MARTIN LUTERO

NELLA LITURGIA DOMENICALE
 


di Patrizia Stella




La testata e la pag. 2 del foglio pubblicato da La Domenica


La figura di Lutero troneggia oggi, Domenica 1 ottobre, 26.ma del tempo ordinario, sui fogli della liturgia domenicale come grande conquista ecumenica di Papa Bergoglio! Che merito c’è in questo? Basta rinnegare Gesù Cristo e si può andare a braccetto con tutti: Buddisti, Musulmani, atei… perfino col diavolo. Semplice no?

Ma allora a che è servito dare la vita per amore di Gesù Cristo per milioni di cristiani perseguitati e tuttora in carceri terribili? Come Asia Bibi da sette anni in carcere in Indonesia per non voler rinnegare Gesù abbracciando Maometto.

Chi non è con me, é contro di me, afferma Gesù! NON PUÒ ESISTERE LA NEUTRALITÀ E NEMMENO L’IPOCRISIA O L’AMBIGUITÀ FALSA E BUGIARDA. Con Dio non si scherza.

A che serve conquistare il mondo intero, la pace universale se perdi la tua anima?
La vita sulla terra passa in fretta e ci aspetta l’eternità col premio o col castigo eterno. Parola di Dio. E invece di fare menzione della splendida figura di santa che è Santa Teresa del Bambino Gesù, di cui oggi, primo ottobre, ricorre la festa, si mette in evidenza quell’impostore di Lutero. Aspettiamoci di peggio.

Obietta qualcuno che anche Lutero credeva in Gesù Cristo come tutte le correnti protestanti di vario tipo e qualità che si ispirano alla Sacra Scrittura.
 
Si. Ma in quale Gesù Cristo credeva? Quale Sacra Scrittura leggeva?  Un GESÙ Cristo rinnegato nella sua integrità e rifatto a loro uso a consumo!! Idem per la Sacra Scrittura!

IL VERO CRISTIANO CATTOLICO non può separare Gesù dai Sacramenti da Lui istituiti e neppure dalla Chiesa, da Lui istituita. “GESÙ, I SETTE SACRAMENTI E LA CHIESA FORMANO UN TUTT’UNO INSCINDIBILE” per volere dello stesso Gesù e non di Papa Tizio o Caio.

Lutero iniziò con lo smantellare tutti i Sacramenti, in particolare aveva un odio satanico contro L’EUCARISTIA. Per trionfare su quel papato che Lutero voleva distruggere per sete di potere luciferino - quel papato che adesso va a braccetto con lui, purtroppo -, che ha fatto? Ha cancellato l’aspetto sacrificale della Santa Messa e la vera presenza del Corpo di Cristo nella Santa Eucaristia.

LO STESSO OBIETTIVO CHE ADESSO BERGOGLIO VUOLE RAGGIUNGERE PER CREARE UNA SOLA RELIGIONE UNIVERSALE CHE ACCONTENTI TUTTI. Ma non è quello che vuole Gesù. E le terribili conseguenze le vedremo presto perché il diavolo crede di vincere su Gesù che è VIA VERITÀ E VITA, e quindi fonte della nostra gioia. Ma non sarà cosi! Satana è odio vendetta guerra e sofferenza. Tant’è vero che Lutero fu trovato impiccato alla testiera del suo letto spinto da Satana che lui aveva servito e adorato al posto di Cristo.

Dove andremo Signore Gesù? Tu solo hai parole di vita eterna.

Cosa ci guadagniamo dal rinnegare o rifiutare Gesù Cristo, Fonte della nostra gioia? Eppure basta guardarsi attorno per vedere che cosa di terribile l'uomo accecato dall’orgoglio sta facendo.

Lutero fu visto all'inferno dalla Beata Serafina Micheli, come potrete leggere  qui sotto:







di Don Marcello  Stazione

Nel 1883 Suor Maria Serafina Micheli (1849-1911) che sarà beatificata a Faicchio in provincia di Benevento e diocesi di Cerreto Sannita il 28 maggio 2011, fondatrice dell’Istituto delle Suore degli Angeli, si trovava a passare per Eisleben, nella Sassonia, città natale di Lutero. Si festeggiava, in quel giorno, il quarto centenario della nascita del grande eretico (10 novembre 1483) che spaccò l’Europa e la Chiesa in due, perciò le strade erano affollate, i balconi imbandierati. Tra le numerose autorità presenti si aspettava, da un momento all’altro, anche l’arrivo dell’imperatore Guglielmo I, che avrebbe presieduto alle solenni celebrazioni.

La futura beata, pur notando il grande trambusto non era interessata a sapere il perché di quell’insolita animazione, l’unico suo desiderio era quello di cercare una chiesa e pregare per poter fare una visita a Gesù Sacramentato. Dopo aver camminato per diverso tempo, finalmente, ne trovò una, ma le porte erano chiuse. Si inginocchiò ugualmente sui gradini d’accesso, per fare le sue orazioni. Essendo di sera, non s’era accorta che non era una chiesa cattolica, ma protestante.
Mentre pregava le comparve l’angelo custode, che le disse: “Alzati, perché questo è un tempio protestante”.
Poi le soggiunse: “Ma io voglio farti vedere il luogo dove Martin Lutero è condannato e la pena che subisce in castigo del suo orgoglio”.

Dopo queste parole vide un’orribile voragine di fuoco, in cui venivano crudelmente tormentate un incalcolabile numero di anime. Nel fondo di questa voragine v’era un uomo, Martin Lutero, che si distingueva dagli altri: era circondato da demoni che lo costringevano a stare in ginocchio e tutti, muniti di martelli, si sforzavano, ma invano, di conficcargli nella testa un grosso chiodo.

La suora pensava: se il popolo in festa vedesse questa scena drammatica, certamente non tributerebbe onori, ricordi, commemorazioni e festeggiamenti per un tale personaggio.

In seguito, quando le si presentava l’occasione ricordava alle sue consorelle di vivere nell’umiltà e nel nascondimento. Era convinta che Martin Lutero fosse punito nell’Inferno soprattutto per il primo peccato capitale, la superbia.
L’orgoglio lo fece cadere nel peccato capitale, lo condusse all’aperta ribellione contro la Chiesa Cattolica Romana. La sua condotta, il suo atteggiamento nei riguardi della Chiesa e la sua predicazione furono determinanti per traviare e portare tante anime superficiali ed incaute all’eterna rovina.

Se vogliamo evitare l’Inferno viviamo nell’umiltà. Accettiamo di non essere considerati, valutati e stimati da quelli che ci conoscono. Non lamentiamoci, quando veniamo trascurati o siamo posposti ad altri che pensiamo siano meno degni di noi. Non critichiamo mai, per nessun motivo, l’operato di coloro che ci circondano. Se giudicheremo gli altri, non siamo neppure cristiani.

Se giudichiamo gli altri, non siamo neppure noi stessi. Confidiamo sempre nella grazia di Dio e non in noi stessi. Non preoccupiamoci eccessivamente della nostra fragilità, ma del nostro orgoglio e presunzione. Diciamo spesso col salmista: “Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze” (Salmo 130).

Offriamo a Dio il nostro “nulla”: le incapacità, le difficoltà, gli scoraggiamenti, le delusioni, le incomprensioni, le tentazioni, le cadute e le amarezze di ogni giorno. Riconosciamoci peccatori, bisognosi della sua misericordia. Gesù, proprio perché siamo peccatori ci chiede solo di aprire il nostro cuore e di lasciarsi amare da Lui.
E’ questa l’esperienza di San paolo: “La mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò, quindi, ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2 Cor. 12,9).
Non ostacoliamo l’amore di Dio nei nostri riguardi col peccato o con l’indifferenza. Diamogli sempre più spazio nella nostra vita, a vivere in piena comunione con Lui nel tempo e nell’eternità.





ottobre 2017
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