Papa Francesco e l’immigrazione:

una compassione selettiva



di Jean-Pierre Maugendre

Pubblicato sul sito francese Renaissance Catholique







In occasione della prossima Giornata Mondiale del Migrante, il 14 gennaio 2018, Papa Francesco ha diffuso, il 21 agosto 2017, un testo del 15 agosto intitolato: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare
 i migranti e i rifugiati”.
Evidentemente, vi era urgenza, visto che si è pubblicato questo testo cinque mesi prima dell’evento che ne è l’oggetto! E non oso credere che si sia trattato di collegarlo all’attentato di Barcellona del 17 agosto, i cui autori sono stati dei migranti di più o meno fresca data.

Questo testo, che si muove sulla scia di un opuscolo del CCFD [il francese Comité Catholique contre la Faim et pour le Développement - Comitato Cattolico contro la Fame e per lo Sviluppo] o di un libello di Témoignage Chrétien [Testimonianza Cristiana], è una lunga arringa a favore degli immigrati.
Qui, l’immigrazione è diventata un diritto da sostenere, mentre invece l’insegnamento tradizionale della Chiesa è sempre stato piuttosto contrario a tali spostamenti delle popolazioni, considerandoli malsani (Cfr. la Rerum Novarum di Leone XIII, 1891).

Non presenteremo qui la lunga lista di tutti questi diritti dei migranti, accontentandoci di far notare le affermazioni sorprendenti, le dimenticanze sconcertanti e le analisi e le proposte fuorvianti.

Le affermazioni sorprendenti

Il principio della centralità della persona umana, […] ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale.

In tal modo viene siglato l’atto di decesso di ogni vita sociale organizzata e vivibile. La nozione del bene comune – cosa che non è citata nemmeno una volta in questo documento pontificio – qui si rivela essere obsoleta. Indubbiamente si tratterà di un’altra formulazione della dichiarazione conciliare: l’ordine delle cose deve essere subordinato all’ordine delle persone (Gaudium et Spes, 26, § 3).
Il sacrificio della propria vita a beneficio di un bene comune superiore, del bene della propria famiglia, della Patria, ecc., diventa, al meglio, incomprensibile, al peggio sconveniente!
La persona umana, con le sue debolezze e le sue passioni diventa la misura di tutte le cose.
Protagora lo aveva già affermato, ma noi credevamo che il cristianesimo avesse trasformato questa prospettiva.

…difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status migratorio.

Fino ad oggi era cosa risaputa distinguere tra i rifugiati: quelli che si trovano in una situazione regolare insieme a quelli che si trovano in una situazione irregolare, da un lato, e dall’altro quelli che provengono da zone di guerra insieme ai rifugiati economici.
Queste distinzioni elementari vengono cassate con un tratto di penna.
Le nozioni basilari che regolano le relazioni internazionali e che poggiano sulla cittadinanza e sul rispetto del diritto,vengono ridotte a niente. Nessuna discriminazione basata sulla nazionalità o su una norma giuridica è più giustificabile. La terra è di tutti! Siamo tutti cittadini del mondo! Forza… circolare!

…va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa.

Tale libertà religiosa assoluta, le cui primizie si trovano nella Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae, è al tempo stesso un rifiuto della missione evangelizzatrice della Chiesa e una carta bianca rilasciata ai predicatori wahabiti o salafiti, con le conseguenze che si conoscono.

Dimenticanze sconcertanti

In nessuna parte di questo testo si trova impiegato il termine “islam”, nonostante la maggioranza dei migranti che arrivano in Europa siano musulmani. In nessuna parte si fa menzione degli attentati mortali che insanguinano il nostro continente, commessi da islamici dichiarati che spesso sono migranti o discendenti di migranti.

Il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale tace del tutto sui diritti delle popolazioni europee autoctone. Nessuno ritiene utile interessarsi alle sorti e alle aspirazioni di queste popolazioni.
In particolare ci si può chiedere: a partire da quale livello del numero degli stranieri, le popolazioni indigene si sentono ineluttabilmente in stato di insicurezza culturale e fisica?
Lo “sviluppo umano integrale” sembra che non riguardare tutti gli uomini!

Non si parla mai dei doveri dei migranti nei confronti dei paesi che li accolgono, e questo in contraddizione col paragrafo 2241 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
«L'immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri.» (2241 §2)

Analisi e proposte fuorvianti

… venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare

Disgraziatamente, non basta decretare il diritto al lavoro perché questo diventi una realtà. Si può anche decretare il diritto alla felicità, l’estinzione pauperismo a partire dalle 8 di sera, ecc. Il lavoro non si crea con un’ingiunzione ministeriale o pontificia.
In che modo la Francia, che conta il tasso di disoccupazione vicino al 10% della popolazione attiva [in Italia siamo oltre l’11%] potrà fornire lavoro a dei migranti che non sono tutti ricercatori in fisica nucleare o dottori in nanotecnologie, categorie che lamentano una forte carenza?

Favorire «il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici».

C’è da sorridere nel chiedersi come mai vengano esclusi i cugini, le cugine, i genitori acquisiti, ecc. L’iniquità di tutto questo scoraggia ogni commento, ma non vediamo l’ora di sapere quanti visti fornirà lo Stato del Vaticano: 1000, 10 000, 100 000, 1 milione, di più?

…opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati

Effettivamente, mancava alla nostra vecchia civiltà l’arricchimento apportato dalle pratiche ancestrali come per esempio: la mutilazione genitale delle ragazze, la poligamia, la lapidazione dell’adultera, ecc.
Quante belle ricchezze ignorate!

Conclusione

E’ del tutto evidente che il grado di autorità di questo documento è debole. Noi non pratichiamo l’idolatria del papato, per usare l’espressione che il cardinale Burke ha impiegato il 9 agosto scorso a Louisville, Kentucky. E tuttavia risulta chiaro che questi scritti sono quanto meno inopportuni mentre lo scontro delle civiltà da tempo previsto da Samuel Huttington diventa ogni giorno di più una realtà.

Il Santo Padre sembra incapace di operare una riflessione di civiltà e politica; egli sembra compiacersi per una compassione selettiva univoca: i poveri gentili migranti esposti all’ostilità dei profittatori egoisti che siedono sulle loro cataste d’oro; e senza che egli si chieda mai che cosa fondamentalmente e strutturalmente fa sì che certe civiltà generino un certo relativo benessere mentre altre apportino solo miseria, guerra e schiavitù.

Questo testo, per di più, pecca gravemente dal punto di vista soprannaturale, perché rifiuta, almeno implicitamente, ogni cura per l’evangelizzazione nei confronti di queste popolazioni sradicate e quindi indebolite, in cerca di nuovi punti di riferimento.

Da parte loro, i popoli d’Europa preoccupati di preservare la loro identità, rischiano di considerare la Chiesa come il cavallo di Troia di questo grande processo in corso della sostituzione della popolazione, cosa che avrà senz’altro sia delle conseguenze spirituali, visto che tale contesto porterà gli Europei ad allontanarsi dalla Chiesa, sia delle conseguenze politiche, visto che certi governi finiranno col considerare la Chiesa un nemico politico o, al contrario, un alleato.





settembre 2017
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