E’ ufficiale: la Chiesa conciliare capitanata da Bergoglio abbraccia il protestantesimo
 


di Belvecchio




Cosa fatta, capo ha!

Parliamo dell’ultima trovata pseudo intelligente del Vaticano: la stampa di un francobollo commemorativo dei cinquecento anni della Riforma luterana.
Riferendosi alla data del 31 ottobre 1517, che dovrebbe corrispondere alla affissione delle 95 tesi di Lutero sul portone della Cattedrale di Wittemberg, il francobollo intende commemorare questa data e con essa la nascita della Riforma protestante. E’ pacifico che la Chiesa cattolica, avente ancora formalmente la sede in Vaticano, a Roma, ha molto da ricordare di quella Riforma, soprattutto per il fatto che essa ha determinato una spaccatura tuttora non ricomposta della Cristianità in Europa.
Senza ricordare i disastri provocati da questo accadimento, né le persecuzioni persino sanguinose a cui furono sottoposti i cattolici che non intesero seguire Lutero e i suoi sodali, basta tenere presente la duplice corruzione dell’insegnamento cattolico di un millennio e mezzo, da un lato, e l’innesco del processo di esaltazione dell’uomo e dell’io, che in cinque secoli hanno condotto ad un mondo dimentico di Dio e per molti versi alla stessa lotta contro Dio.
Tutto opera di Lutero? Invero sarebbe assegnargli la funzione di soggetto, quando invece si è trattato di un uomo che si è fatto strumento della sovversione e oggetto delle mire terrene del demonio.

Ciò nonostante, il Vaticano del 2017 ha ritenuto opportuno, e forse persino meritevole, ricordare questa data infausta, come se fosse umanamente naturale e lodevole ricordare positivamente le ricorrenze dei terremoti che hanno arrecato immani distruzioni e migliaia di morti.
Eppure, se volessimo limitarci a considerare che si tratterebbe di un mero atto strumentale in vista della ricomposizione “ecumenica” che portano avanti le gerarchie cattoliche e protestanti, potremmo anche sorridere di questa astuta mossa propagandistica, che comunque non apporta né bene né chiarezza nelle file cattoliche. Tanto più che, ironia della sorte, il francobollo ha il valore di 1 euro, quasi a sintetizzare simbolicamente la vera portata intrinseca di questa Riforma.
Ma quello che ci impedisce di sorridere di questa ennesima trovata vaticana è la grafica che è stata studiata e voluta per questo francobollo.

Su uno sfondo non meglio definito, che gli autori dicono trattarsi del profilo della città di Wittemberg, in primo piano si staglia un Crocifisso, ai cui piedi vi sono due figure: una a destra della Croce e una a sinistra.
Il Crocifisso ha il volto rivolto a destra, quasi a guardare la figura che lì si trova e che, ci dicono, rappresenterebbe Lutero con in mano la Bibbia. La figura sull’altro lato rappresenterebbe, ci dicono, Melantone, una specie di teologo della Riforma, che tiene in mano la “confessione di Augusta”, appunto, una sorta di compendio della pseudo dottrina protestante.

Ora, che il Vaticano arrivi a concepire un tale quadro irreale e impossibile, ove i due responsabili della rivoluzione anticattolica verrebbero rappresentati come dei veri seguaci di Gesù Cristo, è cosa davvero autolesionista e decisamente offensiva per ogni cattolico; ma se ci si sofferma a considerare che questo schema rappresentativo della crocifissione è il più comune in tutta l’iconografia cattolica, la tolleranza si muta in indignazione e in aperta accusa di blasfemia.

In tutte le raffigurazioni della crocifissione, si trovano effettivamente due figure ai piedi della Croce: alla sua destra la Vergine Maria, da Gesù stesso indicata come Madre, della Chiesa, e alla sua sinistra il discepolo prediletto da Gesù, che Egli designa come figlio della Madre e di lei protettore.
Ciò che indigna e suscita orrore è l’accostamento che si è voluto fare fra la Vergine Maria e Lutero, lo stesso che ha dileggiato la Madre di Dio e ne ha proibito il culto; al pari dell’accostamento fra l’Evangelista Giovanni, teologo e dispensatore della dottrina di Cristo, e il sovversivo Melantone, libero pensatore e codificatore della anti-dottrina cattolica.

Il fatto che tale rappresentazione grafica abbia voluto rendere omaggio al quinto centenario della Riforma, fa capire che non si è trattato di un caso, ma della precisa volontà di bestemmiare innanzi tutto Dio e poi la Madonna e San Giovanni, tramite una raffigurazione che è destinata a rimanere negli annali della storia della Chiesa moderna, sempre più necessariamente destinata ad essere definita neochiesa, per la sua valenza prevalente di avversaria della Chiesa cattolica; senza contare che ci troviamo al cospetto di una sorta di messaggio subliminale, secondo le moderne tecniche di persuasione occulta e di sottile induzione al peccato, destinato a lasciare il segno nell’immaginario collettivo dei cattolici odierni e futuri.

Ora, è possibile che i protestanti si riconoscano in questa volgare blasfemia, ma è certo che i cattolici non possono accettare che il Vaticano moderno e il suo papa arrivino a dileggiare così spudoratamente la Madonna e San Giovanni e ad offendere così palesemente Dio.
Bisognerebbe comprare in blocco tutta la partita di francobolli e farne un falò, in cui far fondere anche il cliché, per tentare di cancellare tale abominazione, nonostante si sappia già che la protervia e la recidività di questo falso Vaticano sarebbero pronte a inventare qualche altra diavoleria pur di servire i nemici di Dio e della Sua Chiesa.




ottobre 2017
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