Oggi la Neo-Chiesa non può salvare,
è chiusa per restauro


di Gederson Falcometa






La chiesa vicino a casa mia è sempre in ristrutturazione, per questo viene chiusa frequentemente. Incredibilmente ogni settimana la sua facciata viene dipinta con un colore diverso; una settimana il bianco e l’altra il verde. Il parroco non decide mai per un colore, vuole essere democratico e segue la scelta del colore fatta da un fedele.
In realtà, egli ha spiegato che nel fare così tanti cambiamenti, presenta ai fedeli la Chiesa democratica voluta da Papa Francesco. Secondo lui, cambiare il colore tutti i giorni trasmette ai fedeli l’idea della Chiesa in cammino, perché i fedeli sanno che il bianco precede il verde e così via. Il problema è che raramente si ha la confessione, la Messa e l’Eucaristia, perché la ristrutturazione è sinonimo di chiusura e nessuno rimane in un ambiente in costante restauro.
 
Anche all’interno le diverse cose cambiano. Non hanno ancora deciso quale santo debba stare sull’altare, un giorno mettono un santo per poi cambiarlo con un altro. Il parroco dice che ogni fedele ha la devozione per un suo santo, per questo non è giusto consacrare la chiesa ad un santo o denominarla col nome di uno solo. Così ha deciso che ogni giorno pone sull’altare l’immagine di un santo e denomina la chiesa col suo nome. In tal modo, la chiesa vicino a casa mia oggi è di San Pietro, domani potrà essere di San Paolo e dopo domani chissà, potrà essere la chiesa di Sant’Agostino. Forse, una mente geniale risolverà questo problema assumendo il calendario liturgico come criterio per la scelta del santo e del nome. L’idea è buona, ma credo che difficilmente verrà accettata, in quanto il calendario liturgico è molto rigido e fisso a questo farebbe venir meno la scioltezza desiderata, e non trasmetterebbe l’idea del “Dio delle sorprese” (che come il mago tira fuori i conigli dal cilindro ).

Beh, una cosa è certa: la Chiesa di oggi non è quella di ieri e non sarà quella di domani. E le cose potrebbero peggiorare, perché a poco a poco gli immigrati in Europa stanno acquisendo sempre più la cittadinanza nella Chiesa. Qua e là, per motivi diversi, i Vescovi rifiutano la Messa tridentina ai loro fedeli, ma cedono le loro chiese ai musulmani, e anche alla massoneria. In questi casi il crocifisso, il tabernacolo, la Bibbia, le immagini, ecc., vengono sostituiti dalla mezza luna e dal Corano, quando la chiesa è utilizzata dai musulmani; e dalla squadra, il compasso, la riga e il grembiule, ecc., quando la chiesa, un tempo cattolica, è utilizzata dai massoni.
Disgraziatamente, la cultura dell’incontro sta diventando sempre più la cultura della riunione di Assisi.

La reazione dei nostri vicini non cattolici è interessante. Chiamano il parroco: “Padre delle sorprese” perché la chiesa, con i suoi nuovi colori, sorprende sempre chi abita lì vicino. Uno è arrivato a dire che il parroco prende sul serio la predicazione di Papa Francesco sul “Dio delle sorprese”. In tal modo, la Chiesa, per la sua apparenza, diventa artisticamente molto attraente per i non cattolici. Mentre i cattolici che non possono più frequentarla, a causa del gran numero di restauri, si massacrano per pagare il prezzo elevato che questi valgono. Sempre più scocciati per tanta superficialità, per tante chiusure, finiscono col non andare più in chiesa.

Ebbene, tutto questo è solo una parafrasi per parlare della Neo-Chiesa dei modernisti che trasformano il Vangelo in una sorta di giornale illustrato. Una Chiesa chiusa alla salvezza e aperta alle riforme, chiusa al popolo e aperta ai teologi. Una Chiesa dove il sale ha perso il suo sapore ed è diventato insipido; una Chiesa che non cambia e non salva l’uomo, perché è sempre in restauro. Nessun essere umano è in grado di partecipare o di ricevere alcun bene da un’istituzione che cambia dalla notte al giorno. Soprattutto se si tratta di una Chiesa che invece di offrire parole di vita eterna, con così tanti cambiamenti non offre nemmeno il semplice senso dell’eternità.

Il termine riforma dovrebbe significare il ripristino della forma, ma oggi significa che la forma è sempre in cambiamento, per mutarsi in una forma che non esiste!
È per questo che dobbiamo aprire gli occhi e non essere ingenui, perché non è la Chiesa che ha bisogno di riforme, ma siamo noi che abbiamo bisogno di cambiare.
In effetti, è estremamente chiaro che una Chiesa in continuo mutamento non salva niente e nessuno, perché non è la Chiesa di Cristo, ma la sinagoga di Satana. Se la Chiesa è “Semper reformanda”, quando penserà a trasformare i suoi fedeli? Quando adempirà la sua legge massima, che è la salvezza delle anime?

Carissimi lettori, stiamo vivendo un momento unico nella storia della Chiesa. Dall’elezione di Francesco come Papa, in stretta continuità con il concilio Vaticano II, quello che più si sente dire è che il Papa vuole riformare questo o quello, mentre parla di “Chiesa in uscita” e della volontà di non avere una Chiesa chiusa in se stessa. Ma una Chiesa che è continuamente riformata è una Chiesa che non può andare da nessuna parte, è una Chiesa che si chiude in se stessa perché rinserrata nelle riforme!
Chiunque di noi che restaura la propria casa, non la demolisce per costruirla di nuovo, ma conserva ciò che di buono vi è in essa e restaura ciò che può essere migliorato.
A partire dal concilio Vaticano II, sembra che la Chiesa non abbia più niente da preservare, e abbia finito con l’autodemolirsi, come affermava Paolo VI che tuttavia non fece nulla per porvi rimedio.
Se uno demolisce la sua casa, che cosa restaurerà… le macerie?

La cosa che più colpisce in questo pontificato è che chi ha bisogno di una riforma non è la Chiesa, non è il Papato, non è la Curia Romana o l’Episcopato, ma l’uomo che è seduto sulla Cattedra di Pietro, il cui nome è Jorge Mario Bergoglio e che oggi si fa chiamare Papa Francesco. Lui sì che ha bisogno di un completo restauro, per acquisire quel minimo di coerenza che non ha.
Se, ad esempio, “è meglio essere un ateo che un cattolico ipocrita”, come ha detto, perché non comincia lui per primo a mettere da parte l’ipocrisia e a fare una professione di fede nel Dio cattolico, invece di affermare che non crede in un Dio cattolico?
Tutti i cattolici credono che Gesù sia il Dio cattolico, eccetto il Papa e alcuni altri.
E questo è un Papa che si presenta come misericordioso, ma la misericordia, come dice San Roberto Bellarmino che parla del “cattolico ipocrita” come di un eretico interno, consiste nella speranza di salvezza, allorché si rimane sottomessi alla legge della Chiesa. Ma il punto è che nella Chiesa di Papa Francesco non esistono più leggi. Come minimo dobbiamo pensare che anche la legge ecclesiastica è chiusa per restauri e riaprirà dopo l’accurato libero esame sensazionalista e sentimentaloide di Francesco, come nel caso di Amoris Laetitiae, dove ha trattato della comunione ai divorziati risposati, cambiando quello stesso jota che Nostro Signore afferma che non muterà, e non muterà nonostante questo Papa pretenda che muti!

Oggi come oggi, la salvezza delle nostre anime non ha alcuna importanza, ciò che importa è riformare la Chiesa e la società; nonostante esse dimostrino di non averne bisogno.
Gli esempi rendono le cose molto più chiare: ed un fatto chiaro è che il Papa è la pietra sulla quale è fondata la Chiesa. Quando San Pietro confessa che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, Gesù lo definisce “pietra” e su di essa fonda la Chiesa, cioè sulla pietra ferma e fissa; eppure Papa Francesco continua a parlare contro tutto ciò che è fermo e fisso. Il che significa che non gli piace sapere che la Chiesa è fondata sulla fermezza e sulla fissità di una Pietra (ignorando questa parte del Vangelo insieme a molte altre)! Probabilmente, come dà a vedere, egli preferisce una Chiesa fondata sull’acqua o una Chiesa che è una banderuola in preda al vento.
Questo esempio diventa ancora più problematico se consideriamo che egli, come detto prima, non crede in un Dio cattolico. Come risponderebbe allora se la domanda di Gesù fosse rivolta a lui? Può darsi che anch’egli confesserebbe che è il Cristo, il Figlio del Dio vivente;  ma se Gesù gli dicesse che lui è Pietro e su tale Pietra fonderebbe la Chiesa, siamo certi che Francesco risponderebbe:
Signore, ma una pietra non è troppo ferma e fissa per fondare la Chiesa? Non è roba da tradizionalisti farisei? Io preferisco una Chiesa fondata sull’acqua, ed io predicherò così, perché tanto la dottrina rimarrà sempre la stessa. Inoltre, Signore, è proprio l’acqua che uscì dalla roccia toccata da Mosè, questa è l’immagine della vera Chiesa, ed è questa che voglio predicare.

Certo, è solo un esempio, e se ne potrebbero fare tanti altri, ma per quello che intendiamo dire esso è sufficiente; e dico sufficiente a dimostrare come sia Francesco ad aver bisogno di essere riformato, non la Chiesa. Sarebbe comico se non fosse tragico, ritenere di salvarsi con la Chiesa persa e con gente del genere che sarebbe la salvezza della Chiesa.  E questo perché costoro sono più in conformità col mondo, chiedono dei cambiamenti per adeguare la Chiesa al mondo, non stanno con Cristo e con la Chiesa, ma si muovono col mondo, girando con esso e dimenticando che la croce è sempre ferma, come ricorda il motto dei certosini.
In effetti, se la Chiesa pre-conciliare è stato il risultato dell’aver fatto proprie l’organizzazione e la cultura imperiale, come sostiene la falsa tesi della Chiesa costantiniana, cosa le  impedirebbe oggi di far proprie l’organizzazione e la cultura del mondo moderno?

Ma Dio lo impedirà, Egli ha altri piani… Nostro Signore è morto e risuscitato per la salvezza delle nostre anime, non per riformare la società o per servire l’umanità, ma per stabilire sulla terra la Gerusalemme celeste che è la Chiesa, capitale del Regno di Dio.

Siamo cittadini del Regno di Dio, non lasciamoci ingannare da coloro che predicano la democrazia nella Chiesa. Nostro Signore ci ha parlato del Regno, di questo Regno, e non della “repubblica” di Dio. In tempi in cui l’autorità ecclesiastica è piena di sé e ritiene di essere tanto ricca da poter abbandonare l’insegnamento di Dio per dialogare con i tradizionali nemici di Dio (Ap. 3, 5), non basta solo preoccuparsi.
Preghiamo per la conversione, la santificazione e la fedeltà dei chierici, specialmente dei Vescovi; e preghiamo principalmente per la conversione del Papa, che oggi è il maggiore responsabile della infedeltà del clero.
Preghiamo perché Nostro Signore mostri a costoro che sono loro che necessitano di riforma, non la Chiesa.




settembre 2017
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