccamento all’ultimo Concilio e alla Messa riformata di Paolo VI, che egli descrive come un mezzo «per cambiare la mentalità».
Siamo dunque ben lungi da un pastore che non si interessa affatto della teologia e non ha alcun attaccamento per la liturgia! Al contrario, egli testimonia il suo interesse e la sua conoscenza delle diverse sfaccettature della nuova liturgia, che vuole applicare nell’insieme come in dettaglio a tutta la Chiesa universale. Nel suo messaggio egli esprime chiaramente la sua volontà di continuare sulla strada tracciata dalla rivoluzione liturgica conciliare, senza alcun desiderio di tornare indietro, sia pure solo un po’:

«L’applicazione pratica, guidata dalle Conferenze Episcopali per i rispettivi Paesi, è ancora in atto, poiché non basta riformare i libri liturgici per rinnovare la mentalità. I libri riformati a norma dei decreti del Vaticano II hanno innestato un processo che richiede tempo, ricezione fedele, obbedienza pratica, sapiente attuazione celebrativa da parte, prima, dei ministri ordinati, ma anche degli altri ministri, dei cantori e di tutti coloro che partecipano alla liturgia. In verità, lo sappiamo, l’educazione liturgica di Pastori e fedeli è una sfida da affrontare sempre di nuovo.

Sfortunatamente, quello a cui si assiste da 50 anni con questa trasformazione del Santo Sacrificio della Messa voluto per motivi pastorali, non è un rinnovamento della mentalità per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime, ma una gestazione di una nuova fede che allontana i fedeli dalla vera pietà, dalla pratica di una vita autenticamente cattolica e dalla credenza nei dogmi immutabili della Chiesa cattolica, per gettarli in un relativismo e un indifferentismo mortali, che conducono all’apostasia silenziosa della loro fede cattolica:
«Noi abbiamo la convinzione che questo nuovo rito della Messa esprima propriamente una nuova fede, una fede che non è la nostra, una fede che non è la fede cattolica»
dichiarava già nel 1976, in un sermone per le ordinazioni sacerdotali pronunciato a Ecône, il vescovo tradizionalista Mons. Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X e consacratore dell’attuale Superiore della stessa FSSPX.
Ed egli precisava dicendo:
«Questa nuova Messa è un simbolo, un’espressione, un’immagine di una nuova fede, di una fede modernista. […] Ora, è evidente che questo nuovo rito sottendente – se posso dirlo – suppone un’altra concezione della religione cattolica, un’altra religione […] In maniera inavvertita, è la nozione protestante della Messa che si è introdotta nella Santa Chiesa. E questo è conforme alla mentalità dell’uomo moderno, alla mentalità dell’uomo modernista, gli è del tutto conforme […] E’ l’espressione di tutta una nuova teologia: si fa entrare l’ideologia dell’uomo moderno nei riti più sacri. E questo oggi corrompe tutta la Chiesa, poiché con quest’idea di potere accordata alla base nella Santa Messa si distrugge il sacerdozio, si sta distruggendo il sacerdozio. […]»

Papa Francesco dunque, con il suo attaccamento al Novus Ordo Missae, porta avanti senza cedimenti la demolizione della fede cattolica e della Chiesa, al pari dei suoi predecessori conciliari a partire da Giovanni XXIII. La radice del male che rode la Chiesa cattolica è contenuta in questa nuova liturgia conciliare, cioè protestante, che sfigura il Santo Sacrificio della Messa e di conseguenza fa perdere la vera fede alle anime.

«Ebbene – concludeva coraggiosamente Mons. Lefebvre nel 1976 – noi non siamo di questa religione, non accettiamo questa nuova religione. Noi siamo della religione di sempre, noi siamo della religione cattolica, non siamo di questa religione universale, come la chiamano oggi. Essa non è più la religione cattolica. Noi non siamo di questa religione liberale, modernista, che ha il suo culto, i suoi preti, la sua fede, i suoi catechismi, la sua Bibbia – la sua Bibbia ecumenica.»

Più che mai, con Papa Francesco che sa quel che fa e sa dove vuole arrivare, questa posizione di Mons. Lefebvre dev’essere mantenuta fermamente, se si vuole rimanere fedeli alla fede cattolica. Con questo rivoluzionario gesuita sudamericano salito al trono pontificio, i mascheramenti che potevano far credere in una sembianza di cattolicità in seno a questa Roma neomodernista e neoprotestante, cadono a velocità folle: dell’antica religione, Jorge Mario Bergoglio fa allegramente tabula rasa e dei poveri cardinali moralmente conservatori che cercano di resistere alla sua follia devastatrice, egli fa strame quotidianamente!

Porsi interamente sotto il suo pontificato, sotto questa fede che non è la fede cattolica e che induce del tutto logicamente e sotto la pressione della mentalità progressista bergogliana ad una nuova morale familiare, sessuale, sociale, non è cattolico.

Nulla partem.





agosto 2017
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